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"La nostra generazione? Post-sbornia"

Ciao Giovanni, partiamo dalla fine: recentemente su www.sfida.org hai lanciato l'idea di "Generazione Post '94": un modo per evidenziare un malcontento di una generazione che sconta sulla propria pelle gli errori dei padri. Nelle nostre riflessioni su UT abbiamo recentemente evidenziato come quel patto generazionale che reggeva da decenni l'Italia, sia saltato: i padri lasceranno un mondo peggiore ai figli?
Le nostre generazioni più che scontare in generale gli errori dei padri subiscono oggi i postumi di due pessime ubriacature colletive: il sessantotto prima e l'utilitarismo degli anni'80 dopo. La prima ubriacatura ha ucciso il merito e la disciplina, la seconda ha distrutto la moralità nelle scelte dirigenziali.
Come quando esci la sera, le sbornie peggiori derivano dai mix di alcoolici, così il mix del "vietato vietare" dei kollettivi shakerato con l'immorale opportunismo delle tangenti della "Milano da bere", ha creato una generazione completamente priva di morale collettiva e di responsabilità etica nazionale. Inseguire il tutto e subito ha portato al poco e niente domani.

Come si concretizzerà questa chiamata alle armi dei nostri coetanei? Solo una scossa o un vero e proprio progetto politico?
Intanto sarebbe bello riuscire a dare una vera e propria scossa, poi vedremo... Certo non sarà facile nemmeno scuotere le nostre generazioni.



Quanto l'attuale situazione politica ha accellerato questa idea?
Moltissimo. L'ipotesi delle alleanze politiche rimandate a dopo il voto e non dichiarate prima, è una follia, uno scippo di dignità.
E' il tentativo di restaurare in Italia una classe politica che non risponde agli elettori, è il tentativo della politica, ormai debolissima in Italia, di difendersi isolandosi ancora di più dal popolo italiano. Prima hanno tolto le preferenze per metterci i collegi uniminali, poi hanno tolto i collegi uniminali senza rimettere le preferenze con le odiose liste bloccate. Adesso vorrebbero non dirci prima nemmeno le alleanze.
Di fatto emerge la volontà degli eletti di non voler essere giudicati dagli elettori. Un'autoreferenzialità che rischia di far risorgere i "governi balneari" e le "convergenze parallele".


Da Silvio a Walter, due grandi partiti per un sistema elettorale tedesco/spagnolo dove le altre formazioni probabilmente saranno solo spettatori di un nuovo bipolarismo. Un ragazzo di destra o di centrodestra è dentro o fuori del Popolo della Libertà? E chi è il Popolo della Libertà?
Purtroppo il Popolo delle Libertà non è quel progetto politico unitario che sognavamo.
Non nasce, come speravamo, dall'ambizione di raccogliere l'eredità della CDL e traghettarla nel futuro prossimo e remoto, non è una operazione di ampio respiro mirata a salvaguardare il patrimonio del centrodestra, purtroppo è il frutto amaro dei personalismi tra Fini, Berlusconi e Casini.
iL vero sconfitto rischia di essere il popolo del 2 dicembre.
Tutta la vicenda della federazione e del partito unico è sempre stata scandita da tatticismi interni e dagli umori dei leaders e quasi mai da lungimiranti strategie svincolate all'attualità. Un progetto di questo tipo riempie i quotidiani per qualche giorno, ma svuota i cuori per sempre.
Un ragazzo che vuole cambiare il mondo, oggi forse non riuscirebbe ad appassionarsi a nessuno dei partiti nè del centrodestra nè del centrosinistra. Nessuno riesce a far sognare, ad evocare scenari futuri, ad entrare in empatia con la rabbia generazionale che cresce in Italia.

Dici nel manifesto di "Genearazione Post '94": "Noi che non avremo una pensione. Noi che dopo anni di studio scopriamo che la laurea è inutile nel mondo del lavoro.Noi che pagheremo quaranta anni di contributi per chi in pensione è andato a quaranta anni". Te che sei a contatto con il mondo politico non pensi sia utile inziare ad far passare certe idee come la liberalizzazione degli ordini professionali, la responsabilità individuale nel crearsi una propria pensione e una propria sanità, l'abrogazione del valore legale del titolo di studio. Per finire col far passare il contrario esatto di quello che ci dice TPS: spieghiamo ai giovani che le tasse sono il male, che lo Stato è il male. Spieghiamo come una riforma dello stato assistenziale, improntata sui principi dell'autonomia personale, sarà inevitabile e che senza questa riforma tutto crollerà.
Conosco la linea editoriale di UT, ma non esageriamo... Non potro mai pensare che lasciar morire per strada chi non ha i soldi per pagarsi l'assicurazione privata sia una soluzione per la malasanità o che eliminare la certificazione degli ordini risolva i problemi delle caste o che il tempo passato all'Università avrà un valore solo quando non avrà più valore legale la laurea.
Non credo che lo Stato sia il male, anzi... Il male sono invece coloro che abusano delle resposabilità.
Conosco e apprezzo le provocazioni di UT, sono schifato dalle caste accademiche, economiche, professionali e anche politiche, ma l'autonomia responsabile in Italia è un'utopia, finirebbe per agevolare non i migliori ma i più spregiudicati.
Oggi la politica discute di chi è già tutelato: dai sindacati, dagli ordini professionali, dai partiti... Nessuno invece si occupa di chi, come noi, vivrà nella giungla.
In questo disagio esistenziale si inserisce la sinistra estrema che cerca di sciacallare consensi illudendo i giovani sulla possibilità di future tutele.
La rivoluzione che dobbiamo fare è quella di abolire il concetto di "TUTELA" per sostituirlo con il concetto di "MERITO". Ma per fare questo è necessario che lo Stato, che non è il male, si incarichi di garantire a tutti pari opportunità e non si limiti al ruolo di arbitro nella libera concorrenza.

Ultima domanda: dalla militanza politica fino alla guida di un movimento che rappresenta gli universitari di destra in Italia, il tutto senza mai smettere di divertirsi, come mi hai detto. Si puo contemporaneamnte fare politica divertendosi e rimandendo liberi?
Sempre di militanza politica si tratta, non è che cambi molto.
Sono passato dall'occupare le aule della facoltà di Agraria a Firenze, ad occupare il Ministero dell'Università a Roma, sempre con striscioni e megafono in mano. Da questo punto di vista il divertimento è aumentato in maniera esponenziale!
Quando posso esco ancora ad attaccare la notte i manifesti con i ragazzi del FUAN di Firenze.
L'importante è sempre cercare di cambiare il mondo senza mai farsi cambiare troppo.
Finchè si ha qualcosa da dire e da dare, l'entusiasmo per divertirsi sorge spontaneo.
Rimanere liberi? Questo è difficile crescendo, nella vita molto più che nella politica. Tra qualche mese mi sposo... Altro che Libertà!!! ;-)

Un saluto affettuoso dalla Redazione di UT ...
Un abbraccio immenso ai miei amici rivoluzionari-anarco-liberal-americanisti...
Continuate così: la politica è troppo ferma all'ancora, voi siete la tempesta di salvezza!

D.M.