Italia, terra franca

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<p>L’Italia è un paese strano, in preda alla psicosi del relativismo e del politicamente corretto. Per cui i cinesi vanno capiti, hanno problemi di comunicazione e di cultura, dice il Ministro Amato.
Balle: se stanno in Italia devono rispettare le nostre leggi, pena sanzioni.
Se così non va bene, i nipotini di Mao se ne tornino a casa.

<p><p>L’Italia cosa sta diventando? E’ una domanda che si presenta nella mente dell’uomo qualunque quando vede sui telegiornali gli scontri nella zona cinese di Milano. Una vera e propria rivolta contro le istituzioni e le regole del nostro paese. La rivolta sembra troppo ben organizzata per essere 'spontanea': bandiere, striscioni e megafoni. Probabilmente la multa ad un’auto parcheggiata in seconda fila in Via Sarpi (il centro di Chinatown) è stato solo un pretesto per mettere in scena tutto il furore degli ospiti cinesi.
Lor signori si sono avventati contro i vigili urbani milanesi prima, assaltandone le auto. Poi hanno fronteggiato la polizia in tenuta antisommossa. I cinesi si lamentano con le autorità: 'siamo presi di mira e vittime di violenze'; ma per favore, chi li crede? Le testimonianze dei milanesi della zona confermano che Chinatown sia quasi una zona franca per gli affari cinesi. Forse le istituzioni vogliono riprendere in mano la situazione, per questo i cinesi protestano. Dovranno sottostare alle leggi a cui tutti i cittadini italiani sono soggetti…alla buon ora, diciamo noi!
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<p> L’Italia è un paese strano. O meglio, è in preda alla psicosi del relativismo e del politicamente corretto. Per cui i cinesi vanno capiti, hanno problemi di comunicazione e di cultura, dice il Ministro Amato. Quel ministro, per intenderci, che dovrebbe garantire il rispetto delle leggi tramite le forze di polizia!
Invece che definire questa rivolta violenta contro l’Italia e le sue regole un fatto grave, giustamente represso con le maniere forti dai rappresentanti dello Stato, Amato si dilunga su terreni scivolosi, tirando in ballo 'cultura e comunicazione'.
Balle: se stanno in Italia devono rispettare le nostre leggi, pena sanzioni. Se così non va bene, i nipotini di Mao se ne tornino a casa.
Certo, sappiamo bene che li, in Cina, queste proteste e rivolte sarebbero poco tollerate, facile farle in Italia dove, appena si alza un manganello della polizia, si corre a vivisezionare le azioni della pubblica sicurezza analizzando in minima parte cio che il manganello colpisce e perchè è stato costretto a farlo.
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La realtà è che stiamo diventando terra franca tout court. E i cinesi rappresentano la punta dell’ iceberg. E’ il nemico che vuole distruggerci, il terrorismo islamico, che giova di questa situazione. I predicatori dell’odio, dopo essere stati cacciati dai paesi musulmani non integralisti, trovano qui, in Italia ed in Europa, il luogo ideale della loro predicazione. Ricordate gli imam filo-Al qaeda apparsi nell’ inchiesta giornalistica di Annozero, il programma di Santoro? Bene, sono ancora lì dove prima, nelle moschee italiane, a predicare quanto sia buono e giusto uccidere gli infedeli cristiani!
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Questi avvenimenti sono collegati, strettamente collegati. Vanno visti come la volontà di persone che vengono in Italia convinti, grazie alla libertà in vigore, di poter fare il loro comodo. Nel caso islamico, viene coscientemente affermata la facilità con cui nelle democrazie occidentali sia possibile praticare la predicazione islamica anti-occidentale, sfruttando subdolamente le nostre libertà. E noi che facciamo?
Ci siamo dotati di qualche strumento, come la possibilità del Ministro degli Interni di espellere coattivamente personalità ritenute pericolose per l’ incolumità dello sicurezza nazionale. Se, pero, addirittura non usiamo questi palliativi quale sarà il nostro futuro? Ci sarà un futuro per la democrazia liberale occidentale?
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J.Landi

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