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Le donne di Boldini

Le donne di Giovanni Boldini mi sono sempre piaciute molto.
Non mi sono mai interrogato sul perchè, ma non ho mai trovato un ritratto di esse che non mi muovesse qualcosa dentro, nel profondo.
Le sue donne sono sempre estremamente eleganti ed emanano un naturale senso di femminilità, probabilmente grazie all'enfatizzazione del giusto  dettaglio che fa il pittore, ma anche per il soggetto che incarnano.
Non sono donne qualsiasi. Sono donne di alta società, donne curate, donne che trasmettono la propria grande educazione.

Non sono però signore impostate, è tutto estrememente naturale: si vede che padroneggiano la loro condizione e che anzi fa profondamente parte di loro. Sono eleganza e portamento epidermiche, non costruite, che quindi le fanno risultare naturali e per nulla impostate nel loro modo di essere donne di classe. Questo senza dubbio costituisce il primo grande elemento che mi rapisce: quello che sembrano lo sono veramente, non emulano comportamenti da Donna, sono Donne.

C'è però di più. Molto di più. La questione non è solo di stile e portamento, altrimenti sarebbe esclusivamente un esercizio figurativo di rappresentazione (eccellente per altro) e poco altro.
Il punto cruciale è che la femmina di Boldini trasmette una grandissima tensione interiore, una grande spontaneità. Si capisce che dietro ad una tal forma, dietro a tal cura, ci sono donne vere, con una grande spinta sensuale, con sguardi che parlano, che vogliono parlare, che cercano di comunicare imbarazzo, malizia, insicurezza, noia o stupore. E' incredibile incontrare tale spontaneità in donne che di primo acchito immagineresti assolutamente distaccate, incentrate nella ricerca continua della forma perfetta.

Invece colte nei loro momenti più intimi o inaspettati trasmettono tutta la loro carica interiore. Trasmettono un lato umano che accompagna la loro raffinatezza.
La donna di Boldini non è una donna qualunque, ma soprattutto non è una donna per tutti.

Tutto questo chiaramente non potrebbe emergere senza le grandi capacità tecniche del pittore, capace di sottolineare certi aspetti sia estetici che interiori con l'uso del pennello, assolutamente mirato (a mio avviso) a mettere in risalto tutto ciò.
Basta vedere il diverso uso che viene fatto della pennellata che a volte arriva ad estraniare il volto o il corpo dal resto del contesto, fino ad annullare proprio quest'ultimo, pur dandoci un'idea grazie ai colori di dove ci si potrebbe trovare e del tenore dell'ambiente. Tutto lo stile è volto non a raffigurare semplicemente delle situazioni, ma a descrivere minuziosamente una condizione, a dare una chiave di lettura di volti e atteggiamenti. Boldini non è un ritrattista, ma un poeta.

Dicevamo che la donna di Boldini non è una donna qualunque.
La guardi e di fronte a lei non sogni di esserne padrone, ma di essere posseduto da quello sguardo, di essere cioè l'oggetto di quella passione, di quella tensione; di esserne causa e destinatario. E se anche lei è mossa a tormento, bramando di essere il motivo di questa agitazione sei già irrimediabilmente schiavo della sua espressione. L'uomo apparentemente cacciatore quindi, che sogna d'esser preda.

E lì si nasconde secondo me la chiave del rapporto di coppia: complesso equilibrio. Rapporto nel quale per forza di cose l'uomo deve fare l'Uomo, con la sua funzione protettiva, a volte dura e apparentemente dominante, e la donna riuscire ad essere se stessa senza scavalcare la figura maschile, imparando a completarsi in essa per via della sua innata complessità e fragilità che necessità per forza di cose di una protezione dalle mille sfumature (quando economica, quando prettamente fisica, quando sensuale, quando psicologica, quando di ordine..). Rapporto dove però questi ruoli devono essere capaci di ribaltarsi per rompere una rigidità antropologica via via che ci si addentra nell'intimità della condivisione; perchè Uomo e Donna pur avendo una propria natura e conservandola devono comunque riuscire anche ad esprimere un'individualità che esca da un rigido canone. Questa forse è la grande forza liberatrice dell'amore, la vera vittoria del romanticismo sul sentimentalismo.

 

 

 

E’ così appunto che l’uomo da padrone diventa irrimediabilmente servo, di uno sguardo, di un’attenzione, di una parola a volte bramata, ma saputa centellinare dall’altra metà per creare questa continua tensione. E’ così che si crea un continuo legame, un nodo indissolubile rappresentato dall’equilibrio di questa condizione.

Situazione ben rappresentata da questo rapporto con le donne dei quadri di Boldini, dove tu sei lì che speri di essere destinatario dell’attenzione o pensiero di una donna bellissima, che per foggia e bellezza sembra non aver bisogno di nessuno, ma che negli occhi riflette a sua volta questa estrema condizione di precarietà interiore; e tu che desideri proteggerla o averla in realtà ti stai letteralmente perdendo in un’amalgama di colori e pennellate, dove i ruoli saranno anche ben precisi, ma dove alla fine nulla più si distingue.

Scopri così che la bellezza ha senso solo se è una cosa estremamente viva, se è un rapporto corrisposto. Non solo contemplazione. Anche in un quadro apparentemente statico, figurarsi nella realtà.
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C.Z.