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UN ALTRO SANTO DALLA PUGLIA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


La “Repubblica” in un articolo dai toni agiografici inizia la campagna per l’intronazione futura di Niki Vendola a leader indiscusso ed indiscutibile della nuova sinistra italiana. Quanto poi sia nuova una struttura organizzativa che basa la propria retorica sul mito fondante della fabbrica, è da vedersi.

Ma tant’è... veicolata da abilissimi e zelanti consulenti d’immagine
nonchè dall’entusiasmo genuino di tanti fedeli, la lieta novella dell’avvento di un redentore politico inizia a far breccia tra i salotti elitari di sinistra come di destra. Manca solo la comparsa sulle t-shirt stile Che Guevara, ma, abbiate fede, è solo questione di tempo.
E pazienza se lo stereotipo romantico da icona pop non corrisponda effettivamente alla sostanza. Fu così, tranne alcune lodevolissime eccezioni, per il noto rivoluzionario argentino e così sarà anche per il carismatico risanatore delle italiche piaghe venuto da Terlizzi.

Il successo finale è, tuttavia, fuori discussione:
nella regione che vide le imprese oltremondane di San Pio da Pietrelcina i miracoli non sono un’ipotesi, ma un’algebrica certezza. L’armata vendoliana ha facilmente sbaragliato la resistenza del centro-destra pugliese, dilaniato dalle divisioni interne. In una regione storicamente feudo dei moderati,la frattura irrimediabile occorsa al PDL ha,infatti, agevolato non poco l’affermazione del ricandidato Governatore. Nè son valsi a nulla i tentativi disperati dello stesso Berlusconi volti a comporre il dissidio. E così,il candidato ufficiale Rocco Palese, braccio destro del Ministro Fitto (cui i maligni hanno sprezzantemente affibbiato il nomignolo di “protesi della protesi”) ha dovuto vedersela oltre che con Vendola anche con la rivale di sempre del suo protettore,ovvero l’ex Sindaca di Lecce, Adriana Poli Bortone, che ha racimolato quei voti necessari a far sfumare il sogno di riconquistare la regione dopo cinque anni.

 

 

E, mentre la coalizione vittoriosa inizia la non facile trattativa per la composizione della nuova giunta, nel campo opposto i musi lunghi faranno presto a trasformarsi in facce feroci da resa dei conti, senza esclusione di colpi. Il primo, prevedibile, è stata la presentazione delle dimissioni dello stesso Fitto dal suo dicastero. Dimissioni ovviamente respinte che serviranno a ridare un poco di fiato alla traballante posizione dell’uomo di Maglie. Ma ipotizzare una lunga stagione di veleni e risse mediatiche non è affatto cosa peregrina. E non è affatto detto che le scosse provenienti dalla periferia non arrechino conseguenze anche nei palazzi romani.

D’altronde la valenza di vero e proprio “laboratorio”
della corsa pugliese era riconosciuta dalla quasi unanimità dei commentatori. La sconfitta mette in ambasce il processo di solidificazione del PDL, la vittoria consente a Vendola di guadagnare quella primazia a sinistra che sfugge alla debole dirigenza espressa dal PD, partito in perenne crisi d’identità. La lunga marcetta che condurrà il libertador (post)comunista dalla Sierra Maestra di Via Capruzzi al più prestigioso e confortevole domicilio di Palazzo Chigi è iniziata ed assumerà, nel breve volgere di pochi anni, le dimensioni di un biblico esodo. Chi ha qualcosa da proporre in alternativa parli ora o taccia per sempre

Salvatore Antonaci

http://lasentinelladellalaicita.wordpress.com