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''V'' Day, oltre i Vaff che c'è�

 

Il forte epiteto non inganni: è esattamente un grido di insofferenza da parte di molti nei confronti di una classe italiana, quella politica, che da troppo tempo ci fa vergognare. E' fin troppo facile per chi è di destra rammentare le brutte figure fatte dall'altra parte dell'emiciclo, e così viceversa. Cambiano i nomi, cambiano le motivazioni, ma non cambia il fatto che gli italiani sono stufi di chi li rappresenta al governo.
C'è da chiedersi (qualcuno lo fa già ora) cosa succederà quando Berlusconi smetterà di fare politica: non crediamo che i comunisti prenderanno il potere, ma di certo il popolo della destra faticherà a trovare un sostituto degno di succedere al Silvio. E a sinistra? Solo Prodi è riuscito a batterlo, il che è tutto dire.

Allora Grillo diventa per un giorno voce di molte bocche che non possono o non vogliono parlare. Soprattutto di quei giovani che vorrebbero entrare nel mondo della politica e rinnovarlo non con leggi, o con parole. Basterebbe che questi giovani entrassero.
Ma Grillo ha anche il torto di eccedere troppo col potere che gli è stato consegnato dai suoi fans, e da quella parte di italiani che accolgono le sue idee senza troppo ragionarci su. Perchè se è un fatto che le cose debbano essere cambiate, è anche un fatto che ci sia l'esigenza di un rinnovamento della classe politica, ed è sempre un fatto che avvengano delle anomalie che, in cuor nostro, ci disturbano nei confronti di altri paesi dove, occorre dirlo, certe cose non avvengono. Si rischia di cadere in una demagogia pericolosa, che demonizza eccessivamente tutti.

Grillo, in questo, non ha mezze misure. Si corre il rischio di offendere la memoria di chi è stato assassinato per il suo lavoro (Biagi), come è successo in una delle piazze italiane ieri. Si corre il rischio di contrastare un potere esercitandone un altro; da tempo si parla di una strategia della tensione che, a volte, sembra di avvertire.
Il rischio, appunto, è che il personaggio carismatico di Grillo (a fronte di una mancanza di vera e propria strategia) aumenti e incentivi questa insofferenza in modo esasperato ed esasperante. Un conto è presentarsi davanti al Cda della Telecom, ridicolizzandolo davanti alle telecamere di Sky, un conto è delegittimare eccessivamente una classe cavalcando il malcontento generale.

Ma i giovani vogliono aria nuova, vogliono poter contribuire alla crescita di un paese laico e liberale. E allora, ben vengano, secondo noi, le nuove leggi sull'ineleggibilità di alcuni deputati e sulla durata della loro carica. Ben vengano. Perchè fa sorridere vedere persone in Parlamento da 30 anni che pianificano il nostro futuro: loro, che neppure lo vedranno.

Claudio Galardini