/ 2 CHIACCHIERE CON..., ARTICOLI

Il Graal? "Cercatelo dentro di voi, non in Dan Brown"

La ricerca storiografica oggi non fa più distinzione tra vangeli apocrifi e canonici. Cosa sono i vangeli apocrifi, perchè sono stati scartati dalla chiesa che li ha bollati come "falsi", mentre gli altri sarebbero stati "ispirati"? E cosa raccontano di tanto diverso da quelli canonici?

La ricerca storiografica in realtà distingue con grande attenzione i canonici dagli apocrifi, esattamente come distingue qualunque altro documento storico in base alla sua importanza e alla sua veridicità, e che si presenti più o meno vicino agli eventi narrati. In questa linea l'attendibilità storica dei vangeli canonici e di quelli apocrifi non è nemmeno lontanamente paragonabile. I vangeli canonici sono tutti databili entro la fine del primo secolo d.C., addirittura pochi anni dividono la stesura di alcuni canonici dagli eventi della vita di Gesù; quelli a cui oggi generalmente ci si riferisce col titolo di apocrifi, invece, sono per lo più scritti tardivi, del II, III secolo ed oltre. E' poi necessario comprendere che l'autorità e il valore dei vangeli canonici, prima di derivare da un riconoscimento ex-cathedra della Chiesa apostolica, deriva da un generale consenso ed apprezzamento sorto all'interno della comunità cristiana primitiva, spesso formata da testimoni oculari diretti della vita del Cristo e, conseguentemente, capace di ben validare e discernere gli scritti autentici da quelli almeno dubitevoli. L'ispirazione dei canonici fu dunque il risultato di un vaglio storico-critico che si svolse in seno alla cristianità primitiva; solo dopo che questa preziosa cernita fu conclusa con il riconoscimento dell'assoluta veracità e della fondamentale importanza dei vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, la Chiesa, proprio per custodire questo prezioso deposito, li inserì nel canone dei libri sacri e li dichiaro ispirati dallo Spirito Santo. Ma lei chiede anche cosa raccontino gli apocrifi di così diverso dai vangeli canonici: senza scendere nei particolari -occorerebbe un corso intero, dato che gli apocrifi cui lei si riferisce sono svariate decine- posso dire che questi vangeli sono piuttosto inclini a strumentalizzare il messaggio di Cristo per validare le proprie posizioni filosofiche. Si tratta, molto spesso, di usare l'autorità e l'indubbio prestigio della figura del Cristo a convalida delle proprie posizioni filosofiche. Questo è evidente soprattutto negli scritti gnostici che usano la figura del Messia costringendolo nelle proprie convinzioni esoteriche e filosofiche. Esattamente quello che non fanno mai i vangeli canonici.

E' vero che i vangeli canonici, e in particolare quelli di Matteo e Giovanni, furono in realtà compilati da cristiani che non lo conobbero direttamente?
Per quanto riguarda il Vangelo di Giovanni possiamo dire che la tradizione, corroborata dalla ricerca storiografico, lo attribuisce generalmente all'apostolo Giovanni, non solo testimone oculare diretto della vita di Gesù, ma addirittura apostolo 'prediletto' e vicinissimo ai sentimenti e ai momenti fondamentali della vita del Signore.
Diverso è il caso dell'evangelista Matteo: la sua identificazione con l'apostolo Matteo (chiamato dal Messia mentre si trovava a riscuotere le tasse per conto dei Romani) è oggetto di acceso dibattito e di qualche dubbio fondato. Si tratta comunque di un testimone diretto dei fatti narrati, tanto importante nella Chiesa primitiva da conservare sempre il primo posto nell'elenco dei libri canonici.

Leggo su Focus che Gesù era: "un ebreo palestinese che vedeva la sua terra, promessa da Dio al suo popolo, dominata dai romani". E' una definizione riduttiva?
Non soltanto riduttiva - così riduttiva che non riesce a cogliere l'assoluta originalità della figura e della predicazione del Cristo - ma direi sostanzialmente errata.
Gesù si mostro sempre piuttosto disinteressato a compiere o guidare un'azione di liberazione «politica» dal dominio romano (ricorda le parole di Gesù a Pilato? "Il mio Regno non è di questo mondo: se il mio Regno fosse di questo mondo i miei servitori avrebbero combattuto per liberarmi, ma il mio regno non è di quaggiù…".
Certamente Gesù amava la sua terra, la sua Patria, e soffriva per le ingiustizie che vi si consumavano; tuttavia la sua missione aveva carrattere eminentemente spirituale e il suo concetto di liberazione andava senz'altro al di là delle semplici questioni politiche.

All'inzio il cristianesimo era diviso tra cristiani dell'ortodossia e gnostici. Cosa predicavano quest'ultimi? E chi ebbe la meglio?
Lo gnosticismo fu una corrente filosofica di impianto neoplatonico che predicava una divisione essenziale tra gli uomini, alcuni dei quali destinati alla salvezza eterna grazie ad una rivelazione intellettuale segreta riservata soltanto a loro (gnostici per l'appunto), mentre altri erano destinati alla perdizione perchè immersi nel mondo e nelle passioni materiali. Dunque una netta distinzione degli uomini in base ad una predestinazione pressochè totale. Il Cristo avrebbe rivelato soltanto a loro quella verità di natura intellettuale capace di garantire la salvezza eterna, mentre agli altri uomini era riservato un messaggio di carattere morale cui si doveva aderire soltanto per fede e non per illuminazione.
Inutile sottolineare che il messaggio cristiano riportatoci dai vangeli canonici ha carattere di universalità, è rivolto ugualmente a tutti gli uomini che non sono predestinati ad alcuna sorte aprioristicamente ed arbitrariamente determinata.
Chi ebbe la meglio? Veda: la verità è sempre per sua natura insidiata dalla menzogna, dall'errore e dalla malafede. In ogni epoca storica la limpidezza del messaggio evangelico è stata oggetto di vari tentativi di offuscamento e insabbiamento. Pensa che Dan Brown - che riesce a distorcere anche il messaggio gnostico pur di gettare discredito sull'autentico vangelo - rappresenti veramente qualcosa di originale? A parer mio è soltanto un mediocre ripetitore di luoghi comuni che con la storia non hanno nulla a che vedere, ma con il denaro Sì! Ma anche in questo caso il vangelo ci viene in soccorso: «la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno sopraffatta».

E' vero che Gesù aveva fratelli?
No, ma aveva senz'altro molti parenti. Il termine greco «adelphos», traduce molto spesso l'espressione ebraica «ha» con cui si indicavano i parenti ed anche il casato in senso largo. Dunque l'espressione «fratelli di Gesù» indica i suoi parenti, il suo casato, così importante nella cultura semitica del tempo.

E' la Veronica ad averci tramandato l'immagine del volto di gesù biondo "occidentale" con i capelli lunghi e la barba. E' un'identikit verosimile considerate le sue origini?
Penso che non sia così fondamentale conoscere con esattezza i tratti somatici di Gesù. E' evidente che gli influssi culturali si sono fatti sentire a livello di rappresentazioni iconografiche. Tuttavia i testi evangelici ci donano un altro identikit di Cristo, quello morale e spirituale, mentre ci lasciano per lo più nell'ignoranza circa le sue caratteristiche fisiche.

Inferno, paradiso e purgatorio: invenzioni umane?
Basta sfogliare un qualsiasi testo dell'Antico o del Nuovo Testamento per accorgersi quanto sia fondamentale la vita dopo la morte cui è destinato l'essere umano. Gesù è intervenuto costantemente su questo argomento così centrale nel suo messaggio. Anche se Lui usava spesso espressioni semitiche come «Geenna» per designare un luogo di tormento atroce, oppure «Regno dei Cieli» per indicare il Paradiso, tuttavia il messaggio relativo alla possibilità di salvezza o di dannazione eterna è indubitabile, come indubitabile è la sua matrice scritturistica.
Più articolata è invece la verità di fede nell'esistenza del Purgatorio: anche di questo stato si trovano passi della Scrittura che ne testimoniano l'esistenza, tuttavia non sono così numerosi come quelli relativi agli altri due stati eterni dell'anima.

Il dogma della transustanzazione è stato "deciso" a tavolino in un concilio o è anch'esso "parola di Dio"?
Il termine «transustanziazione» non è mai usato nella Bibbia. Non per questo il concetto che vi soggiace puo essere revocato facilmente in dubbio. Si basa infatti sulla parola di Cristo durante l'Ultima Cena: «Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo». Questo lo disse in riferimento al pane che stava spezzando per i discepoli. La Chiesa ha capito sin dall'inizio che quel pane «nascondeva», in realtà, la presenza reale di Gesù. Si compiva dunque un «passaggio» dalla materia «pane» alla materia «carne».
I medievali, specialmente San Tommaso, definirono questo passaggio col termine di transustanziazione che ha avuto molto successo anche in epoca posteriore perchè, con una sola espressione, riassume molto bene un ragionamento piuttosto complesso e una verità altissima, così alta da essere la fonte e il culmine della vita cristiana: l'Eucarestia.

Veniamo al Codice da Vinci, e al film che avuto un così grande successo nelle sale. Analizziamo qualche tesi che ne sta alla base: il santo graal altro non sarebbe che il sang real, la discendenza di sangue di Cristo.
Il Codice da Vinci non è altro, come dicevo, che il frutto di una serie di falsità, di luoghi comuni e di banalità messe insieme a fini commerciali, spacciate come fossero verità di prima mano e di rivelazioni storicamente documentabili. In una società come la nostra basta toccare alcuni tasti (come il sesso, la congiura contro presunte verità nascoste, il Vaticano e i sacerdoti, misteriose sette segrete ecc.) e il successo, specialmente quello economico, è garantito.
Mi chiedo - e la risposta mi pare piuttosto ovvia - cosa sarebbe successo se anzichè inventare fandonie contro Cristo, la Chiesa e il cattolicesimo, Brown avesse fatto un'operazione analoga tirando in ballo l'Islam e Maometto, oppure il Dalai Lama e il Buddhismo…
Certo va riconosciuta all'autore una notevole abilità narrativa che ha contribuito al successo del thriller, ma dal punto di vista storico proprio non ci siamo. Certamente i lettori sprovveduti, quelli che mai si impegnerebbero nella lettura di un testo scientificamente e storicamente attendibile, possono lasciarsi irretire dalle tesi del Codice. Ma veniamo al dettaglio della sua domanda.
Cosa è il Graal? Il Graal è veramente cio che ognuno desidera che sia. Non a caso nel corso della storia è stato considerato alternativamente un oggetto fisico (soprattutto il calice utilizzato da Cristo durante l'ultima cena), un simbolo (specialmente una fonte di giovinezza e di salute perenne ma anche una sorgente di saggezza e di verità…) oppure soltanto un filone lettarario (un mito che nel corso dei secoli si sarebbe caricato di simbologie e significati diversissimi).
Come vede c'è ampio spazio per la fantasia, anche per quella molto vivace di Brown. Pensi che la storia del Graal ha origini celtiche, e quindi precristiane. Probabilemnte il medioevo ha ripreso questa tradizione cristianizzandola (ricorderà quante raffigurazioni del calice/graal da cui si eleva una luminosissima Ostia si trovano nell'arte gotica). In effetti lo slittamento della coppa-graal precristiana al calice del sangue di Cristo si ebbe soprattutto durante le controversie sull'Eucarestia che culminarono nelle promulgazioni del IV Concilio Lateranense del 1215. Tutto il resto è… noia o fantasia, decida lei!

Cristo non sarebbe quindi morto sulla croce ma avrebbe vissuto a lungo, sposandosi con la Maddalena e dando origine ad una stirpe che si sarebbe congiunta con i merovingi. C'è una traccia di appiglio storico in tutto cio?
Assolutamente nessuna. Se Gesù si fosse sposato e avesse avuto figli la notizia sarebbe stata sicuramente riferita dai vangeli. Il fatto che essi non la riportino mai significa soltanto una cosa: che non era sposato e non aveva figli. Ma qui Brown torna all'attacco tirando in ballo i vangeli gnostici e insinuando che questi testi affermerebbero il contrario. Forse non tutti i lettori sanno che gli gnostici praticavano il celibato e l'assoluta astinenza sessuale. Figuriamoci se avrebbero presentato un Cristo sposato, con figli e relazioni coniugali.
La verità è che Brown, per dare una parvenza di credibilità alle sue fantasie, non soltanto è costretto a dequalificare i vangeli canonici ma anche a distorcere il messaggio di quelli gnostici. Un doppio travisamento storico, dunque.

Esiste il priorato di Sion?
Certamente. Purtroppo per i lettori del Codice non si tratta di un'antica setta segreta ma di una modernissima organizzazione esoterica fondata nel 1956 da Pierre Plantard più volte arrestato per aver indotto creduloni di ogni tipo ad entrare nell'organizzazione in cambio di ingenti somme di denaro.

La svalutazione del femminino sacro è un problema reale o è stato esasperato da Dan Brown? La chiesa è realmente una chiesa maschilista, al contrario di quello che voleva Cristo?
Se per «femminino sacro» lei intende la prostituzione sacra praticata dai pagani allora devo risponderle affermativamente: certo la Chiesa ha escluso da subito questa pratica avvilente per tutti gli attori coinvolti, sia di sesso maschile che femminile. Se per «femminino sacro» lei intende la sensibilità femminile (la femminilità è un pretesto di malcelato maschilismo) allora la risposta è sicuramente negativa. Come si spiegherebbe altrimenti il culto bimillenario della Madonna, o la meravigliosa storia di santità femminile che ha solcato la cristianità? Se c'è un'esperienza culturale che ha significato il riconoscimento della pari dignità dei sessi questa proviene senz'altro dal pensiero cristiano.
Le ricordo che Cristo fu anche aspramente criticato per aver accettato tra i suoi discepoli le donne (cosa inaudita per l'epoca) e per aver offerto loro il suo insegnamento (riservato dagli altri rabbi ai soli maschi), come si evince dal suggestivo episodio evangelico di «Marta e Maria».
Cio non significa che non vi siano stati condizionamenti culturali o che non si debba continuare a rendere effettivamente e compiutamente raggiunta un'eguaglianza dei due sessi; ma un conto è parlare di eguaglianza della dignità, un conto è parlare di egualitarismo dei ruoli. Uomo e donna sono eguali nella dignità e necessariamente complementari, il che significa che nè l'uno, nè l'altra, bastano a se stessi, purtuttavia sarebbe sciocco appiattire le vicendevoli ricchezze su di uno sterile egualitarismo dei ruoli. Per approfindire queste tematiche penso sia utile rimandare all'importante enciclica di papa Giovanni Paolo II 'Mulieris dignitatem' che rappresenta lo 'stato dell'arte' della riflessione cattolica sul tema in questione.

All'origine della chiesa alcuni tabu come il sesso preconiugale non erano tali, anzi la sessualità era un modo per avvicinarsi al sacro.
Le rispondero come rispose Gesù a chi lo interrogava più o meno su questo tema: "Vi sono eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli". (Mt 19,12) Chi puo capire, capisca.

D.M.