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L'immenso sogno di J.R.R.Tolkien



 'Non tutto quel ch'è oro brilla,
nè gli erranti sono perduti;
Il vecchio che è forte non s'aggrinza,
le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
l'ombra sprigionerà una scintilla;
nuova sarà la lama ora rotta,
e re quei ch'è senza corona'.

The lord of the rings- The fellowship of the ring -

Una vita semplice, senza particolari scosse ed emozioni, gli unici viaggi che compiva erano quelli che derivavano dalla sua inesauribile fantasia, attraverso la sua amata Terra di Mezzo, il luogo incantato dove ambientava tutti i suoi romanzi. Ed è persino facile immaginarselo mentre passeggia attraverso i campi del Pelennor o nei boschi di Lothlorien, in compagnia della sua inseparabile pipa, come il Bilbo Baggins dei suoi racconti.

Lui, J.R.R Tolkien, il tranquillo professore di letteratura inglese, che ha incantato tre generazioni di persone con le sue storie, intrise di coraggio e speranza, di saggezza e consapevolezza. Ma la vera natura di Tolkien emerge dal ritratto che Lord Snowdon fece di lui: fotografato in tweed ai piedi di un grosso albero, egli rivelo il suo carattere ambivalente di intellettuale snob e di 'hobbit' naif.

La Trilogia del Signore degli Anelli, la sua opera piu' famosa, non è la sua prima fatica.
La Saga dell'Anello del Potere, inizia nel '37, con la pubblicazione de 'Lo Hobbit', dove vengono narrate le avventure di Bilbo Baggins, famosissimo zio di Frodo e precedente portatore dell'Anello.
Inizialmente Tolkien scrisse il racconto per suo figlio e non si sarebbe certo immaginato che esso avrebbe riscosso un tale successo, da compiacere anche il poeta inglese W. H. Auden che lo definì 'la più bella storia per fanciulli degli ultimi cinquant'anni'.
L'altra opera che narra della Terra di Mezzo, il Silmarillion, non fu mai pubblicata da Tolkien, ma è stata ricostruita attraverso un intenta opera di collage e pubblicata postuma dal figlio Cristopher.
Il Silmarillion è una sorta di cosmogonia, la genesi della Terra di Mezzo, dove vengono descritte le origini di tutti i suoi abitanti e le vicende che precedono il ritrovamento dell'Anello da parte dei Baggins.
Le altre opere di Tolkien sono: "Racconti Perduti e Racconti Ritrovati", "Albero e Foglia", "Le Avventure di Tom Bombadil", "Il Cacciatore di Draghi", "Mr Bliss" e "Le lettere di Babbo Natale".

'Tre anelli ai re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
sette ai principi dei nani nelle lor rocche di pietra,
nove agli uomini mortali che la triste morte attende,
Uno per l'Oscuro Sire nella terra di Mordor.
Un Anello per domarli,
un Anello per trovarli,
un Anello per ghermirli
e nell'oscurità incatenarli'.

Un'opera grandiosa ottenuta, mescolando, con inesauribile fantasia, gli antichi miti della cultura nordica ed anglosassone e condendola con una minuziosa ricerca storica e filologica.
Una dimensione del sogno cosi ben descritta, da catapultare il lettore in un universo parallelo, dove la terra di mezzo esiste davvero ed i suoi personaggi irrompono nel quotidiano di ognuno di noi per invitarci a condividere le loro battaglie e loro speranze nella lotta contro l'Oscurità.
E' una strana sensazione, quella che si impadronisce del lettore, quasi un incantesimo.
Milioni di appassionati di Tolkien nel mondo ne sono la testimonianza: le storie di Frodo e dei suoi amici sono restate loro dentro, accompagnandoli per molto tempo. Esse rappresentano l'emblema di una categoria dell'anima, di chi sta al di qua della linea d'ombra ed ha ancora il cuore pieno di speranza, di gioia e di leggerezza ed ha ancora la forza e la voglia di lottare e di credere in certi valori ( '...la guerra è indispensabile per difendere la nostra vita da un distruttore che divorerebbe ogni cosa; ma io non amo la lucente spada per la sua lama tagliente, nè la freccia per la sua rapidità, nè il guerriero per la gloria acquisita. Amo solo cio che difendo: la città degli uomini di Nùmenor; e desidero che la si ami per tutto cio che custodisce di ricordi, antichità, bellezza ed eredità di saggezza.' Faramir da: "Le due torri").

Ma il Signore degli Anelli narra anche del potere che ognuno di noi ha di decidere del proprio destino e di come anche il destino altrui possa dipendere dalle nostre scelte; Frodo è stato destinato ad avere l'anello, ma soltanto lui puo plasmare il destino del mondo ('...anche la persona più piccola puo cambiare il corso del futuro...' Galadriel da "la Compagnia dell'Anello")e anche se non puo rifiutarsi di tenere l'anello ('...- vorrei che l'anello non fosse mai venuto a me...'), ha comunque il potere di decidere in che modo portare avanti il suo compito ('...accade a tutti coloro che vivono in questi tempi. Ma non spetta a loro decidere. Possiamo solo decidere che cosa fare con il tempo che ci viene concesso...' Gandalf ne "la Compagnia dell'Anello").
Un compito difficile e rischioso che potrebbe non avere un esito felice, per due piccoli hobbit. Ma quando la speranza si affievolisce, il piccolo Sam riesce comunque ad accendere un luce nel cuore di Frodo e non farlo cedere ('...Improvvisamente la gente si trovava coinvolta e quello, come dite voi era il loro sentiero. Penso che anch'essi come noi ebbero molte occasioni di tornare indietro ma non lo fecero.' da "Le Due Torri" ).

Perchè alla fine, in mezzo a tanti splendidi cavalieri, elfi e maghi, l'immagine che ci rimane impressa nel cuore sono le lacrime del piccolo Sam che guarda allontanarsi la nave che porterà Frodo nelle terre immortali.
Andare avanti quindi, restare fedeli a se stessi e alla propria causa, anche quando l'oscurità ti avvolge e la luce viene meno.

Serena Mannelli