Inter-cettazioni

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<p>Inter e Telecom, formalmente non legate da alcun vincolo legale, possano essere considerate società molto vicine, sorelle direi, in virtù di partecipazioni incrociate e dirigenti comuni.
Che la società di Moratti non sia proprio il simbolo dell’onestà?
Forse chi l'ha gestita in questi ultimi sedici anni non era sfortunato e fuori dai giochi di potere, ma forse, più banalmente, solo incompetente.

<p> </br><p>Tutto si puo dire, tranne che questa estate calcistica sia stata priva di emozioni: prima l'inizio di Calciopoli, poi le magiche notti tedesche e il trionfo di Berlino, infine l'affare Inter-Telecom hanno accompagnato tutta la nostra estate, disegnando nel nostro umore quella curva normale tristemente nota a chi ha studiato statistica. Come giustamente ha detto a Coverciano il nuovo commissario federale Pancalli, questo ultimo affaire non ci voleva proprio, anche perchè va a ridurre ancor più la credibilità di un movimento già in crisi, andando ad investire proprio l'Inter, la squadra con lo scudetto sulla maglia. Certo aldilà di queste considerazioni estremamente responsabili ma anche molto politiche, va detto che stanno venendo al pettine dei nodi ampiamente prevedibili.
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L'Inter, come del resto Juventus e Milan, fa parte di gruppi imprenditoriali molto importanti; proprio la società nerazzurra appare il caso più allarmante di questa lobbyzzazzione (passatemi il termine) del calcio, in quanto sono riuniti nella compagine azionaria e nell'organigramma societario importanti dirigenti d'impresa e finanzieri, che configurano casi plurimi di conflitto di interesse.
Questa situazione ha fatto che sì che Inter e Telecom, formalmente non legate da alcun vincolo legale, possano essere considerate società molto vicine, sorelle direi, in virtù di partecipazioni incrociate e organi dirigenti in parte comuni.
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E' il caso di Carlo Buora, vicepresidente dell'Inter e amministratore delegato di Telecom, dell'assai più noto Tronchetti Provera che controlla Telecom e ed è socio nell'Inter di Moratti, che a sua volta siede nel consiglio d'amministrazione di Telecom; lo stesso c.d.a. di Telecom ha eletto come nuovo presidente Guido Rossi.
Moratti avrebbe, secondo l'accusa, fatto spiare e intercettare telefonicamente Massimo De Santis in quanto sospettato di arbitrare contro l'Inter; si apre chiaramente tutto un filone di inchiesta di carattere penale a carico dei vertici della società nerazzurra, ma concentriamoci sugli aspetti sportivi.

E' palese che un comportamento di questo tipo, per quanto inammissibile, non sia paragonabile alla presunta cupola moggiana, ma apre la strada ad almeno due riflessioni abbastanza inquietanti. La prima e più ovvia è che lo scudetto balneare assegnato all'Inter, alla stregua di un oscar all'onestà, traballa e non poco; insomma, non vedo le eventuali violazioni di cui sopra degne di pesanti sanzioni, anche perchè c'è chi dalla sponda nerazzurra si affretta a precisare che si tratta di azioni cadute in prescrizione.

E dopo il patteggiamento di Oriali sul passaporto falso di Recoba, ora si invocano i termini di prescrizione di due anni dall'epoca dei fatti: tutto legale, ma la moralità, l'onestà dove sono in tutto cio? Mi sembra giusto che l'Inter mantenga intatte la possibilità di vincere lo scudetto in campo, ma altrettanto sacrosanto che restituisca quanto assegnatole fuori.

La seconda riflessione deriva da quanto visto sopra: in un mondo calcistico in cui lo sport è annientato dagli interessi economici ed in cui scoppia uno scandalo senza precedenti a suon di telefonate, fa un certo effetto se l'unica squadra rimasta immacolata è legata a doppio filo con la società telefonica nazionale.
Considerate le notevoli disfunzioni operative mostrate dalla Procura nella gestione del segreto istruttorio, non si fatica certo a fare certi pensieri andreottiani su come le intercettazioni siano state fatte.

E' notizia di oggi che i legali di Moggi hanno dato mandato a una agenzia specializzata in sicurezza e spionaggio con sede a Rimini, per scoprire se vi siano state opere di manipolazione di telefonate e tabulati telefonici. A sentire quanto pubblicamente afferma il titolare dell'agenzia viene la pelle d'oca: 'l'unica compagnia in grado di controllare e, volendo, modificare le tracce del traffico telefonico è Telecom'; e ancora: 'fino a qualche anno fa, ogni procura poteva contare su un dipendente Telecom che si occupava solo dei rapporti con quella stessa procura, figura scomparsa; i tabulati inoltre venivano stampati e direttamente imbustati senza che nessuno potesse prenderne visione'.

Mentre adesso 'la stampa delle intercettazioni è centralizzata a Milano per tutto il centro-nord ed ha perso in segretezza; i computer delle intercettazioni sono collegati ad altri centri dai quali è possibile intervenire e dunque anche manipolare'. Inoltre, sempre secondo l'esperto riminese, è possibile attraverso questi terminali sia far risultare telefonate mai avvenute, sia montare ad arte voci campionate che nel caso di Moggi erano di pubblico dominio.
Tutto cio è reso ancor più inquietante se si ripensa alle dichiarazioni rilasciate da uno dei protagonisti negativi di calciopoli, l'ex designatore Paolo Bergamo: 'mi chiamavano tutti i dirigenti delle squadre, Inter e Roma comprese'.

Insomma forse si tratta solo di un fisiologico effetto boomerang sull'Inter, ma in questo ultimo periodo si è capito che non tutto era semplice come sembrava, che l'Inter non è simbolo di onestà ma ha anche lei i suoi scheletri nell'armadio e soprattutto che chi l'ha gestita in questi ultimi sedici anni non era sfortunato e fuori dai giochi di potere, ma forse, più banalmente, solo incompetente.

Damiano Agati

Fonti per le dichiarazioni:
- QN - Quotidiano Nazionale