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TESTIMONE DEI RACCONTI E DELLA NOSTALGIA

Chi scrive è ancora nell’animo quel ragazzino che un tempo non sognava di diventare un calciatore di successo come i suoi amici, ma inseguiva un’altra aspirazione: avere la tessera dell’MSI. Non mi chiedete perchè, non saprei dirvelo forse nemmeno io. Forse l’intrinseco fascino di un passato scomodo e volutamente taciuto, scheletro nell’armadio di tanti soloni e orgoglio di tanti piccoli eroi dimenticati; il desiderio di portarla in mezzo agli altri e che trovasse albergo nella mia società al pari delle altre storie. Quella tessera non l’ho mai avuta alla fine, perchè gli eventi sono precipitati prima che riuscissi ad avere l’autonomia di presentarmi a quel portone. Poi la politica mi ha divorato sotto ogni aspetto, o forse sono io che ho divorato la politica, come pane quotidiano, sotto l’unica insegna che nasceva da quel passato; ma quella tessera con quella fiamma mi è rimasta nel cuore pur non avendola mai avuta.

Le questioni del cuore sono questioni del cuore, e non sono mai campato di nostalgie e ricordi. Ho sempre avuto un gran rispetto per esperienze e storie che non potevano appartenermi, per ovvi motivi anagrafici, e con le quali nutrivo la mia curiosità e la passione. Non mi sarei mai permesso di sostituirmi ai veri protagonisti, tantomeno di giudicarli o, ancora peggio, di appropriarmi della loro esperienza. Io sono un testimone dei racconti, non del loro vissuto. E questo grande rispetto mi ha sempre guidato. Non ero di quelli che frequentando le sezioni facevan man bassa di cimeli e pezzi di storia, ma ne ho conosciuti tanti: tanti coetanei miei che si ritenevano più degni degli altri, degni a tal punto di portarsi via pezzi di storia (fossero bandiere, spille, foto o dediche) ritenendosi in diritto di farlo, più in diritto di tutti, senza nemmeno chiedere. E’ così che quando mi sono passate davanti delle vecchie tessere del movimento sociale, quel piccolo grande sogno che avevo accarezzato un tempo, lasciate chissà quanti anni fa da qualche iscritto smemorato, mai mi sarei azzardato a toccarle.

 

Oggi quelle tessere nei cassetti non ci sono più, prese da qualche collezionista di cimeli che evidentemente le ritiene più sicure in mano sua che dove sono. Le cercavo l'altro giorno, ma la mia curiosità è rimasta sopita. Vi chiederete perchè vi racconto questo: non sono i vaneggiamenti di un ragazzo cresciuto. Quello che ho vissuto sta accadendo anche a livello nazionale. C'è una realtà che non esiste più, quella di una destra ghettizzata che doveva pensare a far salva la pelle e contemporaneamente, essendo il governo un'illusione, immaginarsi il futuro e andare oltre le piccole contingenze borghesi che tanto pesano nella vita di ogni giorno ma poco servono a sognare. Quella destra è stata archiviata dalla storia e dagli italiani, ma non perchè abbia perso la sua sfida, tutt'altro.. oggi finalmente esiste un sistema bipolare, un'alternanza. La destra è finalmente maggioritaria nel paese e si sente parlare di temi che un tempo potevi sollevare solo al chiuso della propria sede.

Per ricominciare a sognare pero questa Italia ha bisogno di ricette concrete e di soluzioni. Molta pratica e poca teoria. E la Destra che oggi si trova a dover fronteggiare questa situazione non si puo sottrarre dai propri doveri. Si sta scrivendo una pagina nuova per l'Italia e lo si sta facendo da destra, quanto meno alla destra di tutto cio che c'è stato finora. Non dico che sia un bene o un male. Dico che è così e basta, che ci si strappi i capelli o si stappi lo spumante. E' comunque sempre la passione che continua ad animarmi. E' sempre quel Movimento Sociale Italiano che mi porto dentro, ma che non mi è mai purtroppo appartenuto e che non mi appartiene nemmeno oggi, ma che forse ancora più di prima mi riscalda il cuore, che è li a ricordarmi dove è iniziato tutto. E così il testimone continua a girare e quella fiaccola continua ad accenderne altre. E' la fiamma di chi non ne ha fatto un cimelio da mostrare in camera, ma un punto di partenza per "accendere" nuove pagine e nuovi sogni, perchè la mia generazione fondi un'italia nuova, non come quella degli anni 30, ma con lo spirito con cui fu fatta quell'Italia li' da tanti giovani. Ma vi prego non appropriatevi anche di questa storia, non è più di nessuno o forse finalmente è di tutti.

C.Z.