Questa rabbia che non riesce a passare

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“Ecco fatto, i terroristi si fregano le mani per quello che sono riusciti a fare : sono riusciti a condizionare un voto con le bombe, hanno influito sulla libertà degli elettori.
Ecco fatto che il neopremier spagnolo Zapatero dichiara “Ci ritireremo dall' Iraq”. Ben fatto : vengono a casa nostra ( dopo l' America ), ci piazzano le bombe uccidendo 200 persone, ottengono un cambiamento di governo a favore di chi rinuncia a combatterli nell' unico modo possibile per vincere: con la forza.
In questo quadretto arrivano a puntino i pacifisti, gli “utili idioti” di leninista memoria, coloro che predicando il pacifismo dei paesi liberi aiutavano la pacifista Urss, tanto da meritarsi questo complimento dal loro zio Lenin. E' la stessa storia, dalla guerra fredda ( “meglio rossi, che morti” ) al Vietnam e oggi contro la lotta al terrorismo.
Pacifisti nei confronti dei paesi liberi ma ben proni a giustificare e legittimare le stragi dei fondamentalisti.”
<p>Spagna : ha vinto la paura. Così apre Livio Caputo lunedì 15 marzo su Il Giornale.
La vignetta di prima pagina de Il Foglio dello stesso giorno riporta “Successo di Al Queda alle elezioni spagnole” con il disegno di Bin Laden “Osama spara in aria per la gioia”.
Le due aperture sono emblematiche di cio che mi passa per la testa… ( scusate se personalizzo questo articolo). Fino al giovedì del terribile attentato di Madrid i popolari spagnoli risultavano in vantaggio sui socialisti, si prefigurava la vittoria del candidato post-Aznar, Rajoy.
Nella serata di domenica si vedono le prime trasmissioni dedicate all' evento : il partito socialista è avanti di circa 7 punti percentuali. Un dato inatteso e, dal mio punto di vista, incomprensibile.
In otto anni di governo i popolari di Aznar hanno creato una Spagna dinamica, un aumento del benessere collettivo, un pil in continua crescita, una Spagna che assume una importante posizione internazionale.
Sembra che tutto questo sia stato vanificato in tre giorni, partendo dal giorno della mattanza terrorista.
Due accuse sono piovute sul governo Aznar : aver cercato di incolpare l' Eta ed avere la responsabilità degli attentati a causa dell' appoggio spagnolo agli Usa.
Pare sinceramente un' accusa inconsistente la prima : gli indizi e le piste per credere ad un' azione dell' Eta non mancavano ( dal tipo di esplosivo utilizzato, alla tecnica degli zainetti, al precedente attentato sventato nei giorni dello scorso Natale a Madrid preparato dai terroristi baschi ). Tutto sommato pero in democrazia è possibile la critica ad un comportamento forse non troppo virtuoso del governo.
La rabbia ti attanaglia quando senti scandire la seconda accusa, soprattutto perchè usata per fini politici-elettorali : la colpa è di Aznar e del suo appoggio alla lotta al terrorismo islamico in Iraq, in combutta con Bush. Ecco fatto, i terroristi si fregano le mani per quello che sono riusciti a fare : sono riusciti a condizionare un voto con le bombe, hanno influito sulla libertà degli elettori e alcune parti politiche sostengono questa tesi.<img src=”http://www.ultimathule.it/images/articoli/zapatero.jpg” align=right>
Ecco fatto che il neopremier spagnolo Zapatero ( Socialisti ) dichiara ' Ci ritireremo dall' Iraq '. Ben fatto : vengono a casa nostra ( dopo l' America ), ci piazzano le bombe uccidendo 200 persone, ottengono un cambiamento di governo ( più che legittimo in se ) a favore di chi rinuncia a combatterli nell' unico modo possibile per vincere, con la forza, e noi ce ne andiamo dal terreno di combattimento. Perchè l' obbiettivo è chiaro : tu, terrorista di qualsiasi ideologia, muori e io vivo. Il messaggio che tutto l' Occidente deve mandare è uno solo : la responsabilità degli attentati è dei terroristi, non ci sono giustificazioni alla mattanza di cittadini inermi, e voi, voi che vi rendete colpevoli di questo verrete sconfitti, pagherete per i vostri gesti criminali, vi staneremo ' fino nei cessi ', come disse Putin.
La guerra l' avete dichiarata voi, non noi, l' 11 settembre. Perchè la guerra non è agli Usa, è alla civiltà cristiana dell' Occidente, ai paesi dell' Europa, ma non solo, come dimostrano gli attentati in Marocco e Turchia, indipendentemente dalla loro partecipazione o meno a Iraqi Freedom.
Sarebbe molto grave per un paese effettuare questo calcolo con il Terrore : noi non ti combattiamo e tu non te la prendi con noi ma con chi ti combatte. Sarebbe triste pensare ad un paese libero che debba scendere a patti con i terroristi non trovando in se la forza per vincerli e mantenere il suo status di paese libero, che altrimenti perderebbe.
Molto triste pensare che un cittadino cambi il proprio voto solo in funzione della paura nei confronti di chi vuole distruggerci, tirandosi indietro dalla lotta e diventando, di fatto, suo suddito.
Abbiamo sempre disprezzato chi si tira indietro e non affronta le proprie responsabilità.
Questo sentimento sembra venire meno nei nostri fratelli spagnoli, che hanno dato l' impressione di piegarsi ai diktat di criminali terroristi in un momento difficile.
In questo quadretto arrivano a puntino i pacifisti, gli “utili idioti” di leninista memoria, coloro che predicando il pacifismo dei paesi liberi aiutavano la pacifista Urss, tanto da meritarsi questo complimento dal loro zio Lenin. E' la stessa storia, dalla guerra fredda ( “meglio rossi, che morti” ) al Vietnam e oggi contro la lotta al terrorismo. Pacifisti nei confronti dei paesi liberi ma ben proni a giustificare e legittimare le stragi dei fondamentalisti.
La categoria dei pacifisti si è dimostrata perdente in tutta la storia dei conflitti dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi. Bene, stanno continuando la propria tradizione. I paesi liberi e volenterosi continuino la propria : lottare contro i nemici e vincere.

J.Landi
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