Qui sono tutti matti

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Guardiamoci intorno: a Londra un pompiere è esentato dalla sorveglianza all’ambasciata israeliana, perchè di fede islamica.
La British Airways licenzia una hostess perchè porta il crocifisso.
L’ex Ministro degli esteri britannico, Straw è nell’occhio del ciclone per aver detto che il velo è una barriera all’integrazione.
E dopo Colle Val D’Elsa, a Genova i frati del Sorriso francescano (!) hanno proposto di donare un proprio terreno per costruire la quarta moschea più grande d’Italia.

Da tempo denunciamo lo spirito rassegnato di una parte dell' Occidente nel confronto con l'Islam e gli islamici.
In questi giorni stiamo assistendo ad ulteriori prove di questo atteggiamento che, lungi dal rassicuraci, accelera la strada verso la conquista.

Due importanti notizie vengono dalla Gran Bretagna, da Londra. Qui un 'bobby', nome dei famosi vigili della capitale britannica, ha chiesto di essere esentato dalla sorveglianza all'ambasciata israeliana perchè di fede islamica. Pare che il bobby islamico abbia avvertito i superiori di non poter effettuare il proprio lavoro serenamente, visto quello che gli israeliani fanno subire agli islamici in Medio Oriente.
I superiori hanno deciso di accontentare il vigile musulmano. Soddisfatti, naturalmente, i membri di una associazione dedicata al profilo, ovvero di bobby londinesi islamici.

Tolleranza? Comprensione? Forse solo coglionaggine? E' come se, dopo l'esecuzione dei tre cristiani nell'Indonesia islamica, poliziotti o carabinieri italiani si fossero rifiutati di vigilarne l'ambasciata a Roma. Cosa sarebbe successo agli sfortunati, che, in questo caso, avrebbero avuto anche qualche ragione in più di 'obiezione di coscienza'?
Da un'assurdità all' altra, sempre in nome di una falsa integrazione che si tramuterà in conquista e conversione.


Una hostess della compagnia di bandiera britannica, la British Airways, è stata licenziata perchè esibiva al collo un gioiello a forma di croce. L'azienda si difende invocando il regolamento interno, che vieta l'esposizione di simboli religiosi, pena la sospensione dal lavoro.
La hostess, Nadia Eweida, dal canto suo ha accusato la compagnia di discriminazione religiosa e ha ribadito che la BA permette ai musulmani di portare il velo, ai Sikh il turbante e così via.

Le parole su cui riflettere sono nella nota di risposta della compagnia: 'Queste regole (portare i simboli sotto le uniformi, ndr) riguardano ogni tipo di gioiello e ogni genere di simbolo religioso appeso alle collane, non solo la croce. Gli altri indumenti come i turbanti e gli hijab POSSONO ESSERE INDOSSATI QUALORA RISULTI POCO PRATICO PER IL PERSONALE NASCONDERLI SOTTO L' UNIFORME '.
Praticamente un regolamento fatto su misura per permettere a musulmani ed altre confessioni di indossare gli oggetti religiosi, dato che non hanno certo ciondoli da esporre (!). E per i cristiani? tanto peggio per loro, dovevano inventarsi un velo o qualche simbolo da non poter agevolmente nascondere sotto le uniformi.

Se non ci fosse da piangere, verrebbe da ridere di fronte a regole così assurde che noi stessi ci poniamo. Certamente nessun giudice si sognerebbe di invocare la discriminazione religiosa per i cristiani, questo 'reato' vale solo per determinate fedi e confessioni. Perchè, proponiamo noi, non cancellare questa norma e creare il reato di 'lesa maestà all'Islam ed al suo Profeta, che Allah lo tenga in Gloria' oppure ' vilipedio al Grande Maometto e al Grandissimo e Altissimo Allah'? Ci sembrano due norme perfettamente compatibili con il pensiero debole che sta affossando la libertà e la tradizione del mondo Occidentale.

La riprova dell'asimmetria di giudizio tra cristiani, o comunque occidentali, e islamici è arrivata con l'ondata di proteste che ha investito l'ex Ministro degli esteri britannico, Jack Straw. Straw è entrato nell'occhio del ciclone per aver dichiarato che il velo musulmano rappresenta una barriera all'integrazione tra islam e resto del mondo. Molti suoi compagni di partito si sono affrettati a prenderne le distanze e gli slamici inglesi hanno inscenato molte proteste contro Straw.
Eppure, un sondaggio pubblicato da The Guardian, rivela che per il 57% degli intervistati i musulmani britannici non abbiano ancora fatto abbastanza per integrarsi nella società.

In Italia le cose non vanno diversamente, anzi. A Milano, il Pm Spataro continua la sua indagine sul 'rapimento' dell'imam Abu Omar, mettendo sotto inchiesta esponenti di spicco del nostro servizio d'informazione militare, compreso l'ottimo direttore, il Generale Pollari. Si parla addirittura di una sua incriminazione per un'operazione segreta per garantire la sicurezza nazionale. Al limite, o forse al di là, della legalità; ma se i servizi non agiscono in questo modo, chi puo farlo? I servizi devono poter effettuare operazioni anche 'straordinarie' per il bene supremo, ovvero difendere la sicurezza dei paesi liberi, per forza di cose più vulnerabile di quella di un regime dove la politica puo decidere la legalizzazione di sistemi criminali.

Nello stesso tempo si cercano di regalare alle comunità islamiche sparse per l'Italia, tutte le condizioni necessarie per costruire moschee e luoghi di 'cultura islamica'.
Dopo Colle Val D'Elsa, a Genova i frati del Sorriso francescano (!) hanno proposto di donare un proprio terreno lontano da centri abitati ( dove i cittadini hanno rifiutato la costruzione ) per la cotruzione di quella che potrebbe essere la quarta moschea più grande d'Italia. A Sesto San Giovanni, nel milanese, potrebbero nascere moschea e minareto nei pressi della storica chiesa di Santo Stefano.

E noi, cittadini 'normali', che devono subire i sogni di società multiculturali e arcobaleno delle menti di intellettuali o di illuminati politici progressisti, sempre ridotti a subire, subire, subire.
Attenzione, perchè quando quelli che dovrebbero essere i rappresentanti del popolo abdicano a questa loro funzione, i cittadini sono legittimati, anzi hanno il dovere, di riprendersi questa delega.
Questo sia sul fronte dell'ordine e dell'integrità come, vogliamo aggiugere, sul fronte della rapina mascherata da spoliazione fiscale che questo governo ci sta infliggendo.

Jimmy Landi