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300

Devo confessarvi che ero pieno di pregiudizi prima di andare a vedere "300" di Zack Snyder, trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo grafico di Frank Miller.
Non sono mai impazzito per i film in stile fumetto e credevo che questo espediente realizzativo stavolta mi avrebbe rovinato una pagina della storia davvero sacra, per me come per chiunque ami la storia della civiltà occidentale.

Dopo quasi due ore di film ogni pregiudizio è caduto: lo stile della graphic novel è un godimento per gli occhi, ogni scena è un quadro, ogni gesto in battaglia sembra prender vita da un mosaico o da un piatto di argilla dell'antica Grecia. Sembra che quei dipinti si materializzino per rinnovare la leggenda e le geste di quegli antichi e valorosi uomini.
La cronostoria della battaglia delle Termopili è ben nota: Leonida, Re di Sparta, sacrifica sè stesso e 300 tra i suoi migliori soldati nell'estremo tentativo di ritardare l'avanzata dello sterminato esercito persiano al comando di Serse, così da dare modo ai greci di coalizzarsi e organizzare la controffensiva.

Violento, a tratti violentissimo "300" tuttavia non disturba perchè gli schizzi di sangue e le teste mozzate al rallentatore sono una parte legittima di una grande messinscena. Gli spartani, scolpiti nel corpo e duri nell'animo non cedono fino alla fine a costo della vita, riaffermando i valori per cui sono cresciuti. La sterminata armata persiana (storicamente si pensa furono circa 200 mila) è dipinta (è proprio il caso di dirlo) come l'armata del male. Non sono rare le citazioni fantasy: dal Signore degli Anelli (si pensi agli orchi, ai mostri incatenati e deformi, agli enormi elefanti), a Stargate (Le fattezze e la parlata del Re-Divinità Serse), fino al Gladiatore come mi ha fatto notare un mio amico (le scene sui campi di grano, fra tutte..).

Le critiche piovute a fiumi specie da una certa intellighenzia nostrana sensibile agli appelli dei Mullah e dallo stesso Ahmadinejad (il Serse di oggi) sono prevedibili e figlie di una lettura politica dell'opera a cui noi non ci asteniamo.
Zack Snyder è sfacciato nei riferimenti all'attualità: i 300 di Leonida assomigliano tanto al piccolo Israele assediato dai 100 eserciti di Serse (i paesi arabi coalizzati con l'Iran) in attesa di un risveglio dell'intero occidente che dia vita allo scontro decisivo.
Ieri come oggi le mire di invasione di quei popoli sono forse mutati nelle forme ma non nei propositi. La mira egemonica passa oggi dalla cultura e cerca di infiltrarsi nelle (ahimè, numerose) crepe nella svenduta identità europea e occidentale a cui solo Israele e gli Usa sembrano opporsi.
Oggi come ieri non serve il politicamente corretto ma solo la determinazione di respingere, ancora una volta, chi vuole la fine del nostro mondo. Oggi come allora, è una questione di sopravvivenza. Ma nel nostro tempo senza eroi l'assenza di un Leonida è una mancanza davvero insopportabile.

D.M.