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Calciopoli, il fronte anti-fiorentina è sempre vivo



Tanto tuono che piovve: anzi, cadde solo qualche goccia. Le sentenze della Caf sull'ormai popolare 'Calciopoli' ('Moggiopoli' sembra ancora un gioco di società) hanno creato un terremoto mediatico-popolar-politico. Stangatina, qualcuno l'ha definita. E per certi versi è anche così. Rispetto a cio che poteva essere sicuramente molte persone oggi tirano un sospiro di sollievo. Ma è una ricompensazione amara, di quelle che ti fanno pensare che 'sì, poteva andare peggio, ma stiamo ancora nel fango': un fango magari meno denso e melmoso, ma pur sempre fango.

In tutta Italia si è discusso e si discute sulle conseguenze di questo cataclisma: la Juventus in Serie B, l'unica a essere retrocessa; il Milan salvato inspiegabilmente non tanto dalla retrocessione, ma dalla possibilità di vedersi estromettere dalla Champions League (e non a caso, la maggior parte dei non-milanisti vedono in questo particolare trattamento riservato ai rossoneri il vero scandalo). Infine la riammissione in Serie A di Lazio e Fiorentina. E proprio la posizione della Fiorentina è stata negli ultimi due mesi la più ambigua, la più contestata e sofferta.
Insulti e richieste di condanne sono giunte da ogni parte, da tifosi e presidenti di società che, in modo superficiale e opportunistico, si sono adagiati sulle maldestre conclusioni dei carabinieri prima e di Borrelli poi, gridando alla vendetta e alla gogna.
Firenze, i fiorentini, dai semplici tifosi civili a quelli istituzionali (di centrosinistra e di centrodestra, senza nessuna distinzione) hanno gridato la loro rabbia e delusione, per un modo di operare che ancora li vuole vedere in ginocchio.

Nessuno sembra più ricordare l'umiliazione subita nell'estate del 2002, quando l'AC Fiorentina di Vittorio Cecchi Gori veniva iniquamente e ingiustamente estromessa dalla Serie B e cancellata dopo 75 anni di storia. Dopo di allora si sono viste cose kafkiane, come la salvezza della Lazio per motivi 'di ordine pubblico' o quella del Messina per 'occupazione dei traghetti'. A nessuno, pare, è venuto in mente che la Lazio sia stata salvata perchè deve 220 milioni di euro all'erario (una società fallita, come è noto, non potrebbe rimborsare nulla allo Stato), e che il Messina orbitasse nel ristretto cerchio della Gea e dell'asse Juventus-Siena-Messina-Crotone. E a proposito, anche del Siena ce ne sarebbe da parlare, ma sorvoliamo.

Il processo di primo grado a cui abbiamo assistito è stato la degna conseguenza di tre pericolose quanto assurde e cieche prese di posizione:
La prima, quella dei carabinieri, che non sapendo evidentemente nulla di calcio hanno tratto conclusioni che non avevano riscontro nella realtà; la seconda, quella di Borrelli, che ha visto qualcosa che forse c'era, ma si è accanito solo con una parte del tutto, spinto dai tempi ristretti imposti dall''argonauta' Guido Rossi; la terza, quella del procuratore Palazzi, sceriffo del calcio abituato ad ottenere sempre cio che chiede, senza pensare se ci siano attenuanti degne di essere prese in considerazione.

Aveva ragione Diego Della Valle quando grido aiuto: aveva capito che era un processo già scritto. Un processo sportivo, in Italia ma anche in Europa, è la più classica dimostrazione di inciviltà penale. Lo dimostra il fatto che, contravvenendo ad ogni logica sociale, lì tu sei colpevole, e devi 'dimostrare di essere innocente', mentre in ogni aula della giustizia ordinaria tu sei innocente e non per essere condannato non deve esistere il benchè minimo 'ragionevole dubbio'.
E qui, di ragionevoli dubbi, ce n'erano parecchi. Proviamo, al di là della veridicità delle conclusioni, a creare una versione alternativa e credibile:
1) Palazzi parla di una Fiorentina che si piega al sistema e ne ottiene favori fino al raggiungimento della salvezza: Falso. La Fiorentina continuo a subire scandalosi arbitraggi fino alla 37^ e penultima giornata.
2) Bologna-Fiorentina 0-0 fu aggiustata per agevolare la Fiorentina negli scontri diretti (cosa poi avvenuta): Falso. Quella partita fu giocata molto prima della fine del campionato, e il Bologna era praticamente salvo; nessuno poteva pensare che i rosso-blu avrebbero dovuto lottare per non retrocedere.
3) Lecce-Parma 3-3 fu aggiustata per far sì che la Fiorentina si salvasse: Incomprensibile. Il pareggio, da solo, non bastava. Se il Bologna avesse battuto la Sampdoria (arbitro Paparesta) il pareggio di Lecce non avrebbe salvato affatto i viola, ma li avrebbe trascinati allo spareggio col Parma. Ma Bologna-Sampdoria non è sotto inchiesta, di conseguenza non si capisce come possa esserci stato un aggiustamento. Infine sull'arbitraggio: i tanti ammoniti e espulsi di quella partita, a danno del Parma, non agevolarono certo la Fiorentina, semmai aiutarono il Bologna nello spareggio successivo. Rivedendo quella gara, nulla si vede di strano sulle sanzioni comminate da De Santis.
4) Una cena in un ristorante di Bagno a Ripoli è il momento chiave del piegarsi dei Della Valle al sistema: Falso. Una cena davanti a decine di persone in un luogo pubblico non puo ragionevolmente essere la sede di un illecito sportivo.

Bastano questi quattro punti a mettere in discussione il teorema orchestrato da Borrelli prima e Palazzi poi. Ce ne sarebbero altri, ma ci sembrano sufficienti per evidenziare l'assoluta mancanza di prove, di riscontri sul campo, di indubbia certezza del dolo commesso.
Le cose più esilaranti di tutto questo sono le motivazioni delle sentenze. La Fiorentina, per chi non lo sapesse, è stata ritenuta, in primo grado, colpevole di illecito, ma parzialmente difendibile dal concetto di 'legittima difesa'. Insomma, ci raccontano che la Fiorentina ha dovuto difendersi per cio che stava subendo, ma si è difesa nel modo sbagliato.

La Fiorentina, e i suoi tifosi, hanno dovuto subire per un anno intero le peggiori angherie e soprusi da parte degli arbitri. I carabinieri, che ascoltavano le famose intercettazioni, sapevano che la squadra viola stava rischiando la retrocessione per demeriti non propri, ma per un raggiro, una volontà che manovrava nel buio. Nonostante questo, nonostante le denunce fatte dai Della Valle, dai tifosi, dalla città intera, i carabinieri non intervenirono su quello che stava accadendo. Amesso e non concesso che Della Valle sia colpevole, e io non lo credo, non nel modo in cui ce lo vogliono presentare, almeno.
La Fiorentina, se fosse retrocessa in Serie B, avrebbe pagato colpe non sue che le autorità dello stato sapevano.
Per questo, ancora più forte, Firenze e i suoi tifosi devono gridare la rabbia per un trattamento una volta di più iniquo e danneggiante.

La Fiorentina, in passato, ha pagato per molti, moltissimi, e nessuno ha alzato un dito. Oggi, dopo che quella stessa Fiorentina è risorta dalle sue ceneri fino a tornare ad essere una delle 4-5 società più forti in Italia, ancora hanno provato a rigettarla nel fango.
Lo stesso fango melmoso, denso, ma pur sempre fango, in cui la Fiorentina è stata e dal quale si è liberata, ma nel quale stavolta Firenze e i fiorentini non sono disposti a tornare.

Claudio Galardini