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Mac-economy

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo il Super Tuesday si chiarisce la situazione in casa repubblicana. La redazione di UT aveva fatto il suo endorsement per Rudy Giuliani, nonostante qualcuno ( il sottoscritto! ) avesse sempre sperato in cuor suo l'affermazione a sorpresa di Fred Thompson. Ritiratosi Giuliani, McCain sembra vere la strada spianata, come ci spiega chiaramente David nell'editoriale post Super Tuesday. Il Club for Growth si è concentrato, nella sua analisi, sulle istanze economiche, tracciando un profilo ecoomico di ogni candidato repubblicano. Vediamo il giudizio su McCain. Sul fronte della tassazione, il senatore si è comportato in modo ondivago: ha votato a favore del taglio delle tasse di Bush nel 2006 e del taglio delle tasse sui capital gain nel 1996. Comportandosi in modo differente, si è fieramente opposto al taglio delle tasse sui redditi e sugli investimenti varato da Bush nel 2001 e nel 2003. Proprio l'opposizione a questo taglio contribuisce, secondo il Club for Growth, ad incrinare le credenziali fiscali di Mac. A questa decisione si associano i voti per 14 (nel 2001 e nel 2003) emendamenti 'pro-tax side', tra cui: 'An amendment sponsored by Senator John D. Rockefeller (D-WV) to prohibit a reduction in the top tax rate until Congress enacted legislation to provide a prescription drug benefit[10] An amendment sponsored by Senator Russ Feingold (D-WI) against full repeal of the Death Tax.[11] This vote is in keeping with Senator McCain's 2002 vote against repealing the Death Tax[12] An amendment sponsored by Tom Daschle (D-SD) and co-sponsored by Senator McCain to limit tax reduction in the top tax bracket to one percentage point'. Il Club for Growth (CfG) ci informa che McCain ha anche supportato 'odiose misure' come: 'An amendment sponsored by Senator Russ Feingold (D-WI) against full repeal of the Death Tax. This vote is in keeping with Senator McCain's 2002 vote against repealing the Death Tax'. In definitiva, viene dichiarata la preoccupazione sulla possibile strategia economica di una futura amministrazione McCain sul fronte tasse. Il CfG promuove Mac a pieni voti sul fronte della spesa statale, elogiandolo per le sue battaglie contro i progetti dispediosi e spreconi. Viene ricordato il suo impegno per una serie di emendamenti volti al taglio della spesa in diversi settori: dal taglio di 74,5 milioni di dollari per vari programmi agricoli al taglio di 6 milioni di dollari per i coltivatori di canna da zucchero delle Hawaii. Si ricordano, inoltre, le diverse leggi di spesa ('pricey bills') a cui il senatore si è opposto: dal Farm Security Bill del 2002 ai '2 billion dollars' di 'milk subsidies'. Importante anche il voto a favore della riforma del welfare. Piena promozione anche sul libero commercio, in merito al quale viene definito 'strong proponent of free trade in the U.S. Senate'.

Vengono ricordate le leggi di abolizione delle barriere commerciali per cui Mac ha votato in modo favorevole: l' 'Oman Free Trade Act', il NAFTA, l' U.S.-Chile Trade Act, l'Africa Free Trade Act, per la normalizzazione di rapporti commerciali con la Cina ed il Vietnam. Promozione piena anche sull' issue della 'school choice', dove gli viene riconosciuto un'impegno costante e coerente in favore della libera scelta scolastica. Sul fronte della regolamentazione riceve le critiche per il sostegno a diversi programmi, come il Patient's Bill of Right, sponsorizzato da Ted Kennedy e John Edwards, o come il Climate Stewardship Act, sponsorizzato insieme al senatore Joe Lieberman. Questo il giudizio del CfG su questo programma: 'This intrusive bill was projected to cost $76 billion annually by 2025, with huge increases in the cost of electricity and gasoline according to the Department of Energy'. La sua occasionale impazienza nel supportare e incoraggiare la accresciuta regolamentazione governativa fa pensare ad una preoccupante sfiducia nel libero mercato. In conclusione, il giudizio sul probabile frontrunner repubblicano, è ottimo in tema di spesa statale, libertà di scelta scolastica e libero commercio.

Queste posizioni contrastano con la scelta di opporsi ai tagli fiscali di G.W. Bush e con il supporto occasionale a programmi che incrementano la regolamentazione statale. La sua ricerca di politiche anti-crescita e anti-libero mercato sui temi delle tasse e della regolamentazione indica la sua ambivalenza, se non aperta ostilità, verso il governo limitato e la libertà individuale. Il CfG conclude così: 'This ambivalence, combined with a rebellious nature, often leaves taxpayers the victims of his latest cause cèlèbre. Despite his positive votes-and there are several-his negative positions have tainted, perhaps beyond repair, the positive ones over his twenty-four years in Congress. The evidence of his record and the virulence of his rhetoric suggest that American taxpayers cannot expect consistently strong economic policies from a McCain administration.' Si capisce, insomma, perchè Big Mac non convinca in pieno la pancia del partito repubblicano e d anche molti conservatori, nonostante nessuno possa mettere in dubbio la sua genuinità e serietà.

J.Landi