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Giovanni Lindo Ferretti, un reduce tra noi

Ex leader del complesso dei C.C.C.P. prima e dei C.S.I. poi, Lindo Ferretti si allontana dalle scene e esplicita un percorso umano e spirituale che ci racconta in un sorprendente libro.

"Reduce" è molto più di una biografia, è l'incredibile storia di un'inattesa conversione. La copertina è grigia, lo stile spesso è scabro o ruvido, poichè certe immagini lo pretendono. Ma questo libro rimane senz'altro pieno di luce, pieno della speranza di un uomo che ha motivi forti e volontà tenace per trovare la verità. E trovata, o ritrovata, non solo non rinnega il percorso che lo ha condotto fin lì, ma se la tiene stretta; dimostrazione chiara che più una verità è meditata e, nel suo caso, senz'altro sofferta, più è facile trovare il coraggio per abbracciarla a pieno.

Non solo. Si sente avanzare con forza in questo libro la voglia dell'autore di 'rincucciarsi' e avvilupparsi nel tepore di una scoperta. Anzi, una riscoperta!
Parlando di Giovanni Lindo Ferretti attraverso questo volumetto sorge il timore di prenderlo come bandiera di un pensiero, tralasciando così tutte le direzioni in cui si riflette il suo sguardo sul mondo.
È 'culturalmente potente', capace di viaggiare attraverso i tempi dell'Europa dai Longobardi ad oggi, cogliendo il cuore del lascito storico di ciascun periodo: la storia ha un ruolo dominante nel libro.

Come lo stesso Ferretti ripetè in una poetica intervista con Giuliano Ferrara, egli si sente parte di coloro che sono stati prima di lui e parte di coloro che verranno dopo di lui.
Molti argomenti trattati nel libro non sono affatto nuovi a chi ha seguito la sua storia nei C.C.C.P. e soprattutto nei C.S.I.
'Memorie e passi d'altri ch'io calpesto/ su stanchezze di secoli in alterna cadenza'. Pero in "Reduce" lo sguardo è diverso. Con una parola, oseremmo dire ottimista.

Tra i temi più belli, o forse tra quelli che ci toccano di più, oltre alla storia, quello del limite (molti si ricorderanno il verso, 'vanificato il limite oramai'). Lindo Ferretti misura il suo rispetto per il mondo, la creazione e il Creatore, sul rispetto per il limite invalicabile. Ad oggi lo abbiamo sentito dire a pochi altri, eppure nuovamente Ferretti va al cuore del problema. Ed è il problema di oggi ma anche l'allarme che a mio avviso va gridato per il nostro domani. In questo ci avvicina all'attuale papa, riscoprendo noi stessi una cultura e un pensiero forti, che non vacillano, ben meditati e sorretti da una buona dose di coraggio e non senza fierezza.

Altra questione molto cara è Israele. Lo Stato e la cultura ebraica e i continui attacchi che questo popolo subisce. Sono molte le pagine che vi dedica, come ha avuto modo di osservare Camillo Langone sul Foglio. La sua difesa assennata di questa civiltà ha profonde basi culturali e si puo affermare che molto abbia a che vedere con il rinnovato fuoco religioso.

Tutt'altro che un'autobiografia, "Reduce" è uno scritto privato, intimo, e questa natura tanto lontana dalla riservatezza dell'autore fuga ogni dubbio sullo scopo della pubblicazione: per dare da mangiare ai propri cavalli sarebbe bastato molto meno, e se quello fosse stato il primo motivo a spingere l'autore emiliano alla scrittura, certo poi si è fatto prendere davvero la mano!

La conclusione del libro è dedicata al suo passato. Appare come una conclusione amara, e forse lo è, ma senz'altro è rivolta a chi lo ha seguito finora. Una spiegazione forse dovuta.
Per il resto la politica rimane in lontananza, traspare sì, ma non è centrale. Il '68 è da intendersi come nucleo culturale di distorsioni tutt'oggi presenti e vive.
Questo non elimina il fatto che nel sito del suo ultimo album (www.giannimaroccolo.com) vi sia riportato un Post scriptum pseudo-politico: "orfano di sinistra vuol dire che una famiglia, geneticopolitica, l'avevo. Che non l'abbia più, l'ho vista morire l'ho sepolta, non significa che sono disponibile al farmi adottare. Ho superato la fase del lutto e del cordoglio, mi tengo disponibile se il caso per il pianto rituale."
Noi ragazzi di una certa destra, conservatrice, vicina al papa e a Israele, avversa ai semi del '68, un po abbandonati a noi stessi, sempre in cerca di qualche padre culturale, ti adottiamo volentieri... ma forse sarebbe meglio che tu adottassi noi!

L'opera discografica di Ferretti, ora è chiaro, conteneva già i semi di questo libro... purtroppo non è toccato a noi il piacere di apprezzarli da subito. Lezione più unica che rara, che ci spinge almeno adesso a recuperare e ad accogliere questo nostro reduce.

Ho parlato dell'intervista che lo scrittore ha fatto ad Otto e Mezzo (si trova facilmente sul sito della trasmissione), che è stata forse l'unica occasione televisiva per lanciare il libro, e trovo necessario citare, infine, le sue stesse parole:
'(…) E' ovvio che in un mondo in cui le parole non hanno valore, in un mondo in cui il senso dell'onore è screditato, in un mondo triste, senza gioia e senza vita, molto perbene in una strana categoria di perbene, quella è la normalità, ma è una normalità molto anormale, perchè esiste una norma sulla Terra e lo sanno coloro che infrangono la norma, e ne hanno bisogno per poterla infrangere e per poter trovare magari la loro dimensione, la dimensione della loro vita.
Pensare che non esista niente è solo un giudizio che si dà su se stessi, sul proprio valore, che è inesistente'.

Saba Giulia Zecchi