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TPS marziano. Le tasse non sono mai la soluzione

Ormai è l'argomento più ricorrente nelle discussioni politiche: l'imposizione fiscale è esagerata. Eppure TPS ci viene a dire che sono belle, bellissime. Finchè lo dicevano e lo pensavano i signori della sinistra tutto normale, ora ci si mette anche un tecnico.
Destra e Sinistra nel merito hanno, o dovrebbero avere, impostazioni molto distanti, ma ben delineate. In una visione conservatrice, che quindi tende a valorizzare l'individuo nella sua libertà di autodeterminarsi, le tasse dovrebbero essere ridotte al minimo indispensabile per lasciare che il cittadino scelga come gestire i soldi risparmiati.
Per la sinistra le tasse invece dovrebbero essere uno strumento per riequilibrare le differenze sociali: togli a tutti (si spera proporzionalmente) e ridistribuisci sotto forma servizi 'gratuiti'. 

Il nostro inveire contro le tasse non è uno slogan o facile populismo, ma il frutto di un percorso e pensiero politico ben preciso, che fa della politica fiscale contenuta uno strumento di liberazione dell'individuo. A questo si aggiunga che in generale qui in Italia la misura è davvero colma.
Nonostante il pesante gettito che riempie le casse dell'erario i servizi sono inefficienti (basti pensare all'università stessa) e hanno costi di gestione insostenibili. Eppure c'è chi continua ad invocare le tasse come necessarie ed unica panacea. Ci sono governanti che al primo problema ricorrono subito al portafoglio... nostro! E' forse questo un modello di serietà?

Se un ente fa acqua da tutte le parti non lo si puo continuare a rimpinguare, ma va ristrutturato, con buona pace dei sindacati. Le riforme hanno un costo sociale e non si puo pensare di risolvere gli sprechi senza tagliare sui posti di lavoro in eccesso. Alitalia è un esempio sotto gli occhi di tutti.
In generale quando si ricorre all'aumento delle tasse per far fronte ai problemi è sempre un fallimento. Chiunque è capace di risolvere situazioni prendendo più soldi da altre persone: dove sta la bravura? Da un politico, da un dirigente, ci si aspetterebbe invece una soluzione maggiormente strutturata che affronti realmente i problemi. Se invece le criticità del nostro sistema pubblico vengono regolarmente accollate ai cittadini, alla fine il politico viene percepito come una figura inutile che prende stipendi e benefit non per governare la res pubblica, ma per fare solamente da arbitro delle situazioni.

Non c'è da stupirsi che poi la gente scenda in piazza con Beppe Grillo: se viene meno il ruolo della politica non si capisce perchè non dovrebbe venire meno anche il suo stipendio.
Una sinistra che esulta perchè a suo dire si tolgono i soldi ai più ricchi (ma a noi sembra che li stiano togliendo un po' a tutti), che non vuole saperne di mettere in discussione il modello sociale italiano, ma che poi è capace poi di lamentarsi quando vengono aumentati i costi dei servizi, rappresenta assolutamente l'incoerenza del nostro sistema politico.

Mi auguro per noi e per loro che questo partito unico rimetta un po' di chiarezza a questa sclerosi delle idee e delle dichiarazioni. Nel frattempo dovremmo continuare a goderci questo triste teatrino di persone che si fanno leggi, tasse, riforme e poi scendono in piazza per protestarvi contro quando si accorgono che vanno ad incidere sul proprio piccolo orticello e di tecnici che parlano come se governassero l'economia di un'altra galassia.
L'unica visione veramente alternativa noi l'abbiamo sostenuta da sempre: le tasse non sono mai una soluzione.

C.Z.