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Rifondare l'Italia

Al di la' del giudizio nel merito sull'operato di Prodi, per altro già divulgato esaurientemente su queste pagine, credo che sia doveroso fare una riflessione a tutto tondo sulla situazione italiana. Partiamo da un dato di fatto: questo governo ci lascia un'Italia più debole sia sul piano sociale che su quello istituzionale, per non parlare di quello internazionale dove siamo criticati su ogni testata.

Negli ultimi due anni il paese è stato diviso a metà e lo si è governato a suon di "atti di forza" di una parte nei confronti dell'altra. Non mi sto solo riferendo ad un governo che ha voluto guidare da solo l'italia nonostante avesse un consenso di solo una manciata di voti in più rispetto all'opposizione. Mi riferisco soprattutto a divisioni che, nel nome di questo nuovo modo (o con noi o contro di noi) di gestire la res pubblica, hanno attraversato tutta la penisola. Gli autotrasportatori contro tutti, i laicisti contro il Papa e i cattolici, i napoletani contro le istituzioni locali, i sindaci contro il governo.

Si è inaugurato un nuovo sistema deleterio: l'autolegittimazione. Tutto nasce da una classe dirigente che per due anni ha (non) governato, per la prima volta nella storia d'Italia, grazie al voto di gente non eletta, i senatori a vita, e grazie al trasformismo politico di persone del calibro di Follini. Con la scusa della legge elettorale si è fatto credere poi alle persone che non ci fossero altre ipotesi per la Nazione, che fosse tutto premeditato. Si è inculcata una sfiducia generale nelle istituzioni. Nessuno ha ricordato che se c'è un'anomalia in questa legge, è proprio il fatto che ha permesso a Prodi col premio di maggioranza di andare avanti per due anni alla camera. Altrimenti non avrebbe mai avuto i numeri.

 

D'altro canto era difficile aspettarsi una condotta responsabile all'indomani del voto. Se metti insieme comunisti e monarchici nel nome dell'opposizione a Berlusconi e alla casa delle libertà, e non nel nome di un vero programma, è chiaro che non puoi esaurire questa spinta unificatrice dialogando col "nemico". Si è diviso il paese ad oltranza. Non si sono gestite le situazioni di scontro, ma si sono imbracciati stupidi bracci di ferro che alla fine si sono sempre risolti in un nulla di fatto (avessero portato nuovi assetti sociali magari avrebbero avuto un loro perchè..). L'unico scopo perseguito a livello politico è stato quello di risanare i conti dello stato (per finanziare nuove consulenze e lo stipendio a nuovi amici) a spese dei cittadini, aumentando le tasse e acuendo quindi il rapporto di sfiducia nei confronti delle istituzioni. In questi anni il malcontento è stato così grande che è scoppiato il fenomeno dell'antipolitica, con persone in piazza a chiedere l'annullamento di un'intera classe politica. Abbiamo rasentato lo scontro armato in più situazioni, sulle autostrade, tra i cumuli di rifiuti, coi tassisti... Prodi ci regala un'Italia ingovernabile, scossa nelle sue fondamenta da divisioni quasi insanabili.

E' inutile illudersi, non basta vincere le elezioni: la crisi è delle istituzioni e della politica. Certamente è fondamentale tornare alle urne perchè, con o senza legge elettorale nuova, serve una vera maggioranza capace di operare con un minimo di decenza e dignità. E non ci dicano che chiunque vinca sarà nelle stese condizioni, perchè se il popolo stavolta deciderà che una maggioranza esiste, non come l'altra volta, i numeri ci saranno sia alla camera che al senato. Questa è la condizione essenziale. Quello che pero serve all'Italia è una vera rifondazione. Non quella di Bertinotti, ma quella della Repubblica. La Repubblica nata dalla guerra civile è finita. Serve una pacificazione tra le parti se vogliamo davvero un'alternanza tra destra e sinistra. Dobbiamo rivedere per forza la costituzione in ogni suo punto e certamente la legge elettorale; ma una legge elettorale che non sia contingente alle necessità di questa o quella legislatura: serve una riforma che sia pietra miliare di un percorso che porti ad un nuovo assetto dello stato. Non nascondo che a nostro avviso servirebbe un vero presidenzialismo: sia per dare a chi governa il potere vero di fare le riforme che servono al paese, sia per ricreare un rapporto diretto e di fiducia tra elettori ed eletto. Serve un sistema dove una persona s'impegni di fronte ai cittadini, abbia il tempo e gli strumenti per governare e si prenda le responsabilità di quello che fa. Pensate a situazioni come quella americana o francese, dove ci sono il presidente e il parlamento. Il parlamento puo essere anche di un "colore" diverso, ma il potere esecutivo continua ad essere stabile, pur confrontandosi e mediando con la parte avversa. Un simile impianto non puo che aumentare il perseguimento dell'interesse nazionale al di la' della fazione.

Serve infine una vera riforma della giustizia italiana, nel paese dove l'ingiustizia sembra ormai elevata a sistema: duri coi deboli e deboli coi forti. La legge deve tornare ad essere fatta rispettare con tutti i mezzi disponibili. Non puo esistere libertà se le forze dell'ordine il più delle volte non hanno autorità di intervenire o se i processi non si tengono per via delle disfunzioni abissali che ci sono. Non è inoltre possibile accettare l'idea che la magistratura sia una casta avulsa dal resto della vita del paese e per certi versi un potere, un gruppo di pressione che fa opposizione politica e sociale. Che il popolo elegga i magistrati e si separino le carriere dei PM e dei Giudici. Serve infine una normalizzazione della vita politica. La riottosità in cerca dell'interesse della singola formazione è diventata insopportabile. A tal fine se davvero il PD si presentasse per conto proprio farebbe un gesto molto importante per tutto il paese, semplificando la composizione degli schieramenti e isolando gli estremisti; ci auspichiamo che cio possa avvenire anche a destra. I vari Casini, Dini, Mastella e simili, se davvero vogliono tenere i piedi in due staffe, facciano un polo di centro e si presentino di fronte agli elettori. Saranno loro stessi a bocciare l'opportunismo di certa classe politica. La strada è lunga e ripida, ma le strade facili non hanno mai portato nessun cambiamento vero.

C.Z.