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La battaglia di Santiago

Il 2 Giugno 1962 fu giocata una delle partite che la FIFA considera "storiche" nel panorama delle partite giocate ai Campionati Mondiali. Al pari di Italia-Germania Ovest 4-3, Uruguay-Brasile 2-1, Brasile-Italia 4-1, quel giorno si disputo una gara rimasta nella memoria. Una partita che per la sua violenza, fu ribattezzata "La battaglia di Santiago".

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 2 Giugno allo Stadio Nacional di Santiago del Cile, era in programma una delle due partite della seconda giornata del Girone B del Mondiale, che si stava disputando, appunto, in Cile.
Da una parte, i padroni di casa del Cile, sospinti da una nazione intera. Dall'altra, l'Italia.
In base ai risultati della prima giornata (Cile-Svizzera 3-1, Italia-Germania Ovest 0-0), per la squadra italiana era d'obbligo non perdere.

Putroppo, si arrivo alla partita completamente sommersi da un clima ostile. Per due motivi:
prima di tutto per l'utilizzo sconsiderato dei cosiddetti "oriundi" (Sivori, Altafini, Sormani e Maschio), non ben visti dal pubblico cileno.

Ma soprattutto per i non felici articoli che tali giornalisti del Resto del Carlino e della Nazione, rispondenti ai nomi di Antonio Ghirelli e Corrado Pizzinelli, avevano scritto sulla situazione di povertà in cui il Cile stagnava.
Negli articoli emergeva che Santiago era "... il simbolo triste di uno dei paesi sottosviluppati del mondo e afflitto da tutti i mali possibili: denutrizione, prostituzione, analfabetismo, alcolismo, miseria... Sotto questi aspetti il Cile è terribile e Santiago ne è la sua espressione più dolente, tanto dolente che perde in sè le sue caratteristiche di città anonima".

Nulla di clamorosamente inventato, ma le critiche piovvero come una tempesta. Gli articoli provocarono un clima di indignazione nell'ambito dei mezzi di comunicazione cileni. Il giornale cileno Ultima Hora invoco l'espulsione dei due giornalisti, addirittura un giornalista argentino, scambiato per italiano, venne picchiato in un locale notturno

Fu così che quel giorno per l'Italia era preparata una vera e propria "resa dei conti", davanti a 66.000 cileni pronti a bombardare di fischi la Nazionale azzurra.
I tecnici Mazza e Ferrari tennero fuori molti dei giocatori migliori, da Trapattoni, a Bulgarelli, a Sormani allo stesso Sivori, che, pare, si rifiuto di scendere in campo visto il clima di tensione.

L'arbitro designato, fu il tristemente famoso Kenneth Aston, inglese.
Appena dopo il calcio d'inizio fu subito chiaro che i giocatori di entrambe le squadre avevano intenzione di praticare un gioco violento, con colpi proibiti che iniziarono immediatamente: il primo fallo venne infatti fischiato dopo soli dodici secondi di gioco. Al 7', un colpo dell'azzurro Giorgio Ferrini diretto al cileno Honorino Landa provoco la prima espulsione.
La reticenza di Ferrini a lasciare il terreno di gioco, rese necessario l'intervento dei Carabineros de Chile, la forza di polizia cilena.
Bastarono pochi minuti per la "vendetta" di Landa, che commise un fallo altrettanto grave, ma, al contrario di quello di Ferrini, l'intervento del cileno non venne sanzionato dall'arbitro.
La partita proseguì in maniera molto frammentaria, con falli frequenti che davano ogni volta adito a proteste e discussioni tra giocatori e direttore di gara.

Al 38' vi fu lo scontro peggiore della partita: il giocatore cileno Leonel Sánchez, che avanzava sulla fascia destra, fu marcato da Mario David che ne provoco la caduta. Mentre il cileno restava a terra, David colpì il pallone e, sullo slancio, lo stesso Sánchez, provocando la furia di quest'ultimo.
Infatti, Sánchez (figlio dell'ex campione cileno di pugilato Juan Sánchez) si rialzo repentinamente e sferro un pugno mancino a David, senza pero ricevere alcuna sanzione da parte dell'arbitro. Il guardalinee messicano Fernando Buergo, distante poco più di un metro, vide chiaramente tutta la scena, ma, inspiegabilmente, non informo l'arbitro di quanto accaduto.

Pochi minuti dopo David cerco il contatto col pallone alzando la gamba. Al fischio dell'arbitro tutti pensarono, al massimo, ad una punizione a due. Aston, invece, mostro il cartellino rosso.

Successivamente Sanchez, con un altro intervento violento, ruppe il naso all'azzurro di origine argentina Humberto Maschio. La polizia dovette intervenire altre tre volte durante la partita.
In nove contro undici l'Italia cerco di resistere finchè potè, capitolando solo nell'ultimo quarto d'ora. Finì 2-0 per il Cile che, di fatto, elimino in anticipo l'Italia dal Mondiale.

La partita fu rapidamente considerata (e tale considerazione oggi non ha subito modifiche) come una delle più violente nella storia del calcio.

Curioso citare un episodio di chi addirittura aveva praticamente previsto tutto: il commentatore inglese David Coleman, appena entrato in collegamento da Santiago per la telecronaca della partita in Gran Bretagna, disse testualmente: "Buon pomeriggio. L'incontro a cui state per assistere è l'esibizione di calcio più stupida, spaventosa, sgradevole e vergognosa, possibilmente, nella storia di questo sport!"

Aston fu criticato da tutta l'opinione pubblica internazionale per aver favorito i cileni, che furono definiti "cannibali" dalla stampa italiana.
Il consolato cileno fu, per vari giorni, presidiato dalle forze dell'ordine.
L'arbitro Aston, difendendosi, disse che, a suo giudizio, "... non stavo arbitrando una partita di calcio, ma piuttosto una guerra... il clima era impossibile"..

Di seguito il tabellino di quella gara:

2 Giugno 1962 - Stadio Nacional - Santiago del Cile

CILE - ITALIA 2-0
73' Ramirez (Chi), 87' Toro (Chi)

CILE: Escuti, Eyzaguirre, Raul Sanchez, Navarro, Contreras, Rojas, Ramirez, Toro, Landa, Fouilloux, Leonel Sanchez All. Riera
ITALIA: Mattrel, Mora, David, Janich, Menichelli, Salvadore, Tumburus, Robotti, Altafini, Maschio, Ferrini
Arbitro: Kenneth Aston (Ing)
Espulsi: Ferrini (Ita) al 7' e Maschio (Ita) al 41'
Spettatori: 66.000 circa

Claudio Galardini