L'ossessione antiamericana di Massimo Fini

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<p>Dopo l’attacco in Somalia Massimo Fini ha confessato che, più del terrorismo, è preoccupato per l’ 'aggressività americana' che prevede, in futuro, di colpire l’Iran. La stessa preocupazione che potrebbe avere un ammiratore della rivoluzione khomeinista e un adoratore del regime dei mullah. Peccato che pero, Fini, continui a vivere nella tanto detuperata civiltà occidentale, con tutte le sue “assurde” libertà!
<p><p>Del pensiero di Massimo Fini, e penso di parlare a nome di tutta UT, quì non è mai stato condiviso praticamente nulla. E la storia continua, anzi si rafforza.
Su La Nazione del 13 gennaio, Fini risponde ad una mail di critica verso la sua posizione anti americana in merito alla situazione somala, probabilmente condita da qualche insulto di troppo (la mail finisce così: '…Fini è un idiota più antiamericano dei comunisti' ).
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L’antiamericanismo di Fini è cosa nota, insieme alla sua posizione anticapitalista e antimodernista. Fini critica duramente l’azione americana in Somalia, prendendo in qualche modo le parti delle Corti islamiche filo alqaediste: 'Bombardare alla cieca, uccidendo decine di civili, come han fatto gli americani in Somalia non mi sembra il modo migliore per combattere il terrorismo, ma piuttosto di favorirlo'. Insomma, secondo Fini, combattere sul campo i terroristi e cercare di annientarli, li favorisce. E’ lo stesso filo logico che giudica le reazioni israeliane agli atti di terrorismo palestinese colpevoli di favorire la nascita di nuovi kamikaze.
Tutti coloro che condividono il Fini pensiero si affrettano a dire che il terrorismo va combattuto in 'modo e con metodi diversi', salvo poi non spiegare mai cosa fare praticamente.
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Fini poi ci confessa che, più del terrorismo, è preoccupato per l’ 'aggressività americana'. Dal 1999, anno dell’attacco alla ex Jugoslavia, al 2007, ripercorre tutte le azioni belliche Usa, cioè, Afghanistan, Iraq e, appunto, Somalia. Si chiede, Fini, il perchè di queste azioni. Vorrà pur dire qualcosa che esse seguono l’11 settembre e sono mirate a sconfiggere chi ha lanciato una Jihad globale contro l’Occidente?
La preoccupazione del nostro è sull’escalation che prevede, in futuro, di colpire l’Iran. La stessa preocupazione che potrebbe avere un ammiratore della rivoluzione khomeinista e adoratore del regime dei mullah. Peccato che pero, Fini, continui a vivere nella tanto detuperata civiltà occidentale, con tutte le sue “assurde” libertà!
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A Fini, le azioni Usa ricordano l’escalation militare di Hitler che provoco la Seconda Guerra Mondiale. C è da scommettere che, se gli alleati avessero attaccato la Germania nel 1938, senza arrivare al Patto di Monaco, e da qui fosse iniziato il conflitto mondiale, Fini non avrebbe esitato ad incolpare Usa e Gran Bretagna di averlo scatenato, volendo intromettersi in 'casa di altri'.
è sempre dall’ideologia antiamericana che si parte per l’analisi, l’interpretazione e la spiegazione dei fatti.
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<p> Gli Usa come l’Urss.
Domenica 14 gennaio, sempre su La Nazione, nello spazio dedicato alle diverse opinioni su una domanda comune, Fini ribadisce la propria posizione. Per la rubrica 'Faccia a faccia', Fini e De Carlo rispondono in maniera diversa alla domanda 'E giusto l’intervento degli Usa in Somalia?'
Per Fini la risposta è, naturalmente, no. Infatti aggrapparsi all’autorizzazione data al raid americano dal governo provvisorio somalo (l’unico riconosciuto dalla tanto amata Onu ) '…è come dire che la mattanza del popolo ungherese nel ‘56 era legittimata dall’autorizzazione di Kadar che era l’uomo di Mosca…'.
Cioè, il governo somalo è un fantoccio degli americani che hanno lo stesso rapporto con Somalia ed Etiopia di quello che l’Urss aveva con gli altri paesi del Patto di Varsavia. Se non è un arrampicata sugli specchi questa!
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Qui si parla di un governo cacciato con la violenza da persone senza alcuna legittimazione, volenterosi di instaurare la legge islamica in Somalia, che ricorre all’aiuto di un paese vicino (che, sia chiaro, agisce in primis per la propria sicurezza) e di un pease in guerra con i 'ribelli violenti' in tutto il mondo, gli Usa, per risolvere la situazione.
Dove è il nesso con la ribellione ungherese? Almeno noi non riusciamo a vedere questa simmetria. Ma forse, il solo vedere i colori americani, dà a Fini una marcia in più nella lettura degli eventi internazionali.
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J. Landi </p>