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L'EURABIA LASCI LAVORARE ISRAELE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dall'inizio delle operazioni militari israeliane nell'ambito dell'offensiva “Piombo fuso” contro i terroristi di Hamas abbiamo visto una grande mobilitazione della diplomazia europea.
Guidati dal presidente di turno, il francese Sarkozy, si sono tenuti incontri multilaterali e bilaterali tra i leader europei, perseguendo un unico obiettivo: uno stop all'operazione israeliana.
Ecco tutto quello per cui l'Europa si sta mobilitando: strappare una tregua al governo Olmert (ed al Ministro Livni) e quindi offrire oggettivamente un periodo “ristoratore” alle truppe di Hamas.

Fortunatamente Israele ha subito rigettato la richiesta effettuata dal Ministro degli esteri francesi Kouchner, il quale ha pensato bene di chiamare la richiesta “tregua umanitaria”, in modo da toccare le corde sensibili dei cuori teneri, pulsanti unicamente per i palestinesi, di Hamas e non.
Nessuno, o quasi, che pensi alla situazione ed alla sicurezza di uno stato sovrano (e democratico) come Israele.

L'Europa (e la Francia in particolare, come da sua tradizione) si è specializzata nell'intervenire al momento più opportuno per gli aggressori di Israele. Proprio come quando, lo scorso anno, Israele attaccò Hezbollah nel Libano del sud per rispondere al rapimento di soldati israeliani. L'UE (e l'Onu, naturalmente) fece il possibile per inviare una missione, l' “Unifil”, che andasse a frapporsi tra le forze israeliane e i terroristi di Hezbollah, salvandoli dal subire un sicuro duro colpo.
Ciò ha permesso a Hezbollah di riorganizzarsi, riarmarsi e di prepararsi a sostenere nuove azioni terroristiche contro lo stato ebraico.

Oggi, ancora una volta, l'Ue e la banda antisionista dell'Onu vorrebbero offrire ad Hamas un bel periodo di tregua dagli attacchi israeliani per, appunto, riorganizzarsi e riarmarsi (lasciando il debito tempo all'Iran e alla Siria di intervenire...).
Il governo israeliano, che stando ai sondaggi gode dell'approvazione dell'80% della popolazione, dovrebbe procedere nonostante le assurde ed unilaterali proposte dell'Eurabia ed avviare anche un'operazione di terra per sferrare un colpo fatale ad Hamas, senza la cui sconfitta (e magari scomparsa) un cessate il fuoco sarebbe inutile e dannoso; servirebbe solo a spostare temporalmente nuove aggressioni dalla Striscia di Gaza su Israele e posporrebbe il problema senza proporre nessun tipo di soluzione se non definitiva, almeno duratura nel lungo periodo.

Se l'Ue e l'Onu si mobilitassero contro la corsa all'arma nucleare e contro il supporto al terrorismo islamico dell'Iran di Ahmadinejad, almeno la metà di quanto fanno ogni volta che soffia un proiettile israeliano, l'efficacia e la reputazione di queste organizzazioni sicuramente ne gioverebbe.
Non siamo ottimisti su questo. Speriamo di poter ben sperare, però, almeno su Ehud Barak e Tipzi Livni.

J.Landi