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Basket: Usa-Urss 1972

Nei primi anni '70 il mondo era in piena guerra fredda. In Vietnam il conflitto stava accingendosi a spegnersi, con la vittoria dei comunisti del Nord, e la Guerra Fredda tra le super-potenze Stati Uniti e Unione Sovietica era all'apice del suo svolgimento. Quelle in Germania Ovest, a Monaco di Baviera, nel 1972, furono le Olimpiadi del terrore, macchiate dal sangue di alcuni atleti della squadra israeliana, conseguentemente all'attentato dei terroristi palestinesi di 'Settembre Nero'. Quella tragedia umana, indimenticata e indimenticabile, fece passare in secondo piano lo scandalo sportivo che venne perpetrato in quella che giustamente viene ricordata come la partità più famosa della storia del gioco della pallacanestro: la finalissima Usa-Urss. La squadra Americana, allenata da Iba non era tra le più forti, non aveva campioni e giocava di squadra. Veniva comunque da una serie di vittorie impressionanti: alle Olimpiadi, fino ad allora, la medaglia d'oro del basket aveva avuto un solo padrone. I nomi più noti di quella squadra sono Thomas Henderson (San Jacinto Junior College), Bobby Jones (UNC) e il futuro coach NBA Doug Collins (Illinois State). Seppur non ricchissimi di talento pero gli americani non ebbero problemi ad arrivare in finale, e anzi batterono alcune avversarie con punteggi piuttosto pesanti: Egitto (+ 65), Giappone (+ 66) e Italia (+30).

La finale fu contro gli acerrimi rivali sovietici. La partita venne contraddistina dal basso punteggio nei vari parziali, ma fu comunque sempre condotta dall'Unione Sovietica, in vantaggio per tutto il match. Di quel match solo gli ultimi trenta-quaranta secondi di gioco hanno senso, e da lì partiamo il racconto.

All'ultimo giro di lancette l'Urss conduceva +3 sugli Usa, ma a 40' dalla sirena un piazzato di Jim Forbes porto gli americani sotto di uno, 48-49. Nel possesso successivo i sovietici cercarono di congelare il cronometro ma dovettero prendersi un tiro con Alexander Belov che fu pero stoppato dal futuro virtussino Tom McMillen.

Sulla palla vagante si avvento il sempre combattivo Doug Collins che volo in contropiede ma fu fermato con un fallo. Il tempo, intanto, era trascorso quasi tutto, e il risultato, a seguito dell'errore dell'Urss, si era mantenuto sul 48-49.Doug Collins ando in lunetta con la possibiltà del primo e forse definitivo vantaggio USA. Mancavano 3 secondi. Furono i famosi '3 secondi che cambiarono il mondo'.

Il primo libero ando a segno. Partita pari, a 49-49. Mentre Collins caricava il suo secondo tiro libero suono inspiegabilmente la sirena che richiamava i giocatori per il time-out. Era una violazione evidente perchè il time-out poteva essere chiamato solo con la 'palla morta', ovvero con la sfera fuori dall'azione e dal terreno di gioco, mentre qui la sirena suono sul tiro di Collins, che entro. Vantaggio Stati Uniti 50-49.

Due le spiegazioni: il coach sovietico Kondrashin aveva chiamato il time-out troppo tardi, oppure il tavolo aveva fatto suonare la sirena dopo che gli arbitri diedero la palla in lunetta a Collins. In ogni caso si gioco la rimessa da fondo campo, con la palla a Belov. Passati due dei tre secondi rimasti, il coach Kondrashin invase il campo interrompendo la gara con la pretesa di ottenere il time-out.
Lo ottenne dopo mille proteste in un clima sempre più teso. Intanto avvenne un clamoroso colpo di scena. Il presidente, nonchè fondatore della FIBA, William Jones scese dalla tribuna per indicare con la mano al tavolo che i secondi da giocare erano ancora tre. Era un abuso di cui nessuno al momento si rese conto perchè i 3 secondi furono giocati dopo il tanto contestato time-out.

I secondi 'tre secondi' portarono solo a un passaggio lungo per il solito Belov, che pero tento il tiro della disperazione senza fortuna. Finisce 49-50, e gli USA, vincitori, andarono a festeggiare negli spogliatoi l'insperata vittoria. Dal tavolo pero i giudici di gara ordinarono di ripetere la rimessa perchè il cronometro era partito in ritardo e di secondi ne indicava addirittura 50! Dopo 5 minuti, richiamati in campo i festeggianti americani dagli spogliatoi, si rigiocarono i tre secondi per la terza volta. Stavolta, clamorosamente, il lancio lunghissimo di un giocatore sovietico giunsè ancora a Belov (foto a destra), appostato nell'area dei tre secondi. Segno e la partita finì con la vittoria dell'Urss per 51-50. Ma sul canestro che 'non avrebbe dovuto esistere' gravano molti sospetti.

In primo luogo Belov sostava da troppo tempo nell'area dei tre secondi (evidentemente questi tre secondi sono protagonisti a più livelli per strani disegni del destino…). In secondo luogo Belov commise un netto e maldestro fallo sul lungo americano Kevin Joyce . Infine, ancora più evidente, fece un'infrazione di passi sullo slancio. Insomma, quell'azione illegittima era ben lontana da poter essere giudicata regolamentare.
Gli Usa persero per la prima volta dopo 63 gare e nella cerimonia di premiazione si presento solo un anonimo dirigente. Lo scandalo era stato appena consumato ma l'imbattibilità degli americani era stata sverginata solo grazie ad una plateale ingiustizia.

L'eroe sovietico Alexander Belov aveva pareggiato la storica vittoria del primo settembre dello stesso anno nel 'Match of the Century'. In piena Guerra Fredda infatti il leggendario Bobby Fischer avuto battuto il sovietico Boris Spassky in un match di scacchi che duro tre mesi e che ebbe anche risvolti politici.

E proprio i risvolti politici provocarono una vergogna ancora più grande: Alexander Belov, l'eroe dello storico canestro che regalo la vittoria all'Urss, morì tre anni dopo in un carcere russo dopo essere stato arrestato per contrabbando di blues jeans americani.

E' indubbiamente questa, al di là dello sport, la pagina più triste di tutta questa storia.

Claudio Galardini