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Dal Futurismo al NetFuturismo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Manca un anno. Un anno al centenario della pubblicazione del primo manifesto futurista. Era il 20 febbraio 1909 e dalle prestigiose colonne del parigino 'Le Figaro' nasceva ufficialmente il Futurismo. È passato un secolo da quel giorno e a questo punto tutti dovremmo chiederci: cosa ne è stato del Futurismo? che fine hanno fatto le idee della prima vera avanguardia europea? La risposta non lascia spazio a dubbi: le idee di Marinetti e del Futurismo non godono oggi di grande fortuna.

Ci hanno raccontato per un paio di decenni (a partire dalla mostra 'Futurismo e Futurismi' tenutasi nel 1986 a Venezia, Palazzo Grassi) che il Futurismo era stato riscoperto, che il Futurismo era ormai considerato per l'importanza che effettivamente aveva avuto. Ma in cosa si è concretizzata realmente questa riscoperta del Futurismo? È questa in verità la parte più triste dell'intera questione. La riscoperta del Futurismo - è il caso di dirlo a chiare lettere - si è concretizzata esclusivamente in un mercato floridissimo di opere futuriste. Si cerca la copia originale del tale Manifesto di Marinetti, si pagano migliaia di euro per quel mobiletto di Balla o per quel manifesto pubblicitario di Depero. Nei casi migliori questa riscoperta è diventata ricerca storico-critica e quindi produzione di studi sul Futurismo. Insomma, del Futurismo non è rimasto che il culto e lo studio del Futurismo. È rimasto quel culto del passato tipico dell'antiquario e quello studio critico professorale che Marinetti aveva combattuto per 35 anni. Fino alla morte. Per una curiosa vendetta della storia, del Futurismo non è rimasto che il culto passatista del Futurismo. e così le idee di Marinetti sono state completamente tradite da una società che è oggi ancora più chiusa, statica e adoratrice del passato di quanto fosse un secolo fa.