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Gambia, tra le noccioline si vota con le biglie

Il Gambia è il più piccolo stato africano, ma questo non è il solo primato detenuto da questa striscia di terra affacciata sull'Atlantico: il Gambia è anche la nazione più stabile politicamente del continente, infatti da quando nel 1994 il Presidente Jammeh prese il potere con un colpo di stato senza spargimento di sangue, niente o quasi è cambiato. Ma la stabilità non si è mai tradotta in prosperità e il Gambia resta un territorio povero, coltivabile solo per un sesto del totale, e dipendente dal prodotto nazionale: le noccioline e l'olio da esse ricavato.

In un paese di 1,6 milioni di abitanti, 670 mila sono andati alle urne nel Settembre 2006 e, come al solito, nulla è cambiato: con il 67% dei voti il Presidente Jammeh (nella foto a sinistra un cartellone elettorale con la sua faccia) ha vinto per la terza volta consecutiva le elezioni.La corsa alla presidenza si svolgeva tra i 3 maggiori schieramenti, l'avvocato Ousainou Darboe e il sociologo Halifa Sallah sono arrivati rispettivamente secondi e terzi dietro al Presidente uscente.A causa dell'altissimo grado di analfabetismo in Gambia si vota con un sistema davvero curioso e unico al mondo: l'elettore non ha in mano nessuna scheda da leggere ma sceglie una biglia (sotto nella foto) del colore del suo candidato preferito, con la foto di quest'ultimo stampata dentro, la inserisce nell'urna e il gioco è fatto. E' così scopriamo che al candidato uscente era associata una biglia verde, e ai due leader dell'opposizione rispettivamente gialla e grigia.

Dopo i primi dati Jammeh avrebbe dichiarato che la sua vittoria è figlia delle molte cose 'fatte per questo paese'. La realtà, come molto spesso accade in questo continente, è diversa dai discorsi: dal 1994 molti esponenti dell'opposizione sono stati arrestati sollevando le critiche di tutta la comunità internazionale. Il partito di Jammeh si chiama 'Alliance for Patriotic Reorientation and Construction (APRC)' e ha portato avanti una campagna elettorale basata sullo slogan 'Vote for peace and prosperity". Peccato che la questione dei diritti umani, cavallo di battaglia dell'opposizione, sia soltanto sfiorata nel programma governativo che promette di continuare in un presunto cammino di sviluppo di cui tutt'ora si stenta a scorgere l'inizio.

L'amministrazione del Presidente Yahya Jammeh ha da sempre mantenuto il pugno di ferro contro i mezzi d'informazione liberi col risultato che nel paese i media indipendenti praticamente non esistono, nonostante la loro tutela fosse stata sancita fin nella costituzione del 1997. Sono molto frequenti nel paese attacchi, anche violenti, ai danni dei giornalisti che spesso finiscono la loro carriera nelle prigioni governative.Lo stato centrale possiede l'unico quotidiano che esce nel paese, la stazione radio nazionale e l'unica TV, ma molte radio e giornali indipendenti (che devono pagare altissime tasse allo stato) fanno sentire la voce dell'opposizione e crescono di numero di anno in anno. Anche Radio Francia è ascoltabile in FM. Nel 2006 l'organizzazione internazionale dei Reporter senza Frontiere ha definito la situazione media del Gambia 'catastrofica'.

A differenza di molti altri vicini, il futuro del più piccolo stato africano è purtroppo, tutt'altro che incerto: il turismo rappresenta una notevole voce nelle entrate, è vero, e sopravvive grazie ai resort nella piccola striscia di mare affacciata sull'Atlantico. Le esportazioni di noccioline sono sempre più importanti quantitativamente ma per un futuro diverso serve ben altro. Vecchie voci di brogli elettorali, un tempo sollevate dai ministri del Commonwealt, si rincorrono ancora. E sono in molti a giurare di aver ricevuto una lettera in cui si minacciava i cittadini che se nella loro zona l'opposizione avesse ottenuto la maggioranza per loro non si sarebbe intrapresa nessuna politica di sviluppo. Qualunque sia la verità, la storia di questo piccolo angolo d'Africa ci racconta che le biglie, ancora una volta, non hanno cambiato nulla.

D.M.

Fonti:
- News.bbc.co.uk
- Freedomhouse.org