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Pratesi, gente sportiva

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo ha fatto in tutti i campi citati: e non citiamo l'industria tessile e dolciaria, perchè ci sembrerebbe di sfondare la banalità. Siamo spesso i migliori: e anche se non lo siamo, abbiamo i mezzi per lottare per diventarlo. Solo che molte volte non lo sappiamo.

Nello sport è lo stesso: lo sport nazionale dominato dal calcio, nel quale c'è ben poco spazio per chi non gioca in Serie A. Spesso ci si ritrova a tenere alle sorti della propria squadra cittadina solo per amor di patria, ma non per reale affetto.
Quasi sempre non si sa niente di cio che un manipoli di atleti fanno, per rendere grande la propria città agli occhi dell'Italia e, perchè no, dell'Europa. Eppure basta guardarsi intorno, appena poche centinaia di metri da casa propria, e scopriamo che, in fondo, non siamo poi così inferiori a città come Milano, Torino, Firenze.

Prato, negli ultimi 9 anni, è stata Campione d'Italia 6 volte: lo sapevate? Meglio di città più grandi e blasonate. Abbiamo imprese private che sostengono sport che nessuno segue, ma nei quali diamo da anni spettacolo, pur con qualche pausa negli ultimi tempi.
Alla fine degli anni '90 l'Al.Pi. Prato sgominava il dominio di Trieste nella Pallamano: ricordo ancora la radiocronaca della Gara-3 di Finale al PalaPrato, con la voce rotta del radiocronista e l'emozione per quella parola mai sentita prima, associata alla mia città: Scudetto!
L'anno dopo ci ripetemmo, e vincemmo anche la Coppa Italia, per non farci mancare niente. Fior dei migliori campioni venivano a Prato: perchè eravamo i più forti.

Un altro esempio: l'Hockey su Pista. Siamo stai Campioni d'Italia nel 2002/03, giunti in finale più volte. Siamo andati a giocarcela nella Champions League contro le fortissime squadre spagnole di Barcellona. Non basta?
Ecco il Furpile Prato. La squadra di Calcio a 5 che più di ogni altra, forse, ha regalato vere emozioni. Funamboli del pallone a rimbalzo controllato che hanno conquistato vittorie e trofei. Due Scudetti, nel 2002 e nel 2003, due Coppe Italia, due Supercoppe. E due Champions League dove demmo spettacolo, e sfiorammo la finalissima.
Neppure si contano i campioni venuti sulle rive del Bisenzio: Cristoforetti, Fiori, Di Giosio, Bearzi, Rubei, Sandrinho, Chilavert, Schurtz, Vicentini, Feller: una filastrocca che ancora oggi, ai nostalgici, gonfia il cuore di pianto. Ricordare tutte le partite leggendarie, dalle sfide con le due romane (Roma e Lazio) alle partite di Champions sarebbe lungo e stucchevole…

Negli ultimi due anni si fanno avanti anche i Cavalieri Prato, la squadra di Rugby: da due anni arrivano ad un passo dalla promozione nel Super 10, per giocarsela contro squadre come Benetton Treviso, Viadana e L'Aquila, che anche i profani hanno sentito nominare.
Oggi viviamo una fase di stanca. In tutti e tre gli sport citati non brilliamo: nella Pallamano stiamo stabilmente in Serie A, ma senza acuti. Nell'Hockey siamo ad alti livelli, ma non possiamo competere per lo Scudetto. Nel calcio a 5 siamo retrocessi in Serie B (la terza serie) dopo una fusione col Toscana Sport, cambiando pure nome. Ma le basi per risorgere ci sono, perchè esiste una base, uno zoccolo duro.

E il calcio? Lì la storia è lunga, complicata, fatta di dispiaceri e polemiche; condita da insuccessi, fallimenti, sonore sconfitte e vittorie di Pirro. Quella è un'altra (brutta) storia.

Claudio Galardini