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I TEO-CON DI CAMILLO LANGONE

 

 

 

 

 

 

Per raccontare il bello del lavoro di Langone non sarebbe efficace un riassunto sia perchè l'autore non scrive niente più del necessario, (detesta la verbosità perchè ama San Paolo e non si può tagliare sul necessario), sia perchè ogni pagina porta un suggerimento che ciascuno, scorrendo le pagine, si trova in dovere di fare proprio.  

Se nel leggere quest'opera non sentite lo scatto da lettore critico a lettore appassionato, colui che sente intimamente proprie le cose scritte, forse è il caso, lasciatevelo dire, di rivedere alcune dinamiche. Questo lo dico ai sedicenti conservatori, ma in buona misura anche ai più liberali. La Destra Divina appare la più vicina alla natura umana e, come la libertà (versus lo statalismo, per così dire), ha profonde radici antropologiche. Le categorie che non apprezzeranno le indicazioni langoniane sono da lui stesso nominate nella dichiarazione d'intenti: sono gli europeisti, i laicisti, i finiani, baracche e burattini vari.  

Se vi fidate, e se non volete proseguire questa lettura
, ho un unico, fermo consiglio. Leggetelo (previo acquisto).
Sarei tentata di distribuirlo alle prossime ricorrenze (compleanni, se non anche onomastici) di persone vicne lontane, capaci o incapaci di apprezzarlo. In parte perchè se a qualcuno leggendo, è venuta in mente la sottoscritta, forse racconta anche un pò di me. Ma pur senza dare sfogo a protagonismi, basterebbe il fatto che il volumetto è capace più di altri di fare rete lì dove mancava un perno agevole per i convinti (e gli inconsapevoli) sostenitori della Destra Divina. E di fatto, oltre al citato episodio, è stato immediato, leggendo queste pagine, pensare a chi lo avrebbe apprezzato, per poi scoprire che lo stesso aveva già messo il volume tra quelli da conservare.  

 

 

 

Conservare appunto. Ma non solo: difendere, conservare, pregare. Langone ha una penna fortunata e la qualità di aver scelto la cultura a cui far riferimento, senza subire quella del mainstream. Per un destro divino questa scelta non è libera nel senso "radical" del termine, ma obbligata dalla logica. Ciononostante è proprio questa logica che libera da schemi, angustie e grigiori. E' questa logica alla base dell'ispirazione di personaggi come Pasolini, Scruton, T.S.Eliot, sant'Agostino, Bargellini, Biffi, A.del Noce, Pessoa, G.Weigel...,

Non facciamo tuttavia un torto all'autore se diciamo che non ha inventato niente, perchè era già tutto scritto nella profondità della natura umana. Semmai ha reso un servizio quanto mai necessario, con uno stile unico ed efficace che solo un uomo d'ordine come lui poteva regalarci.
Non pensate tuttavia di approcciare un libro minimante religioso. A tratti èliturgico, cioè affronta la forma con devozione particolare. Ma andrebbe fuori pista chi pensasse che Divino sia sinonimo di introduzione al religioso, ventilata forse nelle pagine sul confessionale felice versus la psicanalisi. Del resto Langone, fervente innamorato di Maria, non ne fa accenni in questa sede, neanche quando parla del genere femminile. E sbaglia chi si ferma agli elenchi dei capitoli e dei riferimenti, senza afferrare la matrice che tiene unito il tutto.   

La verità di fondo è una, e Langone fa trasparire il suo "stile" personale nell'appropriarsene (perchè, ribadisco, non l'ha inventata, ma la fa propria), ma ognuno la arricchisce con il proprio "stile", di cui personalmente sento il bisogno. La Destra Divina non è infatti conformata: è antitodo ai conformismi. Leggetelo, serviva e servivirà.

Saba Giulia Zecchi


Camillo Langone, “Il manifesto della Destra Divina - difendi, conserva, prega!”, Vallecchi ed. collezione Avamposti, 148 pp., 12 euro. Contiene la poesia: “Saluto e augurio” di Pier Paolo Pasolini.