Come costruirsi l'atomica in casa

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<p> “Aldilà di quello che ci vogliono far credere non è per niente facile costruirsi la bomba fai-da-te: ti serve materiale, e che materiale, materiale nucleare che non trovi certo dovunque.
Ti servono attrezzature specifiche per il ritrattamento, riprocessamento, arricchimento di questo e, ovviamente, addetti capaci.
Ti servono infine reattori nucleari, tecnologie che comunque la si metta hanno un costo elevato.
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Il vero problema non sono quindi le atomiche 'classiche' ma le bombe sporche, ossia quelle bombe che ti fai con i radioisotopi di scarto degli ospedali o delle industrie; costano poco, sono semplici da fare e si usano come le bombe normali: le metti nello zainetto e via!
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E' mai possibile prender parte ad un conflitto asimmetrico contro gruppi di terroristi sparsi per il pianeta spalleggiati, più o meno velatamente da nazioni più o meno forti, che detengono a loro volta l'atomica?
Il problema è che la guerra, da parte loro, è già stata dichiarata ormai da molto tempo. E noi Occidente, come rispondiamo?
Ma siamo proprio sicuri che un'arma asimmetrica (come potrebbe essere l'atomica) non verrà presa in considerazione dagli stati maggiori dei paesi occidentali verso quegli stati che ce la minacciano, all'interno di una guerra asimmetrica da loro iniziata che puo portare, da parte di questi gruppi terroristici, all’uso di atomiche sporche?</i></b>
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Mi hanno chiesto di commentare la possibilità di costruire in maniera "artigianale" un ordigno atomico. Su internet sono numerose le ricette che sembrerebbero a buon uso dei gruppi terroristici e dei fanatici di tutto il mondo.
Ma è tutto così semplice? Vi spiego come funzionano le cose alla prova dei fatti e alla fine faro un riepilogo (con morale annessa...)

Tutto inizia con l'estrazione dell'uranio che si trova nelle rocce mescolato ad altri elementi: si porta a trattamento la roccia che viene polverizzata e quindi, attraverso processi chimici, si estrae l'uranio vero e proprio. Quest'uranio estratto si chiama "uranio naturale" perchè, sebbene esistano vari isotopi dell'uranio (tra i più famosi il 238 e il 235) in natura è quasi tutto 238 e solo il 7x1000, cioè lo 0,7% è 235. E qui sta il punto: solo apposite centrali, quali i Candu canadesi, possono permettersi l'uso dell'uranio naturale. Agli inizi della storia reattoristica la tecnologia Candu era per alcuni versi più difficile rispetto ad altre, si era infatti indirizzati verso l'uso di centrali a gas di fatto, e solo dopo un decennio iniziarono quelle ad acqua e dopo ancora quelle ad acqua pesante.
Al di là di queste considerazioni l'importante è sapere che queste altre centrali avevano bisogno per funzionare di un uranio arricchito di 235. Per ottenerlo, l'uranio naturale doveva essere trattato e per trattarlo esistono vari modi:
- diffusione di uranio reso gassoso entro camere con membrana che funge da setto poroso, per cui l'isotopo più leggero "fa un po più strada".
- Centrifugazione del materiale: nella fascia più esterna, si avrà un materiale più pesante (in termini di maggiore percentuale di 238 rispetto all'uranio naturale) e in quella più interna, con isotopo più leggero più percentuale di 235 rispetto al naturale.
- A ugello: in base al peso atomico un atomo si deflette di più o meno in uscita da un ugello.

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Cio che sta alla base di queste metodologie è che alla fine della filiera (nella foto a sinistra gli stabilimenti per la produzione del plutonio nello stato di Washigton) dal materiale naturale in entrata ottengo in uscita un materiale che ha una percentuale di 235 che varia. Per cui quota parte sarà depleta e quota parte sarà arricchita, quella depleta (in cui è presente moltissimo 238) viene usata o per vernici o per proiettili all'uranio "impoverito" di 235. (In realtà ci sarebbe anche un terzo uso: come blanket in centrali nucleari FBR, ma la cosa ha subito un arresto nei decenni precedenti dopo il fallimento dei reattori pheonix e superpheonix).
A questo punto il materiale arricchito va a finire in centrale oppure lo si ri-rifiltra molte volte fino a ottenere uranio 235 all'80% (almeno). Ed è con quello che ci fai le bombe.

Con quello da centrale invece cosa ci fai? Beh, con quello ci si costruiscono le barrette di combustibile che unisci in matrici N*N dette "assembly" (dove N è un numero che varia da centrale a centrale in base alla tipologia di questa: esempio, per BWR è un 8 o un 9, per un PWR è un 16) tanti "assembly" fanno il "Core", ossia il nocciolo del reattore, il luogo dove avvengono le reazioni nucleari che sviluppano calore, da cui, dopo vari passaggi, si ottiene l'energia elettrica.
A questo punto, dopo l'utilizzo in centrale, ti ritrovi alla fine del ciclo di vita di questo combustibile con un materiale in cui sono presenti prodotti di fissione e di metalli pesanti transuranici ottenuti per reazione nucleari, quali il plutonio, che si ottiene dall'uranio 238.

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Ora state bene attenti: il combustibile nucleare si divide in "fissile", perchè praticamente è lui che fa la vera e propria fissione, e in "fertile", che invece per mezzo di reazioni ci crea altro fissile. L'uranio 238 infatti crea plutonio.
Il plutonio elemento - badate bene - non presente in natura! (Chissà poi perchè: 'se mamma natura lo voleva forse ce lo metteva…', diceva un mio docente per sottolineare la saggezza della natura stessa. E credo che tutto sommato non sia un concetto cosi astruso). Ebbene il plutonio, come dicevo, è presente in forma di isotopo 238, 239, 240, 241, 242. Tutti quanti incazzati, molto incazzati! Per farvi un'idea, tracce di plutonio per microgrammi dispersi nell'aria uccidono qualsiasi forma di vita (in poche parole se al posto dello smog nell'aria ci fosse del plutonio disperso dureremmo tutti molto ma molto poco.)
In particolare c'è un isotopo del plutonio, il 239, che ha un tempo di decadimento di migliaia di anni e puo fare, sotto certi aspetti e per alcuni campi, le vesti dell'uranio 235. Un settore che vede il plutonio 239 essere un buon sostitutivo dell'uranio 235 è appunto quello degli armamenti nucleari.

Problema: come faccio a ottenere il plutonio? Durante la 2^ guerra mondiale lo si estraeva dagli acceleratori di particelle (i tedeschi) oppure da setti porosi (USA/UK) oggi invece lo ritratti chimicamente, con fluidi a valle del processo fortemente inquinati che devi ritrattare e riconvertire se li vuoi riprendere accettabili. Alla fine ti ritrovi una amalgama di plutonio che devi partizionare (solito modo con le centrifughe o con i setti porosi di cui abbiamo parlato prima) vai così ad ottenere una nuova amalgama con una quantità di plutonio 239 molto alta che serve per la bomba.
Spero di avere fatto chiarezza sull'argomento, almeno un po' di più di quanto ne sa l'opinione pubblica media.

Siamo arrivati alla fine del processo, capisco che posso essere stato caotico nell'esposizione, ma aldilà di quello che ci vogliono far credere non è per niente facile costruirsi la bomba: ti serve materiale, e che materiale, materiale nucleare che non trovi certo dovunque ed è materiale tracciato.
Ti servono attrezzature specifiche per il ritrattamento, riprocessamento, arricchimento di questo e, ovviamente, addetti capaci.
Ti servono infine reattori nucleari per portare a termine tutto questo, tecnologie che comunque la si metta hanno un costo elevato, e necessitano di personale con conoscenza specifica per un monitoraggio costante.
Un'atomica deve fungere da deterrente, di fatto serve per non venire invasi. Poi puoi sganciarla su chi vuoi una volta che hai missili a lungo raggio (vedi gli studi dei nord coreani o dell'Iran) ma alla fine anche quello diventa uno strumento di pressione politica: chi la sgancia poi si tira contro tutto il mondo.

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Il vero problema quindi non sono le atomiche 'classiche', difficilmente realizzabili da gruppi isolati, il vero problema sono le bombe sporche, quelle sì che rappresentano un bel casino!
Ma cosa sono le bombe sporche? In pratica sono quelle bombe che ti fai con i radioisotopi di scarto degli ospedali o delle industrie; costano poco, sono semplici da fare e si usano come le bombe normali: le metti nello zainetto e via!
Vedete, riguardo plutonio-uranio la filiera almeno in occidente è strettissima, ma sulle scorie 'minori' la situazione è differente e i controlli non sono stretti come ci si aspetterebbe, figuriamoci in paesi come l'India, la Cina, il Pakistan...
Eppure le polveri di queste "bombe sporche" sono pericolosissime: sia se le inali che se le ingerisci. E' di queste bombe che quindi c'è da aver paura: hanno un'altissima probabilità di finire in mano a persone poco affidabili.
El Baradei ha da sempre posto l'accento sul problema ma le organizzazioni terroristiche stesse usano questo deterrente come garanzia di sopravvivenza e di pressione per far valere le loro richieste su tavoli di trattativa che di fatto non esistono legalmente, ma ci sono.

Sebbene l'ordigno in essere porti con sè un 'fall out' di materiale radioattivo che contamina l'area e non solo, gli elementi più volatili vanno in atmosfera e si distribuiscono per il pianeta. Pero non è quello il vero obiettivo: il vero obiettivo di un ordigno atomico è l'onda d'urto che ne consegue che spazza via tutto cio che trova nel raggio di molti km e, se lanciata su luoghi sensibili quali grandi città, puo causare un forte danno, oltre che sociale soprattutto economico.
L'atomica non è un ordigno che si usa in modo convenzionale, serve per piegare uno stato, per cui l'utilizzo è immediato in modo da chiudere la guerra velocemente, specie se il nemico si rifiuta di cedere (vedi i giapponesi).
Una guerra che contemplasse l'uso di questi ordigni sa bene che una volta finito il conflitto nulla sarebbe più come prima.

Sulla considerazione che i terroristi non abbiano ordigni atomici propriamente detti non è comunque detta l'ultima parola: potrebbero invero averne (basti pensare che persino nella vicina Albania negli anni ‘80 erano transitati ordigni atomici, poi scomparsi senza lasciare traccia).
Anche se ipoteticamente fossero stati reperiti (non si sa per quali vie) al mercato nero, trovo comunque altamente difficile il loro utilizzo, perchè se è vero che colpisci l'obiettivo in modo pesante è altrettanto vero che dopo non hai più quartiere.

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Morale della favola: le bombe ci sono, ma forse non quelle atomiche "classiche" perchè, come abbiamo visto, solo una nazione che abbia i soldi e gli strumenti e le conoscenze (e se ci pensiamo bene sono pure poche ad averle) puo permettersi di farle. L'Iran e la North Korea (nella foto a destra un reattore nordcoreano) ci provano, ma ci vogliono tempo, denaro e tanti strumenti: per una sola atomica servono un migliaio di centrifughe e tempo di accumulo del "fissile" di 2 anni circa. Quindi, le uniche che ci sono già sicuramente, sono quelle 'sporche'. Il guaio è che con tutta probabilità sono in mano alle persone sbagliate.
A questo punto il problema reale è il dialogo: conviene, non conviene? E se conviene, fino a che punto? Che cosa si intende per dialogo? Perchè e da dove nasce il problema della mancanza di dialogo?
Fino a che punto si potrebbe arrivare a cedere e soprattutto, fino a che punto possono cedere "loro"? Sono tutte domande tutt'altro che banali.
I fanatici kamikaze sono morti di fame e solo chi tira i fili ha i soldi e il potere, che alla fine dei giochi è la stessa cosa.
Avere potere su dei morti di fame è un potere che non si puo recidere facilmente, perchè in quei contesti estremi di povertà una propaganda pro-occidente non è risolutiva, anzi a volte puo essere pure contrapproducente.
Ucciderli? A volte non puoi farne a meno e lo devi fare, pero ogni volta che lo fai aumenti il divario e l'impossibilità di dialogo. Sono cose da considerare specie se vogliamo creare un sistema mediorientale stabile, laico, o almeno con un islam moderato (dato che, diciamolo pure, la laicità del medio oriente è più un'utopia che altro) al fine di mantenere il prezzo del petrolio il più stabile possibile e evitare che l'area si trasformi in una polveriera che ci possa portare tutti dritti verso una 3^ guerra mondiale.

E' chiaro infine che ognuno fa la sua di guerra, ma questa tipologia di conflitto in corso in questi anni è asimmetrica, novità assoluta per il nostro modo di intendere la guerra.
La guerra asimmetrica è infatti una guerra infame: con la guerra fredda tutti si sarebbero aspettati un conflitto nucleare tra superpotenze, adesso che quel pericolo è scongiurato emergono altri scenari e altri attori, altrettanto inquietanti.
E' mai possibile prender parte ad un conflitto asimmetrico contro gruppi di terroristici sparsi per il pianeta spalleggiati, più o meno velatamente da nazioni più o meno forti, che detengono a loro volta l'atomica?
Il problema è che la guerra, da parte loro, è già stata dichiarata ormai da molto tempo. E noi Occidente, come rispondiamo?
Per ora con la guerra convenzionale: mandiamo contingenti militari o agenti infiltrati e utilizziamo armi dal cielo. Reputiamo tutto queste soluzioni più salutari e vantaggiose rispetto ad altre 'più forti'. Ma siamo proprio sicuri che un'arma asimmetrica (come potrebbe essere l'atomica) non verrà presa in considerazione dagli stati maggiori dei paesi occidentali verso quegli stati che ce la minacciano, all'interno di una guerra asimmetrica da loro iniziata che puo portare, da parte di questi gruppi terroristici, all'uso di atomiche sporche
Viviamo un'epoca che sta procedendo pericolosamente a spirale, in cui la parola fine è ancora davvero tutta da venire.

L'ingegnere