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Cavedani nel Bisenzio

Nel mio articolo non posso non iniziare parlando del nostro fiume di Prato, il Bisenzio, nel tratto cittadino che va dal campo gara sotto allo stadio comunale fino alla passerella all'inizio di viale Galilei.

  • Tecnica e prede: Parleremo di Cavedani a Spinning, tecnica che prediligo anche se mi cimento in tantissime altre.
  • Grado di difficoltà: medio.
  • Tempo per l'itinerario: si puo percorrere comodamente in una mattinata di pesca.
  • Attrezzatura consigliata: una canna in carbonio alto modulo, progressiva e di una lunghezza di 2 metri e 10 che ci consenta di lanciare lontano esche di pochi grammi. Mulinello di qualità, filo 0,16.


    La distanza di lancio è spesso determinante ai fini delle catture, perchè i cavedani, specie nel periodo che va dalla primavera all'autunno, che poi è il migliore, amano sostare in branchi al centro del fiume.
    Giocoforza dovremo impiegare un mulinello di ottima qualità, perfettamente imbobinato con uno 0,16 senza memoria. (Non è conveniente usare lo 0,14).
    Io personalmente utilizzo una canna Shimano Stradic Spinnig in carbonio XT-60 lunga 2,10 metri con un range d'azione di 5-15 g e in abbinamento un mulinello Shimano Stradic 2000: un'eccelsa macchina da Spinnig.
    Iniziando l'itinerario sotto lo stadio, in riva opposta, ci troveremo in un tratto in cui il Bisenzio è molto largo e scorre lentissimo e nel quale si alternano tratti molto profondi ad altri nei quali la profondità non supera mai i 50 cm.

    La parte del leone qui la faranno le esche artificiali: i Rotanti Martin del 4 (FOTO A SINISTRA), specie nella classica colorazione 'paletta-argento', corpo rosso e Rapala Floating da 5 cm. (FOTO A DESTRA), da animare con recuperi mai uniformi, e ottimo si è rivelato anche il Rapala Jointed Floating 5 cm in color argento; quest'ultimo, va recuperato in maniera regolare, in quanto, essendo snodato al centro è già sufficientemente adescante.
    Risalendo il fiume arriveremo al primo ponte, quello in zona stazione. Qui l'acqua è bassissima e vi sono numerosi sassi affioranti. E' molto divertente qui recuperare microrotanti come il Martin Moscato dell'1 in mezzo ai sassi; anche se qui la taglia delle catture non sarà molto elevata.
    E' un punto eccezionale anche per la pesca a mosca...
    (...COME HA DIMOSTRATO IL MIO AMICO ARVARO, ESPERTO DI PESCA A MOSCA:)

    Sopra a questo ponte vi è una lunga piana di acqua bassissima che arriva fino al raschio sotto alla cascata. Qui la profondità è di circa un metro ed è proprio qui che alloggiano gli esemplari più grandi.
    Agiremo dove l'acqua è mossa dalla corrente recuperando Rapala Floating di 7 e soprattutto 9 cm, taglia che ci permetterà di operare selezione negli attacchi. Qui con quest'ultimo in colorazione 'Trota Fario' ho catturato nel maggio del 2003 un esemplare di kg 1,900; ma sono certo che ve ne siano anche di più grossi.
    In questo raschio è da segnalarsi, per gli amanti della Pesca alla Passata, la presenza di una colonia di Barbi autoctoni.
    Sopra la cascata, proprio sotto al ponte 'XX Settembre' inizia la lunghissima piana che arriva fino alla passerella.

    Proprio sotto al ponte staziona sovente a galla un branco impressionante di cavedani. E' qui che agendo correttamente potremmo fare una cattura dopo l'altra. Qui l'artificiale nettamente superiore a qualsiasi altro è il Rapala Floating da 3 cm: è un'esca molto leggera, ma se riusciremo a lanciarla al centro del fiume la cattura sarà immediata.
    Conviene, dopo il lancio, lasciare l'esca ferma sulla superficie dell'acqua, cercando di imprimerle microscopici movimenti agendo di polso. I cavedani balleranno come Black sui Popper! Faranno cio con una tale foga (essendo tra loro in competizione) che, in merito, voglio raccontarvi due episodi curiosi:
    Il primo è la cattura di 2 cavedani simultaneamente: il Papalino, appena caduto in acqua, fu afferrato da due pesci e uno dei due rimase allamato di pancia e l'altro di coda! La seconda stranezza è che l'anno scorso così un Carassio (!!!) che aggredì con veemenza il Rapala.
    Risalendo ancora, il fiume si allarga e le rive sono in cemento e molto alte. I sottoriva pero sono infiascati e i cavedani sostano spesso sotto l'erba. Lanceremo quindi le nostre insidie dall'alto, in maniera parallela alla riva. Le esche sono le solite, anche se in questi frangenti mi sono divertito molto anche col bruco finto della Rebell lanciato sottosponda e animato con piccoli strappetti di polso ad imitare appunto un broco caduto in acqua che si dimena per riguadagnare la superficie.
    Continueremo poi insistendo accanto ai piloni del ponte di Piazza Mercatale (dove ho avuto ottime catture con ondulanti Tasmanian devil da 5 cm.) e fino alla passerella dove si trova una cascata da affrontare con rotanti Martin.
    (NELLA FOTO QUI SOTTO VEDIAMO UN CAVEDANO CATTURATO CON I SUDDETTI ONDULANTI:)

    Le sorprese, lungo tutto il corso dell'itinerario, capitano sovente. A parte quelle menzionate poco sopra, puo capitare, specie nei mesi di aprile e maggio, di catturare Trote Fario portate a valle dalle piene. Io stesso le ho catturate molte volte nei tratti più spumeggianti.
    (ECCO UN'IMMAGINE CHE PROVA QUESTA BIZZARRA CATTURA:)

    Altre due volte, pescando con piccoli rotanti, ho catturato grossi Pesci Gatto americani (Channel Catfish) di 2 kg di peso circa, probabilmente catturati in qualche laghetto e liberati poi nel fiume, oppure risaliti dall'Arno, un fiume questo dove questi pesci sono presenti. Ma mi sembra più plausibile la prima possibilità.
    (ECCO QUI SOTTO IO QUALCHE ANNO FA CON UNO DI QUESTI ESEMPLARI IN BRACCIO:)

    Per concludere non c'è che dire: questo è un bellissimo itinerario, da affrontare con fiducia, seguendo sempre i consigli del vostro amico Barto!

    Alessandro Bartolini