Atreju 2006, Essere non Sembrare


Molti probabilmente stenterebbero a credere che una simile kermesse, ricca non solo di militanti, ma anche di giornalisti, intellettuali e personaggi di primo piano, sia l'erede di quelli che un tempo erano i campi hobbit.
Credo invece che Azione Giovani abbia aperto, senza tanti proclami, una grande stagione di rinnovamento; non rinnovamento di sè stessa ma della politica e della destra.

La cronaca di Ultima Thule della Festa di Azione Giovani

Si è conclusa domenica Atreju: la festa nazionale di Azione Giovani, movimento giovanile di AN e al momento unico movimento strutturato giovanile nell'ambito del centrodestra.
Atreju, così come Azione Giovani, non sono certo una novità nel panorama politico italiano. Direi anzi che sono delle realtà ormai affermate e consolidate.

Negli ultimi anni la festa dei giovani di AN si è trasformata sempre più in una kermesse di tutto rispetto nel panorma degli eventi politici nazionali con incontri e dibattito di alto livello.
Festa che supera di gran lunga come ritorno mediatico ed affluenza le feste nazionali del partito dei "grandi".
A trasformarsi pero è stata lentamente anche Azione Giovani.

Qualcuno obbietterà che certi retaggi siano ancora latenti se non espliciti; è vero e non prendiamoci in giro: farsi interpreti dinamici dei propri tempi, quando ti porti dietro un patrimonio storico e culturale come quelli del Fronte della Gioventù e del MSI è difficile, difficilissimo. Chi ha vissuto una certa militanza lo sa: quando arrivi al momento della svolta, al momento in cui ti devi lasciare qualcosa alle spalle, ti riaffiorano i ricordi, ti senti impotente di fronte ad una storia così grande. I grandi cambiamenti a volte si sono fermati alla forma e non alla sostanza. Ma chi riuscirebbe a buttare via un patrimonio storico e politico accumulato in 50 anni di sacrifici?

Molti probabilmente stenterebbero a credere che una simile kermesse, ricca non solo di militanti, ma anche di giornalisti, intellettuali e personaggi di primo piano, è l'erede di quelli che un tempo erano i campi hobbit.
Credo invece che Azione Giovani abbia aperto, senza tanti proclami, una grande stagione di rinnovamento; non rinnovamento di se stessa ma della politica e della destra.

Con Versilia 2006 e Atreju ora AG ha saputo creare momenti di discussione e di incontro che difficilmente riusciamo a trovare anche nei palinsesti televisivi. E' ad esempio alla festa di Azione Universitaria a Forte dei Marmi che Fini ha spiegato il suo documento sulla ricollocazione di AN. E' qui a Roma che avviene uno storico incontro tra il leader comunista bertinotti ed i giovani di destra.

Non possiamo dimenticare come nel corso di quest'anno Azione Giovani ha espresso il vicepresidente della camera, la padrona di casa Giorgia Meloni. In un paese dove i candidati alla presidenza del consiglio sono over 60 ed i candidati alla presidenza del senato over 70, è molto più di un contentino. Non è certo la picconata defintiva a questa gerontocrazia, ma senza dubbio sappiamo da dove deve passare il rinnovamento.

E non pensiate che sia una cosa così implicita e scontata nel panorama della destra italiana, perchè anche lo stesso movimento giovanile di Giorgia in passato è stato per lo più guidato da over 30.
Attraverso Giovanni Donzelli, presidente di AU, sono passate due delle battaglie più grandi della destra degli ultimi anni: quella contro cuba e quella contro la cina. Battaglie dove il movimento universitario si è fatto interprete e referente dei dissidenti dei regimi comunisti in questione.

Ma la grande novità a queste feste è la presenza ormai costante di Tocqueville.
Non perchè Tocqueville sia diventata una costola di AG, ma perchè ritengo che il movimento giovanile di AN sia il punto d'incontro naturale per chi a destra ha voglia di cambiamento.
Il punto di forza è proprio la diversità ed il saper rispettare la diversità.
Infatti se le parole d'ordine erano "essere, non sembrare" e "identità", all'interno della festa tanto si è discusso e si sono confrontate diverse anime, tra tirate di orecchie, utopie, e forse anche idee confuse. Lo hanno fatto i big, come Buttafuoco, Gasparri, il sindaco di Tocqueville che esponevano le loro visioni culturali, lo hanno fatto Fini e Bertinotti (leader comunista!!), lo hanno fatto i giovani dirigenti a fine festa nell'assemblea plenaria.

Eppure nonostante tutta questa carne al fuoco, nonostante anche alcuni contrasti abbastanza evidenti, ne emerge un quadro di una gioventù diversa, una gioventù che ha un'idea della politica radicalmente lontana dall'occupazione dei posti prodiana che abbiamo visto in questi giorni.
Ne esce comunque un movimento che sa ascoltare tutti e che ha delle capacità proprie di azione sul territorio.

Si è parlato di tutto, perfino di partito unico e per la prima volta ne ho sentito parlare non in termini catastrofistici ma con la consapevolezza che si faccia o non si faccia, a contare alla fine debbano essere le idee: l'essere appunto e non la facciata. C'è il graduale abbandono della politica fatta di blocchi granitici e la raggiunta consapevolezza che al di la' di tutto l'importante è preservare certi valori: il contenitore a quel punto non puo spaventare
E penso che le vittorie e le battaglie di questo mondo non siano che gocce in confronto a quello che in futuro puo arrivare se manterrà questa direzione di rinnovamento e cambiamento.

C.Z.