Radical chic: elogio dell'incoerenza

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<p>“Lo riconosci subito ed è ovunque.
Mentre conversa e tiene banco sui massimi sistemi e sulla possibilità di un mondo migliore con i colori dell’arcobaleno, getta qua e là un’occhiata stizzita alle mises degli invitati.
L’intellettualoide “sinistronzo”, va via dal party molto soddisfatto di aver potuto ancora una volta sfogare le proprie frustrazioni nella maniera che predilige: rigurgitando i suoi discorsi terzomondisti sul malacpitato di turno e divorando, nel frattempo, la metà delle vivande previste per un catering di 500 persone…”

<p> </br> </br> </br> </br> </br> </br><p>“È facile, nel mondo, vivere secondo l’opinione del mondo; è facile, in solitudine, vivere secondo noi stessi; ma l’uomo grande è colui che in mezzo alla folla conserva con perfetta serenità l’indipendenza della solitudine”.
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Ralph Waldo Emerson </br><p> </br> </br>


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Li riconosci subito e sono ovunque. O meglio, ovunque ci sia la gente che conta, ovunque si respiri, anche se solo da lontano, un benchè minimo profumo di allure e di ribalta. Se ne stanno lì, in mezzo alla folla degli eventi mondani, con l’aria di chi è stato obbligato a partecipare controvoglia, a queste riunioni di “strozzini”, di sporchi capitalisti, di folli nostalgici fascisti. Schifati, inorriditi, ma con le orecchie sempre dritte per non lasciarsi scappare ogni ghiotta occasione. Passa il cameriere e prendono distrattamente un drink, il ventesimo della serata, senza mai cambiare argomento con il mal capitato di turno, che per quella sera doveva aver avuto parecchi peccati da scontare se si è ritrovato a doversi sorbire la solita millenaria tiritera sui misfatti dell’industria sfruttatrice di esseri umani, (“…il solito maiale di Berlusconi, è stata tutta colpa sua se l’Italia ora è in queste condizioni, ha le mani in pasta dappertutto… mafioso, piduista…”) sul razzismo contro i musulmani ed i milioni (Aiuto!!!!!) di extracomunitari che ogni giorno ci invadono dalle coste della Puglia, sulla chiesa cattolica che irrompe in modo invasivo nella vita politica e nella coscienza morale dei cittadini, non risparmiando nessuno, neanche il Papa (“…i preti anche loro, la dovrebbero far finita con queste prediche, con queste invasioni nelle scelte dei cittadini, in fin dei conti, voglio dire, se gli omosessuali vogliono sposarsi, poverini, avranno dirito anche loro… e se una donna vuole abortire ogni volta che vuole, voglio dire, ne ha tutto il diritto… quel fascista dell’ex ministro Storace ha bloccato la sperimentazione, ma adesso… meno male ci sono le sinistre…”).
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Mentre conversa e tiene banco sui massimi sistemi e sulla possibilità di un mondo migliore con i colori dell’arcobaleno, getta qua e là un’occhiata stizzita alle mises degli invitati, mormorando, dall’alto della sua puzza sotto il naso: “E’ veramente inconcepibile che quella tipa là in fondo indossi un paio di scarpe, che da sole sfamerebbero un intero villaggio di abitanti del Borneo Meridionale!!! Io si, invece, che sono coerente e buono/a e l’anno scorso, ho rischiato di farmi sbranare da un coccodrillo, pur di salvare un bambino messicano!ma quello/a sono io…“
E mentre la serata scorre sfavillante e leggera per tutti gli altri, il malcapitato e martire che si è trovato appresso il raffinato parassita comunista e che, per pura educazione ( dono raro per gli sporchi capitalisti-fascisti senza cultura…) ha continuato la conversazione con classe e non-chalance, se ne scappa via stremato ed appesantito, con il desiderio purtroppo represso di non avergli potuto cambiare i connotati con una sola mossa decisiva. Uscendo dalla sala è magari proprio lui, che col cuore di pietra che si ritrova, e che, a detta dell’amichetto sopra menzionato, sfrutta i bambini, come la Nike per la fabbricazione dei palloni da calcio, che incontra al primo semaforo un vu lava’ ed, impietosito, gli sgancia pure un euro!
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L’intellettualoide “sinistronzo”, dal canto suo, è invece, molto soddisfatto di aver potuto ancora una volta sfogare le proprie frustrazioni nella maniera che predilige divorando la metà delle vivande previste per un catering di 500 persone, e , dopo aver imbastito l’ennesimo teatrino fatto di scenate e di idee”poche e confuse”, ma soprattutto irritanti al limite della rissa, se ne va a testa alta, dichiarando: “Al prossimo party, ragazzi non ci saro’ e me ne duole, purtroppo mi tocca andare in barca con quel mio amico a Cap D’antibes…che tristezza! Farei a meno, sapete, ma poi se la prende… Au Revoir à tout le monde!” Che dire? Noblesse oblige? “ma de che!?”.
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Serena Mannelli</p>