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Giustizia terrena e giustizia divina

 

 

 

Dino Boffo, Vittorio Feltri, scoop, vita personale e rilievi giudiziari.
Che del direttore di Avvenire da anni  sia conosciuta l’omosessualità potrebbe dirla lunga sullo stile della CEI riguardo al tema. Ovvero dice molto su come stima per il lavoro professionale, fiducia per la linea editoriale e, a seguire, nessun tipo di veto a causa delle preferenze sessuali, non creino problemi alla conferenza, che in assoluto è tacciata di intolleranza più di ogni altra in altri paesi.

Già su questo punto si potrebbe aprire un capitolo. Sul fatto che determinati comportamenti – gli stessi che poi potevano verificarsi in un caso di eterosessualità - abbiano portato un direttore di una testata giornalistica tra le più lette in Italia e “organo di stampa” della CEI a un procedimento civile per questioni sentimentali, si deve, o meglio ancora, si può, aprire la discussione. E giornalisticamente si può parlarne, si può scriverne. Del resto la giustizia terrena è quella che più di molti altri temi tiene in piedi le colonne dei giornali.

La giustizia secolare riempie i titoli con le empasse di politici, subrette, scrittori, nobili, stilisti, e lo farebbe con un qualsiasi direttore di giornale. E come non potrebbe con il direttore di Avvenire?
Purtroppo, aggiungo, perchè è opinione comune (e mi associo) che Avvenire sia una testata valida, che approfondisce i temi, i fatti, che offre valide pagine di cultura. Aggiungerei che, al pari de Il Giornale, testata filo-governativa per eccellenza, riflette il pensiero di molti italiani che hanno interesse nel conoscere il lato filo-episcopale dei fatti italiani. Il valore della testata, ovviamente, resta nero su bianco, e di fatto non subirà cambiamenti dopo lo scandaletto. Non credo neanche che incontrerà flessioni nelle vendite.

 

Critico che venga adesso e da Feltri. Sentenziare di guardare ai propri panni sporchi, prima di giudicare e rinfilare il Premier, da parte di Feltri, lo capisco molto bene. Ma come non abbia pensato lo stesso Feltri, che questo mette in difficoltà il buon lavoro che Berlusconi ha fatto finora con l’elettorato cattolico, sinceramente sfugge a una prima analisi. Confido che Feltri abbia chiaro i risvolti di queste sue pubblicazioni, che in tutta onestà avrei visto più adatte a una testata come Libero. Il tempo ci rivelerà i motivi.

Inoltre c’è da chiedersi come avrebbe potuto
reagire il cardinal Bagnasco: forse avrebbe potuto glissare in toto? Ma in alternativa comprendo molto bene che non poteva non difendere il direttore storico di Avvenire, che ha fatto tanto a favore delle battaglie della CEI. È un po’ troppo facilona, ma tutto sommato realistica, l’espressione che Feltri ha messo in bocca a molti italiani “da che pulpito viene la predica”... Ci sarà molto da riflettere sulle colonne e nelle redazioni, su come portare avanti un certo giornalismo scandalistico e moralista che ha misurato fino in fondo la piccolezza del moralismo.

Saba Giulia Zecchi