/ MOVIES, ARTICOLI, DARWIN AWARDS

The Darwin Awards

Michael Burrows (Joseph Fiennes) è un poliziotto specializzato nei profili criminali che è appena stato rimosso dall'incarico per essere riuscito a farsi scappare un pluriomicida a causa della sua ossessione per il sangue. Si chiama "emofobia" e ha da sempre condizionato la sua carriera: basta la visione di una piccola ferita per farlo svenire, dovunque si trovi.
Rimasto senza lavoro offre i suoi servigi ad una grande assicurazione che gli mette al suo fianco la bella e selvaggia Siri Taylor (Winona Ryder). Insieme daranno la caccia in tutto il paese ai casi irrisolti, che rappresentano la vera ossessione della sua vita: i personaggi da "Darwin Awards".

I "Darwin Awards" esistono davvero e nascono dall'idea di una studentessa americana che inizio, qualche anno fa, a raccogliere e a trascrivere le storie più incredibili, provenienti da tutto il mondo e tutte rigorosamente autentiche.
Queste storie ci raccontano di chi si autoelimina dalla specie umana (uccidendosi o non potendo più procreare) nei modi più assurdi e impensabili.
I film ad esempio riporta la storia di quell'uomo in Nevada che attacco un reattore di un jet militare degli anni '60 sopra al bagagliaio della sua Chevrolet e decollo in mezzo al deserto schiantandosi su di una montagna. O di quel manager che precipito dalla finestra di un grattacielo dopo che tento di sfondarla (riuscendoci!) per provare ai suoi amici che il vetro del suo ufficio era antiproiettile.
Queste ed altre storie fecero presto il giro del mondo, tanto che ogni anno il sito internet a loro dedicato ( www.darwinawards.com ) assegna idealmente dei premi ai personaggi più "meritevoli".

Il film di Finn Taylor è un omaggio a queste storie incredibili ed è davvero una bella sopresa: piacevole, divertente, con ottime trovate come quella del ragazzo che riprende ogni scena della storia con la sua videocamera, quasi a voler documentare la trasformazione dell'ispettore Burrows da agente scrupoloso a caso da "Darwin Awards".
Tuttavia è un film ti lascia la sensazione di aver visto qualcosa di incompiuto: le storie sono tante ma forse potevano essere di più, la storia tra i due personaggi è bella ma forse poteva essere migliore.

La conclusione strappa comunque un sorriso e qualche pensiero originale. E tanto basta.
Perdendo pian piano la sua pedanteria e trasformandosi egli stesso in un caso da Darwin Awards, l'ispettore Burrows arriva finalmente a comprendere il "perchè" che sta dietro a ciascuna di quelle storie e la ragione della fine così assurda di ciascuna di quelle vite.
E allora si scopre che chi aveva montato il razzo sulla chevrolet era un ragazzone cresciuto nell'America profonda con una moglie che desiderava un'altra vita e un vecchio distributore a cui stare dietro. Il riscatto da una vita mediocre, il tentare di fare, almeno una volta nella vita qualcosa di "straordinario". Vivere il proprio momento da indiscussi protagonisti, con il rischio che possa essere l'ultimo, ecco svelata la sindrome da "Darwin Awards".
Il film si chiude, coerentemente, elencando nome, cognome e faccia di tutti i personaggi apparsi nel film: a ciascuno il proprio attimo di celebrità!
Infine la sentenza di Burrows riguardo all'uomo della Chevrolet: "Era un genio". E chissà che non abbia ragione.

D.M.