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Quel manifesto di vita, alla voce ''On the road''

Ammetto di essere venuto a conoscenza del libro 'Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta' di Robert Pirsig grazie alla mia passione motociclistica.
Infatti, ogni motore di ricerca o sito internet dedicato al mondo dei motori a due ruote vi porterà, in un modo o nell'altro, a questo testo.
Da molti disprezzato perchè, in pratica, di moto e manutenzione non ne vedono quasi traccia, da molti lodato. Ebbene, non posso dare un giudizio perchè non ho letto l'opera di Pirsig. Confesso. 

Molte recensioni critiche mi hanno scoraggiato dall' impresa: troppo filosofico e poco pratico, mi dicevano. Pochi giorni fa, leggendo un classico della letteratura come 'On the road' di Jack Kerouac, mi sono ricordato della presenza di questo autore all'interno di un ottimo 'dizionario' quale il testo 'Fascisti immaginari' di Lanna e Rossi (Vallecchi, 25 euro). Questa voce ("On the road") rimanda ad una molto più immediata: 'motocicletta'.
Leggendo questa parte ho ritrovato la citazione del libro di Pirsig e sono rimasto esterrefatto. Non tanto per la descrizione del testo di Lanna e Rossi (ottimo), ma per le parole riportate direttamente dal testo: 'Lo Zen...'. Ecco alcuni estratti.

Si parte da una contrapposizione ai critici della modernità: 'Penso che la fuga dalla tecnologia e l'odio nei suoi confronti portino alla sconfitta. Il Buddha, il Divino dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima ad una montagna o nei petali di un fiore. Pensare altrimenti equivale a sminuire il Buddha, il che equivale a sminuire se stessi'; ancora: 'Non voglio più entusiasmarmi per grandi programmi di pianificazione sociale che coinvolgono le vaste masse e che trascurano la Qualità individuale [...] penso che sia venuto il momento di ricostituire questa risorsa americana - il valore del simbolo. E' una cosa che certi reazionari ripetono da anni. Non son uno di loro, ma se essi parlano dell'autentico valore dell'individuo, e se i loro discorsi non sono un semplice pretesto per arricchire ulteriormente chi è già ricco, allora io ritengo che abbiano ragione. Abbiamo davvero bisogno di riacquistare l'integrità individuale, la fiducia in noi stessi e l'enthousiasmos dei vecchi tempi'.

Se vogliamo restare sul nostalgico, è un po' il senso profondo che scaturisce da un'analisi del fenomeno 'paninari' degli anni '80.
Per capire questo fenomeno, assolutamente rivoluzionario nel panorama giovanile degli anni 'caldi' conclusi ('68 e '77), facciamo parlare una paninara, attraverso una sua lettera inviata nel 1985 a 'Linus': "Ho quindici anni, sono una tipica paninara, possiedo diverse paia di Timberland, Un Henry Lloyd. Purtroppo, mi dispiace per gli 'incazzati sociali', non mi sento assolutamente vuota dentro: la mia vita non è basata sul variare della moda ma anche su vari interessi culturali e sociali. Frequento infatti il liceo classico e tutto cio che riguarda la Grecia, dalla filosofia all'arte, mi appassiona. Il mio difetto, secondo alcuni, è quello di credere in valori morali 'sorpassati', nei quali credo per mia convinzione altrimenti non li avrei accettati come molte cose inculcatemi dai miei genitori, e di portare vestiti alla moda. Vorrei quindi sfatare il mito dei paninari scemi e ignoranti '.
(Aneddoto estrapolato dalla voce 'Paninari' dello stesso 'Fascisti immaginari' ).

Impossibile non cogliere le relazioni tra il testo di Pirsig e la lettera della paninara Nicoletta Giusti. Entrambi rappresentano una ribellione al conformismo sfascista e anti-Occidentale del '68, del 'tutto è politica' e del 'collettivo ad ogni costo'. Concentrarsi su se stessi, recuperare le virtù individuali invece di rincorrere chimere mondialiste.
In un giorno, una scoperta di due veri e propri manifesti di vita. Uno erudito, quello di Pirsig, uno reale e vivo come quello di Nicoletta.
Lo Zen e l' arte della manutenzione della motocicletta e la lettera di Nicoletta come punto di partenza, come traccia di un 'padre ideale' che arriva sino a noi?
Possiamo, noi giovani della Right Nation, identificarci come evoluzione dei paninari e dell'anti anti-modernismo raccontato da Pirsig?
E' vero, dovremmo creare il 'nuovo', come fecero appunto i paninari. Intanto, per non sbagliare, corro a comprarmi il libro di Pirsig...

J.Landi