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BRASILE, Dicembre 2006


All'interno le foto e il reportage.

A solo 25 anni ho avuto la fortuna di avere già toccato tutti i continenti della terra: nel dicembre del 2006 insieme al mio fido amico Simone sono stato in Brasile. Siamo stati in tre città molto diverse tra loro: Fortaleza, una città dalla caratterizzazione molto turistica; Salvador de Bahia, l'anima afro del Sud america; Rio de Janeiro, la città dei contrasti. Per poter conoscere una nazione grande come un continente servirebbero anni ma nei 16 giorni in cui ci siamo stati una visone d'insieme ce la siamo fatta. Partiamo dall'inizio e buttiamo li subito la cruda verità: il Brasile è un paese povero e la cui povertà non ha soluzione.

C'è ben poco da fare. Mentre eravamo li spesso ci chiedevamo: "ma cosa fanno di lavoro questa moltitudine di persone?" La risposta era quasi sempre: "si arrangiano per sopravvivere".
Molti vendono cibarie varie o la più ampia varietà di mercanzie; molti cadono in mano alla delinquenza (e a Rio abbiamo subito anche la classica rapina da uno di questi disperati), le ragazze, la maggior parte stupende, sognano di trovare il principe azzurro che le porti in Europa o negli Stati Uniti. Non è leggenda, è pura verità: all'aeroporto era pieno di coppie formate quasi sempre da Brasiliana ventenne mozzafiato mano nella mano con il medioman italiano o spagnolo sulla quarantina. Ma abbiamo tristemente conosciuto anche ragazze che si prostituivano per poter finire l'università.

Nello stesso tempo tutti si comportano come fossero amici di tutti, tutti hanno il sorriso, ti salutano mentre sei sull'autobus o mentre cammini per strada. In questo è veramente un mondo migliore, dove c'e' una sorta di democrazia della simpatia. E' proprio questo contrasto di tristezza e felicità, di voglia di fuggire via e nello stesso tempo di orgoglio di essere brasiliani che rende unica questa nazione e che ti porta, una volta tornato, ad averne subito malinconia o, come dicono loro, "saudade". Sarà anche per le spiagge infinite, l'oceano, il sole, la musica che risuona ovunque e che ti riempie di allegria e la cronica disorganizzazione che affligge tutto ma che te lo rende vero, non certo quel paradiso artificiale che spesso viene venduto al turista.

Abbiamo riscoperto il piacere di vivere alla giornata uscendo senza orologio e cellulare, senza mai guardare la televisione, senza sapere minimamente quello che succedesse nel mondo e questo per più di 15 giorni. Abbiamo messo in pratica lo stile dei vita della maggioranza dei Brasiliani, il vivere lentamente, senza stress, alla giornata, seguendo solo i propri bisogni e le proprie voglie. A tutto questo bisogna pero aggiungere che questa disposizione d'animo non aiuta certo a combattere la povertà diffusa. Le disponibilità occupazionali sono scarse, le opportunità prospettive future appesantite dall'immensa natalità delle donne: qui quasi tutte le ragazze in età fertile o hanno già molti figli o stanno per mettere al mondo figli che non hanno un avvenire e che ricalcheranno le tristi orme dei propri genitori.
Una delle cose più intelligenti che potrebbe fare il governo Brasiliano di Lula sarebbe quella di organizzare massicce campagne sulla contraccezione accompagnata alla distribuzione gratuita o a prezzo simbolico di pillole e profilattici.

Chiusa questa parentesi, che dire? Non mi resta che un invito finale: andate, almeno una volta nella vita, in questo splendido paese, per capire a fondo come puo essere splendida e nello stesso tempo difficile la vita dell'uomo.

Alessandro Bartolini

Ecco un posto che vale la pena di visitare. Mettete in agenda una visita in questo bellissimo paese, io e Alessandro, siamo tornati da poco e vi possiamo confermare tutto quello che di buono si dice sul Brasile. Il nostro viaggio è durato solo diciassette giorni e quindi dovremmo aspettare molti altri soggiorni per poter dire di conoscere pienamente questa terra e i suoi abitanti ma in questo periodo abbiamo comunque visitato tre importanti città quali Fortaleza, Salvador da Bahia e Rio de Janeiro. Tre città che si affacciano sul mare, come quasi tutte le principali città brasiliane, indubbiamente diverse l'una dall'altra ma del tutto simili in quanto a bellezze naturali, calore umano e clima favorevole. I tre denominatori comuni che abbiamo ritrovato in ogni momento del nostro viaggio.

L'idea stessa che una nazione cosi grande e una popolazione cosi numerosa (più di 180 milioni di abitanti) riesca a vivere la maggior parte dell'anno sotto un sole estivo cercando in ogni momento di sorridere e riuscire a divertirsi è davvero molto coinvolgente.
Quello che vogliamo raccontarvi non vuole tanto confermare gli stereotipi che noi tutti abbiamo del Brasile e dei brasiliani quanto sottolineare la vera bellezza di un popolo che riesce a star bene con sè e con gli altri pur avendo ben poco di cui disporre. La povertà è l'unico degli stereotipi negativi da confermare: decisamente diffusa e nonostante i tentativi di combatterla (o renderla invisibile?) non è molto difficile farsene un'idea facendo due passi nei quartieri meno turistici.

Tuttavia il Brasile ci si è presentato come un paese profondamente diviso al suo interno: da una parte coloro che detengono la ricchezza del paese, dall'altra coloro che vivono al confine tra il secondo e ed il terzo mondo. Queste distanze ci sono apparse evidenti soprattutto a Rio, la città più importante del paese, dove convivono milioni di persone, bianche o nere, ricche o povere. E non è un caso che proprio qui il problema della criminalità sia più accentuato e maggiormente difficile da risolvere. Gli episodi di violenza fanno parte della cronaca quotidiana, anche a danno dei turisti, e non sono rare manifestazioni di vera e propria rivolta delle bande malavitose nei confronti delle forze dell'ordine. Proprio quando noi eravamo in città un clan di narco trafficanti ha assaltato una caserma della polizia con mezzi pesanti ed ordigni esplosivi. Ma non spaventativi oltre misura

Le zone veramente a rischio non sono quelle frequentate dai turisti e non hanno davvero niente da offrire oltre a povertà e criminalità. La zona migliore di Rio, quella dove tutti consigliano di andare (ed anche noi) è quella Sud. Là abbiamo trovato le famose spiagge da cartolina: Copacabana, Ipanema, Botafogo, Flamengo e molte altre. Noi suggeriamo Ipanema, la zona più bella e curata. Un aspetto che vogliamo sottolineare, e che si ricollega a quanto detto prima, è che nelle città brasiliane (Rio compresa) non si trova quella movida notturna che ci potremmo aspettare da luoghi cosi giovani e caldi. Non esiste una zona della città dedicata alla nightlife, noi europei, in fin dei conti, quasi potremmo sentire la necessità di qualche discoteca in più.

Ma il divertimento si trova tutto intorno a te e, già dalla mattina, frequentando le spiagge migliori e cercando di fare più conoscenze possibili non avrai davvero il tempo per annoiarti. E' pero davvero irrealistico pensare di andare a dormire all'alba e svegliarsi nel pomeriggio! Tutto un altro modo di divertirsi insomma.
Oltre a Rio abbiamo toccato Salvador, la vera e propria capitale del Brasile nero: era qua che i portoghesi portavano gli schiavi angolani dall'Africa. Oggi si vive grazie al turismo, alla natura meravigliosa e alle magnifiche spiagge. Di Fortaleza conserviamo invece un ricordo davvero speciale. Il costo della vita è decisamente basso, anche rispetto a Salvador e Rio ma il divertimento è decisamente alto. Consigliata agli amanti delle aragoste: ve le portano in spiaggia, buonissime e a prezzi irrisori!

Simone Scarlini