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AN ENGLISH TRIP

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un saluto a tutti i lettori di UT dalla città di Londra. Sto trascorrendo qualche settimana in Inghilterra e sto avendo la possibilità di imparare un po' di cose su i nostri cugini d'oltre Manica. Non vorrei limitarmi pero a dare giudizi sul cibo o sul meteo inglese e altre banalità di questo tipo. Qualsiasi turista fai-dai-te sarebbe capace di prenotare un volo low cost per l'Inghilterra. Vorrei invece cercare di condividere con voi le sensazioni e i sentimenti che questo paese è stato in grado di trasmettermi.

Bisogna dire che Londra è una città unica e irripetibile nell'insieme delle città inglesi, al pari di quello che è Parigi per la Francia e, molto probabilmente, Roma per l'Italia. Londra è davvero la capitale di un impero senza eguali nella storia, orgoglio per tutti gli inglesi di pelle bianca ed invidia per noi comuni europei. E' proprio questo, forse, il punto cruciale per comprendere le idee prevalenti in questo paese. Fino a pochi decenni fa gli inglesi e Londra erano in grado di comandare quasi un quinto della superficie terrestre. Certo le cose cambiate e noi italiani dovremmo ricordarcelo. Avete dimenticato il 'sorpasso' degli anni sessanta? Non mi riferisco al film del grande Risi, ma a quella decisa ed irruente cavalcata che quella generazione di italiani ha condotto e che ci ha portato negli anni seguenti addirittura a superare gli inglesi nelle statistiche del reddito pro capite. In poche parole ad essere più ricchi di loro. Ancora una volta le cose sono cambiate col trascorrere degli anni e oggigiorno il nostro paese non sa in che modo riuscire a tornare su quella strada.

Al contrario gli inglesi sembrano ancora dotati di quella forza necessaria per competere e vincere la corsa al benessere. Forse la fine della guerra e il crollo del impero hanno segnato cosi tanto questo popolo che il desiderio di tornare e rimanere tra i grandi della terra è tornato prepotente. Ma forse, e questa è l'opinione di chi scrive, gli inglesi non hanno mai perso quel desiderio. Probabilmente Parliament Square non tornerà mai più a legiferare e governare su territori cosi distanti ed eterogenei come ha fatto nei secoli passati. Certamente pero l'Europa intera, l'America e qualsiasi nuova futura potenza dovranno confrontarsi con Londra e con il popolo che questa rappresenta.

La sfida per noi italiani è capire che solo ritrovando la forza dei nostri nonni (indipendentemente dalle condizioni economiche contingenti) e del 'miracolo italiano' potremmo davvero riprendere a correre al fianco dei paesi più sviluppati della terra. La lezione da imparare, potremmo metterla in questo modo, è la determinazione di un popolo a voler essere protagonista. Non ha importanza il modo con cui ci si puo riuscire, l'importante è riuscirci, lavorando, lavorando molto più degli altri. I grandi problemi della nostra epoca non si possono certo risolvere con un paio di legislature politiche. Il caro vita delle città, l'imminente crisi del mercato finanziario, le nuove politiche ambientali ma soprattutto l'integrazione razziale e lotta alla povertà sono i temi più caldi dell'opinione pubblica inglese. Argomenti difficili, in grado di spaccare una nazione. Magari tra bianchi e neri, o tra ricchi e poveri. Non è facile prevedere il futuro di questo paese di fronte a temi come questi.

L'integrazione razziale è di fatto improponibile. Impensabile a partire dalla parola stessa. Non voglio neppure accennare ai fatti dell'agosto 2005. Piuttosto potremmo parlare di convivenza razziale. Forse l'Inghilterra potrebbe riuscirci usando la più banale delle sue armi: l'inglese. Tutti in Inghilterra parlano inglese (tranne noi italiani…). Gli immigrati provengono infatti dalle colonie. Difficilmente questo avviene qua da noi, dove asiatici o africani sono incomprensibili persino per la cassiera di un supermercato. La possibilità di comunicare con chiarezza tra persone di etnie diverse è fondamentale per costruire una società equilibrata e matura. Gli inglesi ce la possono fare. Non ci sono riusciti fino ad esso e sarà necessario ancora del tempo ma la convivenza razziale è possibile. Il dibattito è continuo e coinvolge neri, bianchi ed asiatici.

Il conflitto ovviamente riguarda la povertà. Qua a Londra ci sono molti quartieri ricchi e molti altri poveri, ma nessuno di questi è abbandonato a se stesso. La città cerca di combattere il degrado con un miglioramento continuo dei trasporti e delle infrastrutture pubbliche. Non sarà facile far sentire tutti uguali i cittadini di questa grandissima città, ma lo sforzo dell'amministrazione sembra questo. Ancora una volta mi sento di forzare un paragone con il nostro paese. Rimanere indietro è sbagliato. Anzi è una colpa. Il trasporto pubblico londinese è un modello da importare in blocco, altro che la tramvia fiorentina. La dove il servizio pubblico non puo e non deve arrivare, ci deve essere la concorrenza tra i privati a portare al miglioramento continuo delle condizioni di vita dei cittadini. Noi italiani siamo consapevoli di questo? A mio parere no. Tuttavia l'idea stessa di confrontarsi con una realtà cosi diversa dalla nostra puo darci notevoli vantaggi. Magari non sarà possibile imparare dalle abitudini altrui o trovare soluzioni a problemi non nostri. Tuttavia la forza e lo spirito del popolo inglese potrebbero almeno inspirare, in qualche modo suggerire, un nuovo 'miracolo italiano'.

Simone Scarlini