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A LUNGA CONSERVAZIONE

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"Tutto il sistema è interamente e profondamente conservatore, chiuso su se stesso, e assolutamente incapace di ricevere un'istruzione qualsiasi dal mondo esterno. Grazie alla perfezione conservatrice dell'apparato replicativo, ogni mutazione, individualmente, costituisce un avvenimento molto raro"
Voglio aprire con le parole di un biologo, un Nobel, Jacques Monod che ci spiega come il principio base non sia l'evoluzione, il progresso o l'apertura sistematica al mutamento, ma la conservazione.
Come si attua la conservazione nella società? Attraverso la Proprietà, intesa nel senso più generico e non solo contrattuale.
 
Proprietà privata, proprietà di beni, ma anche proprietà di usi, costumi e tradizioni, delle positività e delle negatività che ci caratterizzano e che sono tali a seconda dei punti di vista. Non è la paura del diverso il motore, ma è la difesa di un possesso che guida certe scelte.
Un conservatore che non difende i principi fondanti della propria civiltà, non è tale, è un progressista o per dirla all'americana, un liberal.
Un conservatore che spalanca le porte al cambiamento, senza mettere un freno, senza difendere a prescindere lo status quo, senza porsi i giusti dubbi, non è un conservatore. Un conservatore nella legge cerca, infine, Giustizia e non Uguaglianza, dove per giustizia si intende il giusto rispetto e tutela della proprietà.
 
Il Reazionario è colui che cede alla resistenza armata o alla reazione estrema, che di fronte ad una azione contraria, reagisce a costo di limitare l'altrui diritto essendo ritenuto minaccioso. E' una connotazione pratica, metodica, non di principio: il reazionario muove dallo stesso sentire del conservatore e decide di difenderlo in altro modo. Non è un caso che il termine nasca in era moderna, inizialmente per distinguere le controrivoluzioni (vandeani, sanfedisti..) a cavallo tra il 1700 e il 1800. Quello che non è in discussione è l'opinione comune che conservatore e reazionario hanno su valori e mutazioni forzate.
 
Se prendiamo la bioetica ad esempio il contributo conservatore è fondamentale: porre in essere una riflessione su questioni che vanno ad intaccare la natura stessa dell'uomo e della società, affinché l'innovazione scientifica e tecnologica non mortifichi la natura stessa umana e non arrechi danni. L'istinto progressista è diverso: la mutazione dello status quo, il sacrificio della sacralità dell'individuo (rafforzata dal cristianesimo che crea un rapporto diretto tra Dio e l'individuo) nel nome di un positivismo che invece pone le "magnifiche sorti e progressive" come principio sovrastante l'Io. 
Così prosegue nello stato sociale e nella solidarietà: il bene per un conservatore non è mai collettivo, ma è un moto dell'individuo verso l'altro. 
La cessione di proprietà non può essere sancita da terzi, sia proprietà economica, sia una proprietà d'identità.
 
Sull'omosessualità poi il discorso è molto semplice. Una persona all'interno delle sue mura è libera di fare ciò che vuole. Un conservatore però rifiuta l'omosessualità come fenomeno di costume o come nuovo pilastro sociale, ma non per paura del diverso. Lo fa nel segno della conservazione della propria civiltà che, nel nostro caso, è emanazione diretta di quella romana e dove certamente pratiche omosessuali erano ben presenti, ma se ne riconosceva in esse una valenza puramente e strettamente privata a differenza delle civiltà orientali ed elleniche, dove l'omosessualità era ostentata, riconosciuta quanto e più del legame con la donna, anzi assumeva valori fondamentali.
 
Proseguendo, allo stesso modo, nel rapporto con la natura, la nostra civiltà non è tanto quella che viveva dei frutti dei boschi nei boschi, ma che di bosco in bosco migrava per sfruttarne le caratteristiche al fine di produzione di bronzo o ferro e che faceva di necessità virtù mutuandone sfruttamento e convivenza in un equilibrio non sempre facile. Cosa che facciamo ancora oggi nella nostra ricerca tecnologica. Qualsiasi altra lettura del conservatorismo è una stortura che si discosta dalla natura dei conservatori.
 
C.Z.