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Il perchè dell'impopolarità di George W. Bush

Il dato forse più importante di queste elezioni USA è il fatto stesso che si siano svolte. Al di là del risultato si può stare certi che da moltissime parti si è comunque tirato un sospiro di sollievo per il semplice fatto che il secondo mandato di George W Bush è ormai volto alla fine e con esso si sta per concludere una delle presidenze più controverse e criticate della storia americana.
I livelli di impopolarità che Bush ha raggiunto nel secondo mandato hanno dell’imbarazzante. Non solo fuori dagli USA, ma anche dentro, è stato uno dei presidenti in assoluto più contestati. Ma perchè tutto questo accanimento verso una persona tutto sommato quieta e bonacciona all’apparenza e a tratti addirittura simpatica?

Evidentemente i motivi rientrano in quella che è stata la sua gestione della politica USA, soprattutto estera, in un momento storico carico di sfide imponenti, sfide che, alla prova dei fatti e con un po’ di onestà intellettuale, bisogna riconoscere Bush non è stato all’altezza di affrontare in modo soddisfacente.
I primi mesi della sua presidenza sono trascorsi in modo così tranquillo, tra una partita a golf e una caccia nelle praterie del Texas che nessuno neanche se li ricorda, anche a ragione, visto poi quello che è successo dopo. Il dopo è l’11 settembre e gli eventi storici che esso ha innescato. Tra questi eventi, è doveroso notare, ci sono due guerre tutt’ora in corso.

 

Due guerre diverse sotto molteplici punti di vista, sopratutto in merito alle motivazioni con le quali esse sono state scatenate. Mentre infatti la guerra in Afganistan è stata la logica e diretta reazione all'attacco terroristico dell'11 settembre, l'invasione dell'Iraq non ha giovato di nessun reale casus belli. O, almeno, non ha avuto nessun casus belli che fosse riconducibile all'attacco contro le Torri Gemelle e il Pentagono. Questo è il dato cruciale dell'amministrazione Bush e nessuno lo può negare o cercare di porlo in secondo piano.
Bush ha sfruttato l'onda emotiva dell'11 settembre per condurre una guerra illegittima sotto il profilo del diritto internazionale le cui motivazioni sono state del tutto estranee alla paventata volontà di colpire al-qaeda (responsabile degli attacchi dell'11 settembre). Essa ha risposto solo a determinati interessi di parte che vedevano il momento propizio per invadere l'Iraq e finire il lavoro che non fu finito nel 1991.

A proposito del 1991 c'è una misteriosa e preoccupante continuità tra le presidenze di Bush padre e quella di Bush figlio, viene infatti spontaneo chiedersi perchè essi sono sempre stati così fissati con Saddam e il suo Iraq? Forse perchè la famiglia Bush ha una grande e storica amicizia con la famiglia reale Saudita, la quale non ha mai gradito il vicino Iraq? Oppure i motivi sono altri? Ai lettori l'onere di approfondire questa tematica.
Dopo aver presentato false prove addirittura all'ONU e aver convinto moltissimi della reale minaccia che l'Iraq di Saddam poneva per la stabilità del medio oriente la guerra è stata fatta. Questo è un altro punto cruciale perchè il danno di credibilità internazionale che gli USA hanno dovuto subire in questa occasione, andando addirittura all'ONU a raccontare falsità (bullshit direbbero gli americani..) non si ricupererà alla svelta, chiunque sia il presidente in carica.

La guerra oggi a più di 5 anni dall'inizio
delle ostilità è tutt'altro che finita. L'iraq è di fatto molto più instabile di prima, è diviso tra le diverse etnie e rischia davvero ora di destabilizzare i vicini. L'Iran combatte una guerra indiretta contro gli Usa sul suolo dell'Iraq, per tentare di aumentare la sua influenza sul territorio iracheno, i curdi hanno ripreso la guerriglia contro la Turchia, di fatto protetti dagli USA, Al-qaeda che prima della guerra non era presente in Iraq ora utilizza il teatro iracheno per formare kamikaze e come fronte primario contro l'occidente.
L'Iraq di Saddam era un paese laico, ora la violenza religiosa e il fondamentalismo si stanno rinvigorendo e ne sono prova gli attacchi condotti contro i cristiani.

Non vogliamo certo fare sconti alla crudeltà della dittatura con cui l'Iraq è stato gestito dalla famiglia Saddam per quasi tre decenni, il regime change era senz'altro auspicabile, ma le modalità con cui è avvenuto hanno creato più problemi di quanti non se ne siano risolti.
Tutto questo senza contare l'ostilità del mondo arabo verso gli USA seguita a tale mossa, e il consenso ricevuto invece da paesi come la Russia e la Cina.
Intanto l'afganistan è divenuto il fronte secondario dove “si deve esserci sennò si vede troppo che a noi ci frega solo dell'Iraq” e Bin Laden è ancora libero. Il Pakistan sta scivolando verso la guerra civile e i talebani si stanno rinvigorendo.
Tutto questo oltre a diventare sempre più diffcile da gestire è anche estremamente costoso. Bush ha portato gli USA al deficit per finanzare queste guerre e sapete chi sono i principali detentori di titoli del debito pubblico USA? La Cina a l'Arabia Saudita.

Qualcuno nell'amministrazione Bush si è reso conto che forse in fondo in fondo qualche errore è stato fatto, che qualcosa non è stato calcolato a dovere e prova ne è il fatto che esponenti anche importanti del governo Bush si sono dimessi o sono stati costretti alle dimissioni, forse qualcuno quindi ha avuto dei ripensamenti anche se tardivi.
La stessa idea politica neo-con, salutata come la grande nuova teoria politica americana all'inizio del mandato di Bush, si è dimostrata del tutto inadatta alla prova dei fatti ed è caduta come un castello di carta.
In altri periodi storici Bush sarebbe stato oggetto di una procedura di impeachment senza troppi problemi, e comunque non è detto che non lo si faccia.

L'impressione che traggo dopo questi otto anni di amministrazione Bush è che abbia governato con una eccessiva dose di dilettantismo, cercando il profitto immediato e senza considerare che le cose sul terreno sono più complicate di quanto possano sembrare da una scrivania alla Casa Bianca o al ranch di Crawford. Forse tuttavia aspettarsi questo è troppo dal cow boy George Walker.

Lorenzo Coco