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Il nostro endorsement per il PdL

E’ oramai certo che, alle prossime elezioni di aprile, troveremo il simbolo del 'Popolo della Libertà' sulla scheda elettorale. Subito dopo l’annuncio di Piazza San Babila, avevamo appoggiato apertamente Berlusconi e la sua volontà di scavalcare le difficoltà per la creazione del partito unico di centrodestra, creando un nuovo contenitore. Sbaglia, avevamo scritto, chi dall’ ex-Casa delle libertà lo critica. Ora, alla prova dei fatti, molti di questi signori ci hanno dato ragione, non facendo una bellissima figura rimangiandosi tutte le critiche al Cavaliere nel giro di qualche ora. (Gianfranco Fini, tanto per non fare nomi e cognomi).


Da sempre coltiviamo il sogno di un partito unitario del centrodestra ed oggi siamo davanti ad un primo passo, ad una fase embrionale certo, ma sicuramente positiva. Il PdL si attesterà come primo partito italiano con percentuali altissime e rappresenterà l'inizio della costruzione di un movimento unitario. Come giustamente ha ricordato il Cavaliere, il PdL era nato il 2 dicembre del 2006 a Roma dalla oceanica manifestazione dei sostenitori del centrodestra. Già lì, come noi di UT abbiamo più volte ricordato, il popolo delle libertà era pronto all'unione politica, solo i partiti non erano ancora arrivati dove gli elettori si erano già attestati. Ora ci siamo arrivati, anche grazie alla scelta del Partito Democratico e di Veltroni di correre in solitaria.

Finalmente gli elettori del centrodestra potranno votare una casa comune che, scommettiamo, pescherà parecchi voti anche nell' UDC di Casini. Le intenzioni di Fini e Berlusconi sono chiare e vanno nella giusta direzione: il PdL non sarà solo un cartello elettorale ma l'inizio di un progetto che si svilupperà dopo le elezioni. Iniziando dalla creazione di un unico gruppo parlamentare. Il PdL si configura come un partito all' americana e, come giustamente ha ricordato il deputato di FI e leader dei Riformatori Liberali, Benedetto Della Vedova: 'Nel centrodestra, il Popolo della Libertà costituisce un fattore di efficienza e di modernità politica. Nonostante le evidenti resistenze, occorre preservare le ragioni della scelta compiuta e andare avanti nella costruzione di un unico grande partito liberale e moderato. La presentazione sotto un unico simbolo, grazie alla straordinaria accelerazione impressa da Silvio Berlusconi, è un passo decisivo verso la costituzione, con i tempi e le forme dovute, di una grande forza politica "americana", in grado di garantire il massimo di unità e di coerenza nell'azione di governo e il massimo di apertura e di riconoscimento a tutte le culture ideali e politiche che vogliono concorrere all'elaborazione di un progetto e al sostegno di una leadership comune'.

Insomma, che il PdL sia un partito unito sui programmi di governo, ma aperto e in grado di contenere le pluralità di un grande partito 'contenitore' sul modello del partito repubblicano americano. Nel GOP, infatti, convivono i fiscal-conservative riuniti attorno a Grover Norquist dell’American for Tax Reform e i social-conservative riuniti, attualmente, attorno al candidato Huckabee. Il PdL rappresenta l’ inizio di un sogno che, lo speriamo ardentemente, riuscirà a creare anche in Italia un sistema politico simile a quello statunitense.


J.Landi