TEATRO. ''Le Mani Forti'', in scena Marco Calvani

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C’è tutto il mondo dell’adolescenza dolente e violata nell’opera del giovane Calvani, nuovo astro nascente della drammaturgia italiana e pratese. Un tripudio di applausi e critica per un esperimento teatrale, contestato sin dagli albori per la scelta dell’argomento trattato: l’omicidio di Novi Ligure.
“Non è un atto d’accusa e neppure il suo opposto, cercare di capire non vuol dire giustificare”, dice l’autore. Il giudizio si nasconde, pero nel titolo, “Le Mani Forti”, che sono sia le mani dei due giovani assassini, che le mani guida che sono venute loro a mancare nel corso della vita.

<p><p>C’è tutto il mondo dell’adolescenza dolente e violata nell’opera del giovane Calvani, nuovo astro nascente della drammaturgia italiana e pratese. Un tripudio di applausi e favori della critica per questo esperimento teatrale, contestato sin dagli albori per la scelta dell’ argomento trattato: il sanguinoso e brutale omicidio di Novi Ligure. Una prova non facile, ma egregiamente superata dall’efebico Marco, nella doppia veste di autore ed interprete principale nel ruolo di Omar.
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Egli aveva già affrontato il tema del disagio giovanile in una sua opera precedente, intitolata “Low Life”, La Vita Bassa, andato in scena due anni fa al Teatro Fabbricone, lo stesso palcoscenico che ha ospitato “Le Mani Forti”.
Fra i due lavori sembra infatti esserci un filo conduttore, che è quello dell’universo giovanile contemporaneo, con le sue lotte ed indecisioni, un humus pericoloso che puo dare origine ad oceani di violenza, come nel caso, appunto, di Erika ed Omar.
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Un testo magistrale, che si snoda in un crescendo di dialoghi sempre più concitati, sempre più terribili. Calvani è perfetto nel ruolo di Omar, adolescente complessato e soggiogato dal prorompente carattere di lei, esuberante ninfetta carceriera, che lo imprigiona e lo libera a suo piacimento, che lo innalza e lo degrada, che lo punisce e lo gratifica, che lo insulta e lo abbraccia.
Il personaggio di Erika, nella sublime interpretazione della giovane attrice romana Elisa Alessandro, è un insieme di forza e debolezza allo stesso tempo, soffocata dalla vita della cittadina ligure, che non offre speranze ai giovani come lei ed Omar, schiacciata sotto il peso della sua inadeguatezza, con una madre troppo perfetta per lei (“….comprami un’altra madre… ma stavolta la voglio grassa…”) con un fratello altrettanto buono e perfetto.
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Una famiglia modello, a cui Erika si ribella, infrangendo le regole e scegliendo, come suo compagno un giovane di modeste origini “che cosa fa il Gran Capo?” - lo sfotte lei, “Lui… fai il camionista…” - balbetta Omar, “E la signora di sotto?”,”Lei…ha fatto me…”. Dialoghi schietti, concisi, che lacerano le coscienze. Atmosfere buie, scandite dai ritmi infernali delle hits da discoteca, sigarette, droga, birre rovesciate per terra, balli frenetici e nervosi, gesti sguaiati e provocanti. Un affresco a tinte forti, una finestra aperta sul microcosmo qualsiasi di una qualsiasi cittadina di provincia.
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L’opera di Calvani non ha lo scopo di condannare, nè tanto meno di giustificare quei fatti terribili. “Non è un atto d’accusa e neppure il suo opposto, cercare di capire non vuol dire giustificare”, dice l’autore. Il giudizio si nasconde, pero nel titolo, “Le Mani Forti”, che sono sia le mani dei due giovani assassini, che le mani guida che sono venute loro a mancare nel corso della vita.
“In questa trincea ci crepo”, “il mondo mi sembra una stanza arredata da stronzi”, urla la cinica Erika col volto perennemente contratto in una smorfia di dolore, convincendo il timido Omar, che si è innamorato della sua disperazione a compiere il letale gesto.
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Il sangue non è presente sulla scena, ma scorre a fiumi nelle loro coscienze. E nelle nostre. Uno spettacolo che trafigge come un pugnale macbethiano e che ci lascia inermi, sconvolti, inteneriti dalla vista dei corpi nudi dei due protagonisti che si cospargono a vicenda col latte, quasi per purificarsi dal loro terribile crimine.
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Serena Mannelli
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<p> MARCO CALVANI
(Prato, 1980)

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Giovane attore e drammaturgo, si avvicina al teatro nel 1996 quando si iscrive alla scuola di formazione per attori presso il Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino, dove si diploma nel 2000. Qui entrerà in contatto con il mondo della drammaturgia internazionale, interpretando nuovi testi di nuovi autori e collaborando ad alcune regie di Barbara Nativi. Per alcuni anni fa parte della compagnia stabile del teatro, Laboratorio Nove, con la quale, grazie allo spettacolo After Juliet di Sharman MacDonald, dopo una fortunata tournèe nazionale approderà anche al National Theatre di Londra (1999-2001).
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Nel 2000 partecipa al film “Le fate Ignoranti” e si stabilisce a Roma dove si iscrive al Duse Studio, centro internazionale di cinema e teatro diretto da Francesca De Sapio. Qui studia costantemente secondo il metodo Stanislavskji-Strasberg e nel 2003 ottiene la borsa di studio.
Nel frattempo riscopre la sua passione per la scrittura grazie anche alla commissione di uno spettacolo in occasione del Social Forum Europeo dei Teatri che nel 2002 si svolge a Firenze. Si tratta di Q-asi, scritto a quattro mani con Federica Santi e liberamente tratto da 'Q' di Luther Blissett.
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Poi è la volta di “TeLoLeggoNegliOcchi!” (2003), versione rivista di 'Legami' di Almodovar, in cui drammi personali e conflitti sociali si mischiano in una commedia nera tutt'altro che convenzionale. Lo spettacolo debutta con successo di critica e pubblico al Teatro dell'Orologio di Roma con la regia di Alberto Alemanno, per poi essere ospite del Marginalia Festival di Torino. Nel cast oltre allo stesso Calvani, anche Letizia Letza, Maria Grazia Grilli e la stessa Elisa Alessandro.
Nel 2004 arriva un'altra commissione, dal Festival di Todi, per il quale scrive Prima che tu dorma, un dramma di memoria in due atti che racconta la storia di una famiglia costretta a fare i conti con una morte imminente e con le bugie e i conflitti che questa porterà inevitabilmente a galla. A fare da cornice un mondo scomodo fatto di sesso, soldi, droghe, abusi e fobie.
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Nel 2005 viene coinvolto dal Phoenix Theatre di Londra all'interno di un importante progetto europeo, Citizens On Stage, per cui scrive “La vita bassa” (“Low Life”), spettacolo diviso fra realtà e finzione in un'ironica e pungente raccolta di vite, raccontate come fossero spot pubblicitari. Intorno a loro il pericolo, ovvero la guerra, quella orrenda e senza senso, che li perimetra ma non li nuoce. Lo spettacolo rappresenta l'Italia in un progetto che coinvolge altri sei paesi europei, fra cui Svezia, Lituania e Inghilterra appunto.
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“La vita bassa” debutta al Teatro della Limonaia nel febbraio del 2005, produzione Tri-boo per la regia di Michele Panella e Serena Mannelli, e dopo alcune repliche nazionali (Teatro Fabbrichino, Prato; Festival di Volterra) inizia la sua tournèe estera: Germania (Explosive Festival di Brema), Londra (lo stesso Phoenix Theatre), Irlanda (Dublin Fringe Festival) e poi nel 2006 Atene, Olanda (Festival Nieuwe Grond Utrecht), Belgio e ancora Germania al Play Off Theatre Festival rassegna di teatro internazionale organizzata in contemporanea ai mondiali di calcio e dove Tri-boo rappresenta ancora una volta l'Italia. E' il suo primo testo ad essere tradotto in inglese, tedesco, olandese e polacco.
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Nel 2006 scrive Le Mani Forti, pièce liberamente ispirata alla storia di Erika e Omar e alla tragedia di Novi Ligure e coprodotto da Mixo e dal Teatro Metastasio Stabile della Toscana. Lo spettacolo è ancora in tournèe per l'Italia, ed è stato tradotto in spagnolo, inglese, francese, tedesco e olandese. Varie Compagnie presto lo metteranno in scena in Europa.
Attualmente Calvani sta lavorando ad un progetto di scrittura internazionale. Il suo prossimo testo debutterà il prossimo autunno in Francia.
Come attore, nel frattempo, lavora tra gli altri, con Francesca De Sapio (MasQueRaid), con Patrick Rossi Gastaldi (Guerre americane), con Pietro Bontempo (Norway Today) e con Vittorio Pavoncello (A due a due). E nel cinema partecipa a film come Manuale d'amore di Giovanni Veronesi, Family Game accanto a Stefano Dionisi e Sandra Ceccarelli (in uscita a febbraio) e alla fiction Grandi domani.

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