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L'EUGENETICA COLLETTIVA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ebbene sì, non esiste solo l’eugenetica negativa, come l’avevamo chiamata in un precedente articolo su queste pagine, riprendendo il nome usato da esimi professori e appassionati giornalisti. Esiste anche l’idea (solo l'idea per ora) di eugenetica collettiva.
Ecco cosa succede se il sonno della ragione prende campo. Succede che un professore, invitato a parlare in un incontro pubblico ad un liceo fiorentino, il Michelangelo, viene applaudito all’unanimità (anche perché sollecitato sul finale con domande “politiche”...). Il prof. Boncinelli ha spiegato l’evoluzionismo e Darwin, tema della lezione, prima della scoperta della codifica dei geni e poi la stessa teoria alla luce delle conoscenze di biologia molecolare di cui disponiamo oggi.

È stato lui tra i primi professori a delineare la similitudine tra i geni, codificanti o meno, di tutti gli esseri pluricellulari e unicellulari. Oltre a comunicare al prof. Boncinelli che nessuno si stupisce oggi della constatazione che biologicamente l’uomo è un essere pluricellulare, come migliaia di altri, lo rassicurerei del fatto che questa similitudine non mette in ombra la grandezza dell’essere umano, la sua superiorità e l’ordine che esercita sul resto del mondo biologico. Pareva un po’ preoccupato di veder levarsi cori scandalizzati. Fin qui tutto bene. Cosa non andava, quindi?

Alla domanda di un’alunna, che chiedeva se la scienza
attraverso la genetica avrebbe aiutato in futuro a ridurre alcune malattie e migliorare l’uomo (ahi!), il professore ha risposto che Sì, scopriremo i geni di molte malattie, Sì, la vita si allungherà, e Sì, entro circa quindici anni ci sarà il modo per migliorare l’uomo (avete capito bene). Il professore ha anche voluto mettere in guardia l’auditorio: fate attenzione, perché decideranno come migliorare l’uomo, se farlo più intelligente o più loquace o più disciplinato... Quindi il professore prosegue e apre scenari nuovi e auspica la promozione di dibattiti pubblici, non dei semplici comitati di bioetica (“piccoli parlamentini che servono a poco”), per arrivare a una scelta quanto più condivisa di quali caratteristiche dare alla persona umana, perché il senso che si imprimerà al miglioramento dell’essere umano non sia (bontà sua!) scelto dall’alto, ma condiviso e scelto con metodo democratico.

Ecco qua la nuova frontiera del professore
leader nella genetica molecolare. L’eugenetica collettiva. Perché, se è un singolo a sceglierla è peggio e se la scelgono tutti è meglio? Forse l’unico modo per contrastare l’avanzata inevitabile dell’eugenetica è renderla collegiale? Cosa gli fa dire che è inevitabile che vi sarà una manipolazione così invasiva sulle generazioni che verranno? Aggiungendo, peraltro, che le manipolazioni non riguarderanno più solo i geni, ma gli stessi cromosomi!  

 

 

 

E ora vi dico perché  vorrei che le scienze venissero davvero studiate. Conoscere il buono delle scienze, le sfide che offrono, i loro vari e appassionanti percorsi, la bellezza di questi e soprattutto i loro grandi orizzonti conoscitivi sarebbe il miglior modo per mettere a tacere le megalomanie di alcuni scienziati. Non è provocazione, è realtà. Se la conoscenza e la passione scientifica mediamente crescessero, credo che la protervia di certi professori diminuirebbe come naturale conseguenza. E' inevitabile, è il positivo della scienza, il suo bello, serve a stupirsi delle meraviglie che ci circondano.

E forse non sentiremo più parlare di “martiri della scienza”
come se la scienza fosse un altare, un idolo cui inchinarsi, e non invece, uno strumento brillante di conoscenza, di miglioramento, sì, di crescita, ma pur sempre uno strumento. Della lezione del prof. Boncinelli ci è comunque piaciuta una certa concretezza, riassunta nel monito condivisibile che le teorie scientifiche, in quanto tali, non spiegano tutto, e così la teoria evoluzionista, e ugualmente il codice genetico, non raccoglie proprio tutto. Sembra un buon passo avanti rispetto al dogmatismo di alcuni scienziati che vorrebbero riassumere la persona a meccanismi biologici. Però non tutto si misura. La libertà, l’intelletto, lo spirito, seguono altre regole.

Saba Giulia Zecchi